video suggerito
video suggerito

Primogeniti, figli di mezzo o ultimi nati: i consigli della psicologa per gestire ogni personalità

L’ordine di nascita può influenzare il carattere e i comportamenti di bambini e adulti. Dai primogeniti responsabili ai fratelli minori più estroversi, una psicologia speclizzata in età dello sviluppo spiega come può cambiare la personalità a seconda del posto occupato in famiglia e come potrebbero comportarsi i genitori per limare le differenze e soddisfare i bisogno di tutti.
A cura di Niccolò De Rosa
0 CONDIVISIONI
Immagine

Essere il primogenito o il fratello minore può determinare il vostro carattere, o quello di chi vi sta accanto?  Secondo diverse potrebbe effettivamente esistere una connessione tra l'ordine di nascita e le caratteristiche psicologiche dei figli. Per questo, benché non vi siano regole universalmente valide (il rischio è di semplificare troppo le complessità individuali è dietro l'angolo) gli esperti suggeriscono che ogni genitore dovrebbe essere a conoscenza delle peculiarità di ogni caso in modo da poter modulare i loro stili educativi a secondo delle esigenze di ciascun ragazzo.

Di questo argomento ha parlato di recente la psicologa Kate Eshleman, che in un'intervista al quotidiano britannico The Mirror, ha stilato una quadro generale dei possibili scenari – primogeniti, figli di mezzo e ultimi nati – e dei consigli più utili da tenere presente per crescere figli sereni ed emotivamente risolti.

Il primo figlio: il leader responsabile

Il primo figlio è spesso visto come il più responsabile, serio e orientato al successo. Secondo Eshleman, chi nasce per primo tende a essere una persona molto organizzata e con una forte spinta al perfezionismo. Tali qualità – che, è bene ricordarlo, non riguardano per forza tutti i primogeniti, poiché più dell'ordine di nascita contano le esperienze, i contesti sociali e le peculiarità dei singoli individui – non solo possono favorire a una carriera di successo, ma potrebbe anche renderli più competitivi e inclini a imporsi all'interno delle dinamiche familiari.

Immagine

Non solo, secondo Eshlemen i primogeniti di solito sono anche i figli su cui viene esercitata la maggiore pressione psicologica. I figli più grandi sono infatti i più esposti alle attenzioni e alle aspettative dei genitori, i quali molto spesso contano che i primogeniti diano il buon esempio e offrano un ulteriore punto di riferimento ai fratelli più piccoli, soprattutto nelle famiglie molto numerose. Per questo la psicologa  suggerisce che, man mano che i genitori acquisiscono esperienza con i figli successivi, la loro relazione con il primogenito dovrebbe continuare a evolversi, diventando più rilassata e meno ansiosa.

Il figlio di mezzo: l'indipendente diplomato

I figli di mezzo, quelli che si trovano tra il primogenito e il più giovane, sono spesso quelli meno notati. Questi figli possono essere visti come pacificatori o mediatori tra le dinamiche familiari, come confermato anche da un recente studio che ne ha dimostrato le migliori abilità sociali. Per Eshleman tali spiccate predisposizioni all'indipendenza e alla collaborazione potrebbero nascere dalla necessità di farsi notare in una famiglia, dove il primogenito cattura spesso l'attenzione dei genitori e il più giovane è visto come il "piccolo".

Immagine

Il figlio più giovane: il socievole e spontaneo

Il più giovane, spesso descritto come il più socievole e allegro, tende a sviluppare una personalità che privilegia la libertà e la spensieratezza. Secondo Eshleman, i figli più giovani sono generalmente meno perfezionisti e tendono ad avere una visione della vita più spensierata. La mancanza di aspettative rigorose e il fatto di essere "l’ultimo arrivato" in una famiglia possono però renderli meno responsabili, ma più inclini a godersi la vita e a sviluppare una personalità carismatica.

Il figlio unico: un mix di caratteristiche

Infine, Eshleman si è soffermata si figli unici, che non avendo fratelli con cui confrontarsi, tendono ad adottare una miscela di tratti tipici dei figli primogeniti, di mezzo e più giovani. In generale, sono più maturi e sviluppano un forte senso di responsabilità, proprio come i primogeniti, ma mantengono anche un certo spirito libero e una voglia di divertirsi simile a quella dei più giovani. Non è raro che i figli unici siano anche più competitivi rispetto ai loro coetanei con fratelli.

figlio unico

Il ruolo dei genitori: un approccio differenziato

Sul Mirror, Eshleman suggerisce che i genitori possano inconsapevolmente trattare i figli in modo diverso, adattando il loro stile educativo in base all’esperienza che hanno acquisito nel tempo. Se il primo figlio, c'è una maggiore ansia per il "fare le cose nel modo giusto", con i figli successivi madri e padre tendono invece a essere più rilassati, ben consapevoli che i bambini non sono fragili come pensavano avventura genitoriale. Tuttavia, la raccomandazione di Eshlemanè che genitori di facciano attenzione a non imporre troppe aspettative e di rispettare la personalità e le inclinazioni naturali di ogni figlio. Ogni bambino, indipendentemente dal suo ordine di nascita, ha il diritto di essere trattato come un individuo unico. In ogni famiglia, l’importante è che ogni figlio riceva il giusto spazio per svilupparsi e che si rispettino le sue caratteristiche individuali, per crescere in un ambiente equilibrato e giusto.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views