Non dare in braccio proprio figlio ad amici è parenti non è scortesia, ma protezione: il parere degli esperti
Quando nasce un bambino, molti neogenitori si trovano nella difficile condizione di dover gestire non solo i naturali stravolgimenti che l'arrivo di un bebè comporta, ma anche l'entusiasmo eccessivo con cui alcuni amici e parenti accolgono la dolce novità. Non è infatti raro che una persona cara, anche mossa da buone intenzioni, finisca per adottare comportamenti invadenti, magari pretendendo di fare visita continuamente al piccolo o chiedendo di prenderlo in braccio anche quando si è faticosamente addormentato. Per non parlare poi dei tanti consigli non richiesti che, seppur pronunciati in buona fede, possono rappresentare un'ulteriore fonte di stress per una famiglia alla ricerca di tranquillità ed equilibrio.
In un simile contesto, imporre limiti chiari non è un atto di scortesia, ma una misura necessaria per garantire il benessere del bambino e dei suoi genitori. Un gruppo di esperti ha recentemente affrontato l'argomento sul sito Parents, sottolineando come mamme e papà non debbano mai sentirsi in colpa per il desiderio di rimarcare il diritto a decidere per il bene del proprio bimbo.
I confini non escludono, ma proteggono
Secondo Stacy Thiry, consulente statunitense per la salute mentale, il primo, fondamentale passo deve essere quello di far comprendere ad amici e parenti che stabilire dei limiti non significa volerli escludere dalla vita del bambino. Al contrario, si tratta di un modo per consentire alla famiglia di adattarsi alla nuova realtà, riprendersi dal parto e creare un legame con il neonato in un ambiente sereno. In più, un neonato non ha ancora un sistema immunitario sviluppato e il contatto con persone estranee al ristretto nucleo familiare può esporre il piccolo ad alcuni rischi. I neogenitori devono quindi sentirsi supportati e non sopraffatti da aspettative esterne.
Un altro aspetto affrontato da Thiry riguarda poi il fatto che molto spesso i genitori finiscano per maturare fastidiosi sensi di colpa nel dover dire di no a parenti e amici, temendo di sembrare scortesi o ingrati. Tuttavia, come sottolinea la stessa esperta, il benessere del bambino deve venire prima di tutto. Un neonato ha bisogno di genitori riposati, in salute e presenti emotivamente. Cercare di accontentare tutti può diventare troppo snervante e compromettere l’armonia familiare.
Creare la propria routine familiare
Peta-Gaye Sandiford, supervisore clinico della piattaforma Empower Your Mind Therapy, ha invece evidenziato come stabilire confini nei confronti di chi "viene da fuori" sia importante per definire uno stile genitoriale personale.
Ogni famiglia, spiega Sandiford, ha il diritto di trovare il proprio equilibrio senza pressioni esterne. La priorità è il benessere del bambino e dei genitori, che devono sentirsi liberi di organizzare il loro tempo e la loro casa in funzione delle proprie esigenze, senza sentirsi obbligati a soddisfare le richieste altrui.
Come gestire parenti e amici insistenti
Non sempre i confini vengono rispettati e può essere difficile farli valere senza creare tensioni. Sandiford e Thiry hanno dunque suggerito alcune strategie efficaci, partendo però dal presupposto che una corretta intesa con il proprio partner rimanga il prerequisito necessario per fare lavoro di squadra e concordare insieme la linea da adottare (e difendere).
Il primo consiglio è naturalmente quello di mantenere la calma e affrontare il problema solo quando si è in uno stato emotivo tale da evitare inutili conflitti. Prendere di petto la situazione, magari dopo una notte insonne o un momento di sconforto, rischia di incendiare la discussione e provocare spiacevoli litigi. Per scongiurare tale rischio di burnout, Thiry suggerisce anche di imparare a dire di no senza sentirsi obbligati a fornire troppe spiegazioni: un genitore ha il sacrosanto diritto di decidere per il meglio del figlio.
Parallelamente, usare un linguaggio in prima persona quando si parla ad amici e parenti – esprimere le proprie esigenze in modo personale riduce il rischio di fraintendimenti – ed essere chiari nelle richieste,tracciando confini precisi da non superare (come la durata delle visite o il divieto di baciare il neonato) può essere molto utile per disinnescare le tensioni e prevenire incomprensioni.
Se però qualcuno insiste per essere coinvolto (molti nonni risultano particolarmente coriacei nel pretendere di far parte della vita dei nipoti), un'utile via d'uscita può essere quella di indirizzare tanta energia verso compiti pratici, come preparare un pasto o aiutare in alcune commissioni.
Cosa fare se i confini non vengono rispettati
Nel caso in cui le richieste di rispetto non vengano accolte, è necessario reagire e valutare conseguenze chiare. Se un familiare continua a oltrepassare i limiti imposti, potrebbe, ad esempio, essere necessario ridurre la frequenza dei contatti per proteggere la serenità della famiglia. La nascita di un bambino è un momento speciale e delicato, e tutelare questo periodo con confini ben definiti è un diritto dei genitori, non un capriccio.