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Perché mio figlio mangia all’asilo ma non a casa? L’esperto spiega i possibili motivi e le strategie per rimediare

Se a casa i bambini rifiutano il cibo ma all’asilo mangiano di tutto, non è un dispetto per far arrabbiare i genitori: routine, influenza dei coetanei e meno pressioni possono infatti rendere i pasti consumati più efficaci nello stimolare la curiosità dei piccoli. L’esperto dell’Università di Sydney, Nick Fuller, spiega le cause di questo comportamento e come ricreare sane abitudini anche in famiglia.
A cura di Niccolò De Rosa
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Per molti genitori è un vero enigma: il proprio figlio mangia senza troppe storie verdure e piatti sani all’asilo, ma a casa rifiuta qualsiasi alimento che non sia familiare. Un comportamento che può sembrare inspiegabile e frustrante, ma che in realtà poggia su solide basi scientifiche. Studi recenti hanno infatti dimostrato che le preferenze alimentari dei bambini non dipendono solo dal gusto personale, ma sono influenzate da fattori come la genetica e lo stesso ambiente in cui mangiano.

Comprendere i motivi di questa discrepanza può dunque aiutare i genitori a gestire meglio l’alimentazione dei propri figli. Per questo il dottor Nick Fuller, Direttore delle sperimentazioni cliniche del Dipartimento di endocrinologia del Royal Prince Hospital dell'Università di Sydney, ha recentemente illustrato sul sito The Conversation le principali ragioni dietro questo comportamento apparentemente contraddittorio.

Il ruolo della genetica e dell’ambiente

Secondo quanto spiegato da Fuller, sono soprattutto due i fattori che influenzano le abitudini alimentari dei bambini: la genetica e l’ambiente in cui crescono. Ma procediamo con ordine.

Dal punto di vista evolutivo, i nostri antenati svilupparono una naturale diffidenza verso i cibi nuovi, per evitare il rischio di ingerire sostanze tossiche. Questo meccanismo, noto come "neofobia alimentare", è ancora presente nei bambini di oggi, che tendono a ritenere come poco invitanti sapori amari (associati all'ingestione di tossine) o sconosciuti. Allo stesso tempo, il nostro corpo è programmato per cercare cibi ricchi di zuccheri, grassi e proteine, elementi fondamentali per la sopravvivenza in un mondo ostile come quello preistorico. Ecco perché i bambini (ma non solo) sembrano naturalmente portati a prediligere hamburger e caramelle rispetto a verdure, frutta o preparati di origine vegetale: tutta colpa del nostro cervello "primitivo".

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Oltre alla genetica però, anche il contesto in cui un bimbo cresce e si muove gioca un ruolo chiave. L’atteggiamento dei genitori e degli educatori, le routine alimentari e le dinamiche sociali durante i pasti influenzano profondamente le preferenze dei bambini. La combinazione di questi due fattori determina quanto un bambino sarà selettivo a tavola e quanto sarà disposto a sperimentare nuovi sapori.

Routine e struttura: il "segreto" dell’asilo

Uno degli aspetti che differenzia maggiormente l’ambiente domestico da quello scolastico è proprio la routine. Negli asili, ha spiegato Fuller, i pasti seguono infatti un programma preciso, con orari fissi e regole ben definite. I bambini sanno esattamente quando arriverà il momento del pranzo o della merenda e questo li aiuta a sviluppare un senso di fame regolare. A casa, invece, le abitudini possono essere più flessibili e disordinate – spesso influenzate dai ritmi di lavoro dei genitori o dai tanti imprevisti della quotidianità – e vi è una maggiore possibilità di fare spuntini improvvisati che, per quanto graditi, riducono l’appetito durante i pasti principali.

Anche la durata dei pasti rappresenta un aspetto importante. A differenza di quanto accade in casa, negli asili il cibo viene servito per un tempo limitato, senza la possibilità di prolungare all’infinito il momento del pranzo o della cena, perché poi bisogna dedicarsi ad altre attività. Questo incoraggia i piccoli a concentrarsi sul cibo e a mangiare in modo più efficiente.

L'influenza dei compagni e degli educatori

I bambini sono grandi imitatori e tendono a copiare il comportamento dei loro coetanei. Vedere un compagno mangiare con gusto una verdura che a casa rifiutano, può  dunque spingerli a provarla. Dopotutto, ha ricordato Fuller, diverse ricerche dimostrano che, se un bambino viene seduto accanto a un coetaneo che apprezza un determinato cibo, con il passare del tempo potrebbe sviluppare una certa preferenza per il medesimo alimento.

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Anche il ruolo degli educatori è però fondamentale. Negli asili, gli insegnanti sono formati per incoraggiare un atteggiamento positivo verso il cibo, mostrando entusiasmo e dando il buon esempio. A casa, invece, i genitori spesso incontrano più difficoltà nel gestire le resistenze dei figli e spesso finiscono per cedere ai capricci per evitare conflitti.

Variare per incuriosire

Un altro fattore determinante è poi la varietà degli alimenti offerti. Nei centri per l’infanzia i menù sono pianificati seguendo precise linee guida nutrizionali che hanno l’obiettivo di esporre i bambini a un’ampia gamma di sapori e consistenze, passando dai cibi più apprezzati, come pasta, pane o carne, a quelli solitamente meno "desiderabili", come i broccoli, gli asparagi o le verdure cotte al vapore. Rifiuto dopo rifiuto, l'esposizione ripetuta a un alimento "allena" il palato dei piccoli e aumenta le probabilità che il bambino finisca per accettarlo

A casa, invece, la routine alimentare è spesso più ripetitiva e condizionata dalle preferenze familiari, motivo per cui, se ai genitori non piace un particolare prodotto, è poco probabile che il bambino riesca a sperimentarlo prima di una certa eta, quando però potrebbe essere troppo tardi per ampliare i propri orizzonti gastronomici.

La gestione del "potere" a tavola

Mangiare non è solo una necessità biologica, ma anche un’occasione in cui i bambini imparano a esercitare il controllo sulle loro scelte. A casa, ha spiegato Fuller, spesso si assiste a veri e propri bracci di ferro tra genitori e figli, con lunghi negoziati su cosa e quanto mangiare. Negli asili, invece, i pasti vengono serviti senza possibilità di alternative, insegnando ai bambini ad accettare ciò che viene offerto senza troppe discussioni.

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Un altro aspetto interessante, sottolinea l'esperto, è che talvolta negli asili e nelle scuole può essere adottata la tecnica del self-service: i bambini vengono incoraggiati a servirsi da soli dai piatti comuni. Questo metodo permette loro di sentirsi più autonomi e aumenta la probabilità che assaggino nuovi cibi senza pressioni.

Meno controllo

Un altro motivo per cui i bambini mangiano meglio all’asilo è che non si sentono osservati. A casa, i genitori tendono a monitorare ogni boccone, creando involontariamente un clima di tensione che può scoraggiare il bambino. In un contesto collettivo, invece, l’attenzione non viene più concentrata su un solo individuo e i bambini si sentono più liberi di esplorare il cibo senza pressioni.

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Come portare i benefici dell’asilo a casa

Secondo Fuller, per portare a casa le sane abitudini alimentari dell’asilo è pertanto necessario replicare alcuni degli aspetti presenti nell'ambiente-asilo, come stabilire una routine precisa per pasti e spuntini, evitando distrazioni come dispositivi elettronici, del tutto assenti nei refettori scolastici.

Anche presentarsi come un modello positivo è un passo che ciascun genitore dovrebbe compiere: i bambini imitano ciò che vedono, quindi mostrare entusiasmo per cibi sani li incoraggerà a fare lo stesso. Offrire scelte limitate, magari dando la possibilità ai piccoli di selezionare cosa mangiare tra un paio di proposte healthy, e coinvolgerli nella preparazione dei pasti può poi aiutare a evitare i capricci alimentari e stimolare la curiosità dei bimbi. Infine, conclude Fuller, è bene provare a rendere ogni pasto in famiglia un momento rilassante e piacevole per favorire un atteggiamento positivo verso il cibo. Ciò significa che se una volta il bambino proprio non vuole saperne di mangiare un boccone in più del suo piatto di verdure, meglio non forzarlo: l'importante è riprovarci qualche giorno dopo e continuare a mantenere un atteggiamento propositivo. All'inizio sarà dura, ma i risultati non tarderanno ad arrivare.

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