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Poco zucchero durante i primi 1000 giorni di un bimbo “abbatte” il rischio di malattie croniche da adulto

A fornire il materiale per lo studio è stato il razionamento dello zucchero imposto dal Regno Unito durante la seconda guerra mondiale: i bambini concepiti e cresciuti con ridotte quantità di zucchero hanno infatti mostrato sul lungo periodo molti meno problemi di diabete e ipertensione.
A cura di Niccolò De Rosa
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Bambini e zucchero

Un recente studio pubblicato su Science ha evidenziato come una dieta a basso contenuto di zuccheri, sia in utero sia nei primi due anni di vita, possa ridurre significativamente il rischio di sviluppare malattie croniche in età adulta. La ricerca, condotta da un team di scienziati delle università di USC Dornsife, McGill e UC Berkeley, ha infatti dimostrato che limitare lo zucchero nei primi 1.000 giorni dopo il concepimento può ridurre il rischio di diabete di tipo 2 fino al 35% e di ipertensione fino al 20%.

Un esperimento naturale "offerto" dalla Seconda Guerra mondiale

Gli studiosi hanno sfruttato un’occasione unica: il razionamento dello zucchero introdotto dal governo britannico nel 1942 come parte delle misure di razionamento alimentare. Conclusosi nel 1953, il razionamento ha creato una "finestra temporale" che ha permesso di confrontare individui concepiti o nati in condizioni di basso consumo di zucchero con quelli concepiti o nati poco dopo la fine delle restrizioni, quando il consumo di zuccheri e dolci era notevolmente aumentato.

Utilizzando i dati del UK Biobank – un database medico contenente informazioni sanitarie, genetiche e sugli stili di vita – i ricercatori hanno analizzato gli effetti della restrizione dello zucchero durante la prima infanzia su migliaia di individui oggi adulti. Tadeja Gracner, economista presso il Centro di Ricerca Economica e Sociale di USC Dornsife e co-autrice dello studio, ha spiegato che situazioni come queste, in cui l’esposizione nutrizionale differisce casualmente, sono rare e preziose per comprendere l'impatto a lungo termine di una dieta a basso contenuto di zuccheri.

Bambini e rischio diabete

Poco zucchero aiuta la salute

Durante il razionamento, la quantità media di zucchero consumata era di circa otto cucchiaini (40 grammi) al giorno, che sono raddoppiati a sedici (80 grammi) dopo la fine delle restrizioni. Questo cambiamento drastico ha reso possibile uno studio comparativo unico, che ha evidenziato come le differenze nel consumo di zucchero durante l'infanzia influenzino la salute a lungo termine.

I risultati hanno infatti mostrato come i bambini che erano stati esposti a ridotte quantità di zucchero sia durante i mesi di permanenza nell'utero che nei primi due anni di vita, avevano visto ridurre significativamente la probabilità di sviluppare diabete e ipertensione una volta diventati adulti. Inoltre, anche quando i partecipanti sviluppavano una di queste condizioni, l’insorgenza della malattia era ritardata: quattro anni in più per il diabete e due per l’ipertensione rispetto ai soggetti esposti a un consumo di zucchero più alto.

L’importanza di limitare gli zuccheri: un messaggio per le famiglie

I ricercatori hanno sottolineato che la sola esposizione a una dieta a basso contenuto di zucchero durante la gestazione era sufficiente per ottenere effetti protettivi. Tuttavia, proseguire con una dieta povera di zuccheri anche dopo la nascita avrebbe ulteriormente amplificato i benefici.

"I genitori hanno bisogno di informazioni su ciò che fa bene ai figli e questo studio fornisce alcune delle prime prove causali che ridurre gli zuccheri aggiunti in età precoce è un passo importante verso il miglioramento della salute dei bambini nel corso della loro vita", ha spiegato Claire Boone, co-autrice dello studio e ricercatrice presso l’Università di McGill e l’Università di Chicago.

Paul Gertler, professore alla UC Berkeley, ha poi commentato i risultati dello studio calcando ulteriormente la mano, definendo lo zucchero nei primi anni di vita  "il nuovo tabacco" e auspicando un intervento delle aziende alimentari per riformulare i prodotti destinati ai bambini e a limitare la pubblicità di snack molto dolci per i più piccoli.

Verso nuove ricerche e politiche sanitarie

Questo studio rappresenta solo il primo passo di un’indagine più ampia sugli effetti delle restrizioni precoci degli zuccheri, che esplorerà anche come queste influenzino aspetti economici e sanitari, inclusi istruzione, patrimonio, infiammazione cronica, funzione cognitiva e demenza in età avanzata.

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Negli Stati Uniti, ad esempio, si stima che le spese mediche annue per una persona con diabete siano circa 12.000 dollari, un onere che potrebbe essere evitato grazie a interventi tempestivi. Inoltre, una diagnosi precoce di diabete può ridurre drasticamente l’aspettativa di vita.  Questi dati rafforzano l’idea che limitare gli zuccheri nei primi anni di vita non solo prolunghi la vita, ma possa contribuire a migliorarne la qualità, garantendo risparmi significativi sia per le famiglie che per il sistema sanitario.

Secondo i ricercatori però, nonostante il legame tra consumo precoce di zuccheri e rischi per la salute sia ormai noto, rimane comunque difficile ridurre l’esposizione dei bambini agli zuccheri, dato che questi sono presenti in gran parte dei prodotti per l’infanzia e che gli spot pubblicitari per cibi zuccherati sono ovunque.

Diversi Stati nel mondo stanno però provando a cambiare le cose. In Italia, ad esempio, dal 2025 dovrebbe entrare in vigore la nuova sugar tax che andrà ad aumentare l'imposta sulle bevande zuccherate in modo da rincararne il prezzo e, sperano le istituzioni, diminuirne di conseguenza il consumo.

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