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Preparare tutti i panini per la settimana in un solo giorno: il trucco della mamma americana

La soluzione per il pranzo che fa risparmiare tempo ha riscosso opinioni contrastanti, tra chi ha apprezzato la praticità e chi preferirebbe pasti più genuini. In Italia però l’idea sarebbe difficilmente replicabile a causa di regolamenti più rigidi.
A cura di Niccolò De Rosa
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Madre prepara tanti panini alla domenica per tutta la settimana

Preparare il pranzo per i figli che vanno a scuola rappresenta una sfida quotidiana per molti genitori. Se poi la famiglia è particolarmente numerosa, la gestione dei pasti diventa un'impresa manageriale che richiede programmazione – tutto deve essere pronto con largo anticipo per evitare corse frenetiche al mattino – e una grande capacità di problem solving.

Lo sa bene una mamma americana che di recente ha proposto la propria soluzione per risparmiare tempo nel gruppo Facebook Slow Cooker Recipe & Tips, dedicato alla condivisioni di ricette facili e veloci da preparare tutti i giorni.

"I miei figli adorano i panini al burro di arachidi, così ho iniziato una nuova routine" si legge nella didascalia dell'immagine. "Ogni domenica utilizzo un'intera forma di pane e preparo quanti più panini possibili. Poi li conservo in frigo per i pranzi dei bambini durante la settimana. Questo rende la mia routine mattutina più semplice".

Negli Stati Uniti è infatti molto comune che bambini e ragazzi a scuola mangino cibo portato da casa e spesso la scelta ricade su sandwich o simili, facili da portare nello zaino.

Dopotutto Oltreoceano la colazione è tendenzialmente più abbondante di quanto accada nel nostro Paese, dunque i pasti consumati durante la giornata sono solitamente più frugali.

Pro e contro

Nel giro di poco tempo, il post è stato sommerso di commenti, molti dei quali estremamente positivi.

"Una volta avevo sempre panini con prosciutto e formaggio nel freezer pronti per essere tostati all'ultimo momento. Questo post me lo ha fatto tornare in mente e ricomincerò a farlo" scrive un'utente.

"Mia madre era solita preparare i panini e congelarli. Erano perfetti quando arrivava l'ora di pranzo" afferma un'altra iscritta al gruppo.

Se però molti hanno trovato l'idea utile e ingegnosa, alcuni ne hanno criticato la tipologia di conservazione e l'impatto ambientale, visto l'utilizzo di tanti sacchetti monouso ogni settimana.

"Mi spiace, ma no, che schifo. Pane fresco e sandwich ogni giorno"; "Ognuno ha i suoi gusti, ma no, è disgustoso".

In Italia si potrebbe fare?

Come film e serie Tv ci hanno insegnato in decenni di teen-drama popolati da bulli, cheerleader e nerd occhialuti, negli USA gli studenti possono portarsi il pranzo da casa o acquistare ciò che offre la mensa della scuola.

Nel nostro Paese però la situazione è un po' diversa e la madre americana che conserva i panini per tutta la settimana avrebbe potuto incontrare più qualche problema (e non per la scelta degli ingredienti poco familiari al palato nostrano).

In Italia infatti la questione legata al pasto consumato a scuola è ancora oggetto di ampi dibattiti.

Nel 2004 infatti, il Regolamento europeo n. 852 in materia d'igiene riorganizzò radicalmente le attività di refezione e controllo di sicurezza all'interno del settore alimentare e l'Italia dovette adeguarsi.

Una delle conseguenze più evidenti fu, ad esempio, l'introduzione del divieto di festeggiare compleanni o ricorrenze in classe usando torte, pizze o prodotti preparati in casa dalle famiglie.

Nel 2019 poi, la sentenza n.20504 della Corte di Cassazione vietò addirittura agli studenti la possibilità di pranzare con cibo portato da casa nella mensa e nei locali scolastici. Il pronunciamento venne però ribaltato dal Tar del Lazio con la sentenza n.07814/2020 del 7 luglio 2020, che ribadì il diritto degli alunni a pranzare in mensa con il cibo portato da casa.

La questione dunque è ancora aperta. Solitamente però, gli istituti che propongono il tempo pieno e offrono un servizio di refezione si dotano di regolamenti che scoraggiano il pranzo fai-da-tem sia per un discorso educativo (condividere lo stesso cibo rimane un'occasione di socialità e di scoperta di nuovi gusti) che per una questione di sicurezza.

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