Perde i sensi dopo il parto dei suoi 3 gemellini e rischia la vita: la rara patologia di una mamma
Marisa Christie è una donna di appena trent’anni che, insieme al suo compagno Dylan, sognava di allargare la famiglia. I due, infatti, come riporta Today.com, avevano un bimbo di 4 anni e avrebbero tanto desiderato renderlo fratello maggiore, ma per due anni interi di tentativi non c’è stato nulla da fare.
Oggi il loro primo bambino è fratello maggiore di 3 gemelline che la loro mamma stringe molto forte dal momento che dopo l’ultimo parto per 45 minuti di tempo è stato come avesse perso la vita. Un’emorragia, la corsa dei medici e la rianimazione oggi sono ricordi lontani ma fanno parte della sua storia che lei racconta perché nessuna donna si senta sola nella sofferenza che anche uno dei momenti più belli della propria vita può comportare.
La storia di Marisa e dei suoi bambini
Marisa Christie quando il 21 agosto è stata ricoverata presso il Memorial Hermann The Woodlands Medical Center (MHTW), per un parto cesareo programmato, mai si sarebbe potuto aspettare che di lì a poco avrebbe rischiato la vita.
Nella sua pancia si muovevano 3 gemellini che aveva a lungo atteso, insieme al marito Dylan, per poter dare al suo ometto di casa, il primo figlio di 4 anni dei fratellini. Lei e il compagno, non riuscendo ad avere figli, si sono rivolti ad una clinica per la fertilità e hanno concepito grazie alla fecondazione assistita quei 3 corpicini che lei racconta, inizialmente, averla messa in crisi.
“Quando il ginecologo mi guardò e mi disse che sicuramente stavamo aspettando due gemelli e che anzi, ne intravedeva anche un terzo sono scoppiata a piangere: come potevamo crescere 4 figli, noi che stavamo solo cercando un fratellino per il nostro primogenito?” ha raccontato a Today.com. Poi le cose sono andate psicologicamente meglio ma la gravidanza è stata molto impegnativa, racconta di essersi sentita sempre molto stanca e dolorante. Durante la gestazione è stata operata poiché i gemelli in realtà erano 4 ma uno di loro, che condivideva il sacco amniotico con gli altri gemelli, non ce l’aveva fatta.
Fino a che i medici hanno optato per un parto cesareo alla trentatreesima settimana di gestazione, che avrebbe permesso ai piccoli di continuare a crescere fuori dal grembo materno.
Amber Samuel, specialista materno-fetale dell’ospedale MHTW, ha spiegato alle pagine di Hello Wooslands (testata dell'ospedale) che si è trattato di un parto rapido e del tutto normale, fino a che, appoggiati i bimbi sul petto della mamma lei ha iniziato a manifestare delle convulsioni e in un attimo la sua pressione sanguigna è scesa e il cuore ha smesso di battere.
L’anestesista, che in passato aveva vissuto un’esperienza simile, è subito riuscito ad individuare il problema, si trattava di un’embolia da liquido amniotico, una patologia molto rara per la quale, spiega il dottor Mora, la donna sviluppa una risposta allergica al liquido amniotico e al materiale appartenente al feto che entra nel suo sangue alla nascita del piccolo. Chrsitie ha poi sviluppato tutte le complicazioni correlate tra cui emorragia, collasso polmonare e arresto cardiaco.
È stata quindi rianimata, il suo utero è stato immediatamente ricucito e ha dovuto trascorrere diverso tempo attaccata all’ECMO, una macchina in grado di ridare vita al suo cuore e ai suoi polmoni. “È stato indispensabile intervenire immediatamente, ma dobbiamo pensare anche ad un miracolo, perché lei per 45 minuti non è più stata su questa terra” ha spiegato Stephen Maniscalco, il chirurgo cardio-toracico e vascolare che l’ha operata, a Today.com.
La vita dopo il parto
Christie è rimasta per un’intera settimana incosciente, sotto sedazione e attaccata alla macchina che le ha ridato la vita. A vegliare su di lei c’era il marito che faceva la spola tra il suo reparto e la terapia intensiva neonatale dove crescevano i suoi 3 piccoli appena nati.
“Ho pensato che senza di lei non ce l’avrei mai fatta, doveva conoscere i suoi figli e tornare dal nostro primo bambino” ha raccontato a Today.com il suo compagno. La donna migliorava giorno dopo giorno fino a che dopo una settimana si è risvegliata. “Ho visto le mie tre bambine e ricordo di aver pensato che io non le conoscevo, forse nemmeno erano mie. Vedere i tuoi figli dopo una settimana è complesso” rivela lei che spiega di averci messo un po’ per entrare in connessione con le piccole. Le bambine, invece, sapevano bene che Christie era la loro mamma perché i medici grazie a delle coperte avevano fatto in modo di far sentire loro il suo profumo.
Le piccole sono uscite dall’ospedale una alla volta, dopo aver raggiunto il peso minimo e delle condizioni di salute stabili. La loro mamma le cresce consapevole che quanto accaduto a loro è un miracolo, a tutti gli effetti. “Io ci ho messo 9 settimane per riprendermi fisicamente dal parto ma la ferita che porto dentro ci sarà per sempre, mi ha resa una mamma più forte e più attaccata alla vita” ha concluso lei a Today.com.