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Perché sui social è complesso condividere la gravidanza, anche per gli influencer? Il parere dell’esperta

Sembra che raccontare la propria gravidanza sui social sia sempre più complesso anche per chi con Instagram ci lavora, come le influencer. Abbiamo chiesto a Carolina Venosi di spiegarci perché alcuni creator in questa fase della vita optino per smettere di condividere contenuti su di sé.
Intervista a Carolina Venosi
Docente di Design della comunicazione presso l'Istituto Europeo di Design di Roma (IED), imprenditrice e consulente
A cura di Sophia Crotti
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Sofia Viscardi e Giulia Valentina
Credits: Instagram

È di qualche giorno fa il post di Sofia Viscardi, content creator che ha rivelato di essere al settimo mese di gravidanza con un contenuto fotografico sui social, senza mai essersi mostrata prima con il pancione. Decisione simile quella di Giulia Valentina, creator nota per mantenere segreta la sua vita privata, che ha condiviso con i suoi followers alcuni scatti che la ritraggono in dolce attesa, quando ormai era evidente che una nuova vita si muovesse dentro di lei.

Abbiamo chiesto alla docente del corso triennale di Design della comunicazione presso l'Istituto Europeo di Design di Roma (IED), Carolina Venosi, perché per gli influencer che hanno in passato condiviso molti aspetti della propria vita diventi complicato rivelare la gravidanza sui social, cosa che decidono spesso di fare in là con la gestazione. "È meraviglioso rendersi conto, anche grazie alla gravidanza, che alcune cose sono belle anche se non condivise e tenute per sé".

Carolina-Venosi
Prof.ssa Carolina Venosi (Docente di Design della comunicazione presso l'Istituto Europeo di Design di Roma)

Sono recenti i casi di alcune content creators che hanno raccontato della loro gravidanza molto tardi, come mai è difficile anche per chi lo fa di mestiere, condividere questa fase della vita?

Io credo che non tutti gli influencer e content creators facciano della propria vita privata una narrazione, nel caso specifico di Sofia Viscardi, Martina Pinto e Giulia Valentina, tutte influencer che hanno rivelato molto tardi la loro gravidanza, si tratta di tre personaggi che della loro vita privata non condividono tutto per proteggersi. Dunque a mio avviso non hanno messo un veto solo sul tema della loro gravidanza, ma mettono in atto sempre una riservatezza maggiore su alcuni aspetti della propria vita privata. Ciò accade, secondo me, perché da brave content creators, non hanno bisogno di rendere il proprio intimo uno show per avere audience, riescono a intrattenere la loro community anche con contenuti che non riguardano solo la loro vita privata, proponendo loro quesiti o opinioni su svariati argomenti. Così facendo riescono a interagire con il proprio pubblico senza assecondare quella smania di entrare a tutti i costi nella vita delle persone a cui siamo ormai abituati sui social soprattutto.

La privacy sui social durante la gravidanza, aiuta a renderla un'esperienza più personale anche nella vita reale?

Sì, perché sebbene la gravidanza sia un momento delicato e intimo della vita di una donna, socialmente viene considerato di dominio pubblico, tra chi seppur estraneo si arroga il diritto di toccare la pancia della donna incinta senza chiedere il permesso, chi da consigli non richiesti, chi vuole a tutti i costi raccontare la propria esperienza di parto anche se non richiesta. Probabilmente chi decide almeno sui social di non raccontare il proprio stato gravidico, non si vuole sottoporre a questa invadenza che si sperimenta nella vita reale, in un momento caratterizzato spesso da uno stato emotivo delicato.

Proteggere la propria gravidanza dai followers, può rinnovare anche la riflessione sull’importanza della tutela della privacy dei minori?

Certo, infatti chi rivela la gravidanza tardi spesso poi sceglie di non mostrare i propri figli sui social. So che ci sono diverse scuole di pensiero a riguardo, ma è un dato di fatto che una così alta esposizione dei minori non li tuteli. Ferragni e Fedez hanno rappresentato un caso esemplare di ciò che può accadere: da una sovraesposizione dei figli sono passati a una privazione per il loro pubblico dell’immagine dei bambini. Parliamo di due minori che erano il contenuto principale dei canali social dei loro genitori e che quindi poi i followers hanno reclamato. Capisco, poi dall'altro canto che ci siano mamme-influencer che, condividendo ogni aspetto della propria vita, non se la sentano di nascondere la gravidanza che è un aspetto della stessa. Io in generale penso che sia meglio proteggere i bambini dall’esposizione sui sociale stimo molto chi sceglie meno interazioni e visualizzazioni in nome della privacy dei propri bimbi.

Condividere la propria gravidanza online non sarebbe utile anche per altre donne che si apprestano a viverla?

Secondo me la condivisione della gravidanza può essere utile ad altre donne, proprio perché è un tema di cui si parla poco e spesso se se ne parla lo si fa sempre con un’unica narrazione. Io credo che le donne incinte desidererebbero trarre informazioni da persone che seguono e stimano che hanno vissuto o stanno vivendo la stessa fase della vita, ma rimane una scelta molto personale. Bisogna scegliere se dare informazioni a una parte sana di pubblico che le prenderebbe come conforto o se proteggersi da eventuali persone che potrebbero con i loro commenti ferire o fare confronti con frasi come: “Io al quinto mese non avevo certo la pancia così piccola”. È coraggioso esporsi, chi lo fa sa a cosa va incontro e ha le proprie motivazioni se decide di non farlo.

Il non parlare proprio della gravidanza sui social non rischia di rendere quel periodo della vita un tabù?

Non penso che si possa ritenere che chi sceglie di avere più privacy su questo argomento crei un tabù, anche perché tante persone sui social lo fanno, condividono le difficoltà a rimanere incinta, la loro gravidanza fatta di malessere e benessere, pur non mostrando poi mai i figli, una volta nati, continuando dunque a tutelarli. Chi non la racconta sui social rivendica il diritto di proteggere la propria privacy anche in gravidanza, cosa molto complessa nella vita reale e che la distanza tra creator e utenti invece consente.

Se a optare per questa decisione di silenzio sulla gravidanza è invece un creator che generalmente condivide tutto della propria vita, cosa crea nel pubblico? 

Se il profilo del creator è ricco di contenuti focalizzati sulla completa condivisione della sua vita, con la community questo "patto di fedeltà" viene meno. Tuttavia nessuno deve sentirsi costretto a condividere qualcosa perché fino a quel momento lo ha fatto, si può sempre tornare indietro e cambiare idea sulle cose. È meraviglioso rendersi conto anche grazie alla gravidanza, che alcune cose sono belle anche se non condivise e tenute per sé.

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