Perché se i ragazzi vanno male a scuola è anche colpa dell’uso precoce degli smartphone
C'è una correlazione tra il primo accesso ai social network o l'età a cui si riceve il primo smartphone e i risultati scolastici degli studenti? Secondo il gruppo di ricerca che si sta occupando di EYES UP, progetto realizzato dall'Università Bicocca, Università di Brescia, Associazione Sloworking, Centro Studi Socialis e la fondazione Cariplo, sembrerebbe proprio di sì.
Il progetto è partito nel 2023 e per ora ha interessato 6609 studenti delle scuole superiori, che hanno compilato specifici questionari per spiegare quando hanno avuto il loro primo telefono, se si sentono soddisfatti dei loro risultati scolastici e in generale della loro vita. I dati, che per ora sono stati comparati ai risultati scolastici degli ultimi esami di terza media svolti dagli studenti dello scorso anno, presto saranno messi in relazione anche con i risultati delle prove Invalsi degli studenti.
A raccontarci lo studio e il progetto è stata la Metodologa della ricerca sociale Chiara Respi che, svelando questa correlazione tra voti bassi e uso precoce degli smartphone ha ricordato che la ricerca non vuole demonizzare l'utilizzo dei dispositivi digitali, anche perché non avrebbe senso nella società iper-connessa in cui ci troviamo, ma vuole educare bambini e adulti ad un corretto utilizzo, in modo che siano un aiuto e non un ostacolo alla felicità degli individui. "L'importante è ricordare che il digitale non è positivo per definizione ma che diventa positivo a certe condizioni" ha detto la dottoressa.
Come avete capito che l'utilizzo precoce dei dispositivi digitali incide sul rendimento scolastico?
Dai nostri studi sociologici abbiamo costruito un indice di soddisfazione che valuta quanto gli studenti si sentano bene o male rispetto a diversi aspetti della loro vita, è emerso un sentimento di malessere generale, strettamente legato ai risultati scolastici. Ad incidere suoi voti degli studenti tra i tanti fattori c'è anche l'uso smodato dei device tecnologici.
E in che modo i device incidono sulle prestazioni scolastiche?
Innanzitutto l’approccio fisico al dispositivo, dunque lo scorrere rapidamente tanti contenuti su uno schermo piccolo, non induce a concentrarsi su un singolo argomento per volta.
Un altro elemento da prendere in considerazione è la sovrastimolazione dei ragazzi dovuta alla comparsa di annunci pubblicitari e notifiche, che riduce il livello di attenzione e la concentrazione nello studio a casa e in classe.
I docenti riscontrano questi peggioramenti?
Certo che sì, i docenti con i quali ci siamo confrontati noi dicono che nelle nuove generazioni c’è un calo sia dell'attenzione che durata del livello di concentrazione, che anche loro si spiegano con l'utilizzo precoce dei dispositivi.
A che età i ragazzi ricevono il primo telefono?
Dal nostro campione risulta che il periodo in cui si verifica il picco più elevato di acquisizione dello smartphone e delle app di messaggistica, è la prima media. Il 44.8% degli studenti che frequentano la prima media ha il cellulare, ma ce ne sono anche alcuni, precisamente il 19%, che lo ha già in quinta elementare e un circa 14% che lo riceve in seconda media.
A che età invece i ragazzi accedono per la prima volta ai social network?
Dalla ricerca è emerso che il 30% degli studenti apre il suo primo profilo social in prima media, con una percentuale che rimane alta anche per le classi successive. Il dato è abbastanza allarmante se si pensa che per legge in Italia, il primo profilo social può essere aperto a 14 anni e che un ragazzino in prima media ne ha 11.
Alla luce di questi dati, considerando che viviamo in una società iperconnessa, i genitori cosa ne pensano?
Questa specifica ricerca è focalizzata sui ragazzi ma parallelamente ne stiamo realizzando altre, tra cui "Patto Educativo Digitale della città di Milano", in cui ad essere centrale è proprio il parere dei genitori. Quello che emerge è che i genitori sono molto preoccupati a causa dell’utilizzo sempre più precoce dei dispositivi digitali da parte dei loro figli.
Perchè se i genitori sono preoccupati, concedono comunque molto presto il primo telefonino ai figli?
Un dato interessante che abbiamo raccolto è il divario tra l’età a cui i genitori vorrebbero dare il primo smartphone ai figli, dopo i 14 anni e l’età a cui lo danno loro davvero, 11 anni. Il motivo di questo divario è dato dalle usanze sociali, i genitori concordano nel dire che se ci fossero delle direttive univoche, se in classe loro figlio non fosse l’unico ad attendere i 14 anni per lo smartphone, allora aspetterebbero a comprargliene uno. Insomma ai genitori manca una guida a cui affidarsi.
Cosa si sente di consigliare ai genitori di oggi?
L'importante è che gli adulti ricordino che il digitale non è positivo per definizione ma diventa positivo a certe condizioni. I bambini dunque possono instaurare un buon rapporto con i dispositivi digitali, se vengono educati a farlo, se i genitori li accompagnano e se la comunità adulta mette in atto un progetto di educazione digitale che spiega ai bambini e li guida nell’utilizzo dei device.
I ragazzi si rendono conto dei problemi legati all’utilizzo precoce dei dispositivi?
Sì, se ne rendono conto sia i bambini che i ragazzi. Ce ne siamo accorti grazie alla domanda aperta che abbiamo lasciato loro da compilare a piacimento una volta terminato il questionario Eyes Up. I ragazzi in quelle righe ci hanno ringraziati per averli fatti riflettere sul loro utilizzo smodato dei social network, perché vivendo in una società iperconnessa, con il cellulare sempre in mano, faticano a comprenderne i benefici e i danni che arreca.
E le relazioni umane per gli adolescenti iperconnessi sono ancora importanti?
Nella nostra ricerca abbiamo anche analizzato le attività online che svolgono i ragazzi, come queste si relazionano alla loro soddisfazione e se ci sono delle attività che ancora svolgono offline e che li proteggono dalle insidie del web.
L’aspetto interessante e che ci fa tirare un sospiro di sollievo è che anche in questo mondo digitale iperconnesso trascorrere del tempo con la famiglia e con amici rimane ancora una priorità per i ragazzi. A dimostrarlo è stato il livello di soddisfazione per la loro vita che ha registrato livelli tanto più alti quanto più tempo i ragazzi investono nei rapporti umani con le persone che possono vedere in carne ed ossa e non solo attraverso il proprio smartphone.