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Prezzi alle stelle e bambini sempre più poveri: l’allarme di Save The Children per le famiglie italiane

Secondo la XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia, il costo dei beni di prima necessità per i bambini piccoli è ormai diventato insostenibile per molti genitori: i prezzi per latte e pappe sono aumentati più dell’inflazione.
A cura di Niccolò De Rosa
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In Italia le difficoltà economiche per le famiglie sono in costante aumento e più i figli sono piccoli, maggiori sono i problemi (e le spese) per i genitori. È questa la fotografia scattata da Save the Children, l'organizzazione a tutela dell'infanzia che oggi ha pubblicato la XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) dedicato ai primi anni di vita.

Il report – intitolato Un due tre… stella. I primi anni di vita – ha infatti rivelato un quadro sconfortante, dove la povertà appare ormai una realtà consolidata per moltissimi genitori, stretti in una morsa tra stipendi troppo bassi e costi della vita schizzati alle stelle. Stando ai dati presentati dall'Atlante, tra il 2019 e il 2023, la spesa media per i prodotti alimentari per la prima infanzia è aumentata del 19,1%, superando perfino la crescita dell'inflazione generale, ferma al 16,2%. Anche le spese per gli asili nido – strutture essenziali per i genitori lavoratori – hanno subito un incremento dell’11,3%, con un impatto maggiore sui servizi privati rispetto a quelli finanziati dai Comuni.

La povertà tra i bambini: una generazione in difficoltà

Secondo quanto riportato da Save The Children, in Italia, sono un 1 milione e 295mila i minori che vivono in condizioni di povertà assoluta, il 13,8% del totale. Questa percentuale è ben superiore a quella delle altre fasce d'età a rischio, come gli anziani (6,2%) o i giovani adulti (9,4%). I più colpiti sono i bambini tra i 4 e i 6 anni, con un'incidenza della povertà del 14,8%, seguiti dai piccoli tra 0 e 3 anni, con il 13,4%.

Le difficoltà non si limitano però al solo aspetto economico: l’8,5% dei bambini tra 0 e 5 anni vive infatti in un regime di povertà alimentare: ciò significa che le loro famiglie non possono nemmeno garantire  pasti regolari e sufficientemente nutrienti. La situazione peggiora poi nel Sud e nelle isole, dove la percentuale sale addirittura al 12,9%. A ciò si aggiunge anche il dato relativo alla povertà energetica, secondo il quale quasi un bambino su dieci della stessa fascia d’età ha vissuto (o vive) in una casa non adeguatamente riscaldata in inverno.

Credits: Save The Children; "Atlante dell'Infanzia (a rischio) in Italia".
Credits: Save The Children; "Atlante dell'Infanzia (a rischio) in Italia".

Spese in aumento: l’impatto sui bilanci familiari

Oltre alle difficoltà economiche generali, il costo della vita per i genitori con bambini piccoli rappresenta un fardello sempre più insostenibile per le famiglie italiane

Secondo un'analisi congiunta del Centro Studi di Confindustria e Save the Children, tra il 2019 e il 2023 la spesa per "latte e pappe" è cresciuta del 19,1%, un incremento che anche in questo caso appare superiore a quello dell’inflazione. Anche i costi per l’iscrizione ai nidi sono aumentati significativamente, soprattutto nel settore privato. Per quanto riguarda i posti nido pubblici finanziati dai Comuni, invece, l'aumento è stato più contenuto, pari all’1,5%.

I costi pre-nascita e del primo anno di vita

Le spese iniziano già prima della nascita del bambino. Tra il 2014 e il 2024, i costi pre-nascita – come visite mediche ed ecografie – sono aumentati del 37%, passando da circa 2.000 euro a oltre 2.740 euro. Anche le spese per il primo anno di vita hanno visto un’impennata, colpendo soprattutto le famiglie a reddito medio-basso. Tra il 2021 e il 2024, i costi dei pannolini meno cari sono saliti dell’11%, raggiungendo la cifra esorbitante di 552 euro all’anno, mentre le spese per creme sono cresciute del 14%, arrivando a 50,40 euro annui.

Credits: Save The Children; "Atlante dell'Infanzia (a rischio) in Italia".
Credits: Save The Children; "Atlante dell'Infanzia (a rischio) in Italia".

Le disuguaglianze territoriali: un Paese diviso

L’Atlante ha evidenziato anche le profonde disuguaglianze territoriali che tuttora spaccano a metà il Paese. Il Sud e le isole registrano un’incidenza maggiore di povertà alimentare e povertà energetica rispetto al resto d'Italia. Quasi un bambino su dieci (9,7%) vive in abitazioni inadeguatamente riscaldate, con un picco del 16,6% nel Sud e nelle isole, contro il 6,1% del Nord. Questo divario, presente già nei primi anni di vita, influisce negativamente sulla salute e sul benessere dei bambini, con effetti che rischiano di prolungarsi nel tempo, aggravando le disuguaglianze sociali.

Conseguenze a lungo termine: un ciclo che si ripete

La povertà sperimentata nei primi anni di vita ha ripercussioni che vanno ben oltre l'infanzia. Secondo Save the Children, le privazioni materiali e alimentari vissute dai bambini possono influire negativamente sul loro sviluppo fisico e cognitivo, creando un circolo vizioso di povertà che continuerà a trasmettersi di generazione in generazione. Per questo motivo, è essenziale intervenire tempestivamente per garantire a tutti i bambini le stesse opportunità, fin dai primi mille giorni di vita.

Di fronte a questo scenario, Save the Children ha infatti sottolineato l'importanza di adottare al più presto politiche pubbliche mirate a sostenere le famiglie in difficoltà. Per gli autori del report rimane fondamentale investire in servizi educativi di qualità e accessibili a tutti, nonché rafforzare le misure di contrasto alla povertà, in particolare nel Sud e nelle isole.

"Troppi genitori oggi in Italia affrontano la nascita di un bambino in solitudine, senza poter contare su adeguate reti di sostegno" ha affermato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children, il quale ha sottolineato come un efficace supporto alla prima infanzia dovrebbe essere una priorità non solo per garantire ai bambini italiani un inizio di vita dignitoso e sereno, ma anche per favorire uno sviluppo più equo e armonioso per tutto il Paese.

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