video suggerito
video suggerito

“Porto mia figlia all’università con me, perché sappia che la maternità non mi ha limitata”: la storia di Amalia

Amalia è una studentessa di trent’anni, che con la nascita della sua bambina Giorgia, ha deciso di riprendere gli studi e lasciare un lavoro che non la rendeva felice. Ha trovato all’Università, come si evince dai suoi video postati su TikTok, un ambiente accogliente, dove può portare anche la sua bambina.
A cura di Sophia Crotti
14 CONDIVISIONI
Credits: Profilo TikTok di @Mami Ami
Credits: Profilo TikTok di @Mami Ami

Nelle aule del corso di laurea di scienze della formazione primaria dell'Università di Genova, ormai non è insolito vedere gattonare una bimba di pochi mesi, in grado di catturare l'attenzione di studenti e insegnanti. È la piccola Giorgia, figlia di Amalia, una donna che ha trovato il coraggio, a trent'anni, proprio grazie alla maternità di cambiare la propria vita, lasciando un lavoro che non le avrebbe permesso di dedicarsi alla sua bambina quanto avrebbe voluto e di essere davvero felice.

Giorgia il prossimo anno accederà all'asilo nido scelto dai genitori, per quest'anno, invece, Amalia, la sua mamma, ha trovato una comunità educante, quella della sua Università, disponibile ad avere la piccola in aula o tra i corridoi per non obbligare la famiglia a pagare una baby-sitter.

Spinta da un'amica, Amalia ha deciso di raccontare, tramite il suo profilo TikTok, le sue normali giornate con la piccola Giorgia in Università, riscuotendo una popolarità che mai si sarebbe immaginata, qualche commento negativo e la consapevolezza che la società in cui viviamo non è sempre disponibile, come invece accade nella sua Università, a rendere più semplice la vita di una neo-mamma. 

@mamiami23

Risposta a @Valentina Quando ho iniziato a portare mia figlia Giorgia all’università con me 🤗 #MamiAmi #mom #ordinarylife #universitylife #mumlife

♬ suono originale – Mami Ami

Amalia, ci racconti come è nata l'esigenza di portare Giorgia con te all'università?

Io ho deciso di iscrivermi nuovamente all'università proprio mentre ho iniziato a desiderare la nascita di Giorgia. Quando è nata ho approfittato del primo anno di maternità proprio per riprendere in mano i libri e dedicarmi ad un corso di laurea che avevo sempre desiderato iniziare: scienze della formazione primaria. Inizialmente seguivo le lezioni da casa e quando ero obbligata alla presenza pagavo una baby-sitter perché si occupasse della bambina, dal momento che non vi era posto all'asilo nido, fino a che, un giorno, la baby-sitter ha avuto un imprevisto all'ultimo e io, che non avevo altri adulti a cui lasciarla, ho dovuto portare la piccola con me. Ricordo di aver scritto per correttezza una mail alla professoressa, che non ha fatto però in tempo a leggerla, se non in classe, dove mi ha permesso di rimanere con la bimba, dicendomi anzi che le dispiaceva non essere riuscita a darmi conferma prima. Da quel momento in avanti porto sempre Giorgia con me, quando non c'è nessuno a potersi prendere cura di lei.

Quanto è stato importante interfacciarti con un ambiente accogliente?

Per me è stato fondamentale, perché per la mia famiglia era una necessità che Giorgia stesse con me durante quelle ore. Ho trovato classi e docenti accoglienti, anche disposti ad essere flessibili con me sulle consegne dei compiti o gli esami.

Prima hai detto una cosa molto bella e ahimè insolita, che è stata la nascita di tua figlia a convincerti a cambiare vita, rimettendoti a studiare e lasciando il tuo lavoro, ci spieghi questo sentimento?

Certo, io ho fatto per anni un lavoro molto bello e gratificante, ma che ho sempre pensato non essere poi tanto adatto a me e me ne sono accorta innanzitutto perché faticavo il doppio della fatica dei miei colleghi per ottenere gli stessi risultati. Quando ho deciso, con il mio compagno, di mettere su famiglia, ho iniziato a pensare che questo lavoro non mi avrebbe permesso di essere presente per la mia bambina quanto avrei voluto e non avendo aiuti esterni la cosa ha iniziato a pesarmi molto. Quando Giorgia è nata ho avuto la certezza che avrei dovuto studiare ciò che desideravo anche per essere la mamma che volevo essere per lei. Tutto il timore derivante dal percorso lungo, dalla presenza di compagne molto più giovani di me, è venuto meno, è stata lei a infondermi, senza saperlo, il coraggio necessario a fare una scelta enorme.

@mamiami23

Ecco cosa fa mia figlia di 17 mesi quando mi accompagna all’università 🍝 #MamiAmi #mom #universitylife

♬ Volevo essere un duro – Lucio Corsi

Come mai hai deciso di raccontare questa tua scelta sui social e quali sono state le reazioni che hai ricevuto?

È stata una mia amica, creator di professione, a darmi l'idea di farlo, dopo che le ho girato qualche video in cui Giorgia si aggirava goffamente tra i banchi o dormiva a fianco a me a lezione. Lei mi ha fatto ragionare su come al di là dell'aspetto divertente dei video, alcune donne avrebbero potuto trarre da questi contenuti il coraggio necessario a scegliere di avere un figlio se lo desideravano o a rimettersi in gioco dopo la gravidanza. Io non credo di fare nulla di speciale, so che ci sono genitori che si barcamenano nella gestione dei figli molto meglio di me, infatti per me è stato assurdo che quella che era ormai diventata la normalità, diventasse virale sui social. Come tutto ciò che diventa virale online, ovviamente, ho ricevuto sia commenti positivi che negativi, molti mi hanno detto che l'università non era un posto per bambini, che era egoistico da parte mia portare lì mia figlia, che stavo limitando la libertà di studio di tutti, cose a mio avviso non vere, dette da chi non si ferma a leggere la storia che sta dietro a questi video.

Credi che i tuoi video aiutino a rompere con il pensiero molto diffuso nella nostra società, secondo cui una donna, una volta che diventa madre non può essere null'altro?

Lo spero tanto, perché è un argomento che spesso esce parlando con le mie amiche, di quanto a volte ci si senta ingabbiate nel ruolo di madri, sole, isolate e abbandonate. La società ci mette il suo per acuire questi sentimenti nei genitori ed in particolare nelle madri, sulle quali la genitorialità ha un impatto più forte, che sui padri. É mortificante sentirsi solo madri, o sentirsi in colpa per aver messo al mondo un figlio quando stanche, di ritorno da una giornata di incastri non si ha la forza per fare nulla e si sentono persone solo in grado di dirti: "Ecco te lo avevo detto che con un bimbo sarebbe cambiato tutto". Per tanto, io spero che guardando i miei video le neo-mamme capiscano che esistono contesti che ti fanno sentire aiutata e ti permettono di diventare chi desideri. Contesti per cui sei una donna, in questo caso una studentessa con specifiche esigenze e non solo una mamma.

14 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views