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Più ascolto e meno consigli: uno studio rileva cosa la Generazione Z chiede ai propri genitori

Un sondaggio condotto su giovani tra i 10 e i 18 anni ha rivelato come i ragazzi della Gen Z siano soggetti ad emozioni molto complesse, sempre in bilico tra stress, felicità e ansia da prestazione. Il supporto dei genitori è percepito come molto importante, tuttavia non sempre è semplice per gli adulti capire come confortare i propri figli.
A cura di Niccolò De Rosa
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Più ascolto e meno consigli: uno studio rileva cosa la Generazione Z chiede ai propri genitori

Che la vita degli adolescenti sia complessa non è certo una novità, ma un recente studio americano condotto dalla Walton Family Foundation e Gallup ha offerto un nuovo sguardo sulle emozioni e sui meccanismi di adattamento della Generazione Z, rivelando un intricato intreccio di gioie, ansie e sensazioni contrastanti, con un focus particolare sulle aspettative che i giovani nutrono nei confronti dei loro genitori quando si trovano a dover affrontare un momento di difficoltà.

La ricerca  è stata realizzata in collaborazione con la psicologa Lisa Damour, esperta di Gen Z e nota per aver offerto la propria consulenza durante le fasi di lavorazione del recente successo Disney Inside Out 2, dove le protagoniste sono proprio le emozioni di una ragazza alle porte dell'adolescenza.

Cosa dice lo studio

Il sondaggio ha coinvolto 1.675 ragazzi e ragazze nati tra i 10 e i 18 anni, oltre a uno dei loro genitori o tutori. Si tratta dunque di un campione appartenente all'ultima tranche della Generazione Z, che per convenzione viene fatta iniziare con i nati del 1997 e si conclude con il 2012 (la generazione successiva è stata ribattezzata "Alpha").

Secondo i risultati ottenuti, la maggior parte dei ragazzi intervistati si sente abbastanza felice nella quotidianità, ma una percentuale significativa si trova frequentemente a vivere emozioni negative come stress, ansia e tristezza.

Più in particolare, il 94% dei ragazzi ha dichiarato di provare spesso felicità, ma il 45% ha riferito di sentirsi stressato, il 38% ansioso e il 23% triste. Simili sensazioni negative sono emerse con maggiore frequenza tra le ragazze e gli adolescenti più grandi, mentre i ragazzi di origine afroamericana sono sembrati meno soggetti a queste emozioni poco piacevoli.

Il rapporto con i genitori

Un aspetto cruciale emerso dallo studio riguarda il modo in cui i giovani della Generazione Z preferiscono essere sostenuti dai propri genitori durante i momenti di disagio emotivo.

La maggioranza, intorno al 62%, vorrebbe infatti che i genitori ascoltassero i loro problemi, senza offrire immediatamente consigli e soluzioni, mentre il 56% desidera che madri e padri lasciassero loro maggiore spazio per gestire le proprie emozioni. Solo il 28% dei giovani intervistati si è detto invece favorevole all'idea di ricevere subito un suggerimento da parte di un genitore per affrontare la difficoltà del momento.

Genitore parla con adolescente

Per quanto riguarda la ricerca di contatto fisico (carezze, abbracci etc…) per avere un po' di conforto, la situazione si diversifica in base all'età:  il 41% dei preadolescenti si è infatti mostrato favorevole a questo approccio fisico. Un dato che si dimezza (22%) tra gli adolescenti.

"Sebbene i preadolescenti e gli adolescenti a volte possano sembrare distanti, questi risultati ci dicono che quando i giovani sono turbati vogliono che gli adulti li ascoltino, prendano sul serio i loro sentimenti e diano loro un po' di spazio" ha dichiarato la psicologa Damour.

Come si superano le difficoltà: musica, amici e videogame

Lo studio ha anche esplorato le varie strategie che i giovani utilizzano quando si sentono tristi o troppo stressati.

Ascoltare musica è risultato il metodo più comune, scelto dal 58% degli intervistati, seguito dal giocare ai videogiochi e parlare con gli amici, entrambe attività scelte dal 45% dei ragazzi.

Damour ha spiegato che, sebbene gli adulti possano sottovalutare il valore emotivo di queste attività, esse rappresentano modalità efficaci per i giovani di affrontare sentimenti spiacevoli, anche se con modalità differenti. Se infatti giocare ai videogiochi o guardare una serie può distrarre la mente, mettersi in cuffia una melodia struggente o sfogarsi con gli amici consente di fare i conti con i propri sentimenti e iniziare un processo di elaborazione del problema.

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Inoltre, un terzo dei giovani della Generazione Z ha riportato di sentirsi molto sotto pressione per l'esigenza di apparire perfetti – nei risultati scolastici, nello sport o nel rispetto delle aspettative altrui –  un peso che sembra essere percepito maggiormente dalle ragazze.

La ricerca sottolinea dunque l'importanza di un approccio equilibrato nel supportare emotivamente i giovani, privilegiando l'ascolto e l'empatia piuttosto che interventi diretti.

Il punto di vista dei genitori

Una parte dello studio è stato dedicato anche all'altra parte della discussione, ossia le madri e i padri degli intervistati Gen Z, per capire quanto le percezioni dei ragazzi trovassero un effettivo riscontro nella visione genitoriale.

Circa un genitore su tre (35%) ha infatti concordato – o si è detto è "fortemente d'accordo" – sul fatto che le emozioni dei propri figli siano "molto intense", una tendenza molto più frequente nei genitori che condividono il medesimo sesso del proprio figlio (madri con figlie e padri con figli).

Circa un genitore su sei ha anche affermato di riscontrare alcune difficoltà a confortare i propri figli quando sono turbati (16%) o a comunicare efficacemente con loro (15%), uno scoglio inaspettatamente molto più frequente nei genitori più giovani.

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