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Perché la gravidanza espone le donne ad un maggiore rischio di femminicidio? Il parere delle psichiatre

La gravidanza espone le donne ad un maggior rischio di femminicidio, se già vivono una relazione fatta di violenza psicologica e fisica. Le psichiatre Aceti e Giacchetti hanno spiegato a Fanpage.it quali sono le dinamiche di coppia che la gravidanza sconvolge, rendendo una relazione violenta ancora più rischiosa per le donne.
Intervista a dottoresse Nicoletta Giacchetti e Franca Aceti
Psichiatre presso il Policlinico Umberto I, Università Sapienza di Roma, responsabili del servizio di psicopatologia neonatale
A cura di Sophia Crotti
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violenza contro una donna incinta
immagine di repertorio

La gravidanza sembra essere un fattore di rischio quando si parla di uomini violenti abituati a ritenere le proprie compagne come un oggetto fra le proprie mani. È quanto emerso da una lunga ricerca svolta dal New York Times che ha evidenziato come negli Stati Uniti lo stato gravidico di una donna giovane aumenti del 20% la possibilità che finisca vittima di un femminicidio. Non può che venire alla mente, a tal proposito, il caso di Giulia Tramontano, la ventisettenne uccisa dal suo compagno, Alessandro Impagnatiello, al settimo mese di gravidanza.

Le dottoresse Franca Aceti e Nicoletta Giacchetti, psichiatre presso il Policlinico Umberto I, Università Sapienza di Roma, responsabili del servizio di psicopatologia neonatale, hanno spiegato a Fanpage.it la correlazione tra dolce attesa e femminicidio, delineando come l'esperienza del tutto nuova di una gravidanza scuota profondamente le dinamiche di coppia e il bisogno di violenza per manifestare la propria dominanza, di un partner già violento.  "Il corpo della donna durante la gravidanza ha un potere che riesce ad avere poche volte nella vita, le permette di generare vita; un partner già violento e dominante potrebbe non accettarlo, iniziando dunque ad essere invidioso o geloso" spiega la dottoressa Giacchetti. Neanche l'immagine delicata di una donna che porta in grembo una nuova vita ferma un partner violento, anzi: "Un uomo aggressivo non si ferma davanti ad un'immagine socialmente intesa come delicata e vulnerabile ma anzi aumenta la sua violenza" conclude Aceti.

Giacchetti e Aceti
da sx dott.sse Aceti e dott.ssa Giacchetti (Psichiatre e responsabili dell'UO di psicopatologia neonatale dell'Ospedale Umberto I di Roma)

Perché la gravidanza aumenta il rischio di femminicidio per una donna che ha un partner violento?

Franca Aceti: Io penso che tra le motivazioni scatenanti ce ne siano alcune di tipo sociale, che dipendono dal contesto in cui si vive, tra cui la possibile difficoltà di accedere alle pratiche di aborto, le difficoltà di tipo economico che aumentano con l’arrivo di un figlio. Ma il fattore prevalente è legato alle nuove dinamiche della coppia che incontrano la struttura personologica di ciascun membro della coppia stessa. La presenza di dinamiche relazionali di controllo e potere e di abuso, già presenti nella coppia, si alimenta nel periodo perinatale perché la donna durante la gravidanza e nel post partum, sperimenta una situazione regressiva di maggiore dipendenza all’interno della relazione. Se nella relazione le dinamiche di tipo abusante sono già presenti, aumentano il bisogno il controllo e di potere.

Nicoletta Giacchetti: Concordo con la collega nel dire che si ripresentano in gravidanza modalità già presenti nella coppia. Si tratta infatti spesso di donne che affrontano la gravidanza molto giovani, proprio perché il tema della dipendenza è centrale in queste dinamiche di controllo. La violenza non è solo psicologica, ma anche economica, per esempio, diventa difficile per la donna affrontare con maggiore autonomia un momento delicato come la gravidanza. Talvolta la violenza viene agita dal compagno con un’idea di controllo dell’altro, si potrebbe trattare di una gravidanza da lui non voluta, per cui l’uomo potrebbe voler creare le condizioni perché il bambino venga abortito. Inoltre, un uomo violento con la gravidanza sperimenta per la prima volta anche una maggiore indipendenza della donna, che durante la gravidanza ha un potere che non ha in altre fasi della vita, generando vita, questo aspetto può creare invidia e gelosia. Il partner potrebbe sentirsi escluso dallo stretto rapporto tra la donna e il bambino, cosa che scatena anche grande furia, come se si sentisse impotente davanti al fenomeno della violenza, che è invece espressione della potenza al negativo.

Perché se socialmente il corpo di una donna è sempre considerato molto delicato durante la gravidanza, tanto da cederle il posto sui mezzi o in fila in cassa, un partner violento non lo considera tale e anzi lo attacca violentemente portandola anche al femminicidio?

Nicoletta Giacchetti: Io credo che questo faccia parte del modo in cui un uomo violento guarda alla compagna, ossia come ad un oggetto nelle sue mani e ad non una persona con propri bisogni, una propria sensibilità e le sue necessità. Dunque in quest'ottica viene tolto alla donna qualsiasi riconoscimento affettivo, diventa solo un oggetto nelle mani del partner violento, da usare a suo piacimento. Infatti, spesso, le donne subiscono violenze fisiche proprio a livello del seno e dei genitali, quasi a voler negare questo aspetto di femminilità creativa, ad umiliarla, con una sorta di sadismo di fondo, un atteggiamento violento, umiliante e svilente.

Franca Aceti: la stessa domanda potremmo farcela quando si parla di abuso o violenza sui minori. I bambini sono fragili e vulnerabili dinnanzi all'adulto abusante, eppure lui commette la violenza lo stesso. Aggiungerò una cosa: proprio i bambini che hanno vissuto esperienze di abuso e maltrattamento poi sono avvezzi a questo tipo di dinamiche violente in età adulta. Non vengono fermati dal fatto che chi hanno davanti è fragile e vulnerabile, proprio a causa dell'esperienza già vissuta.

partner violento

Subire violenze durante l'infanzia quindi può portare a un circolo vizioso fatto di violenza?

Giacchetti: Esatto, paradossalmente se si ha sofferto degli atteggiamenti di maltrattamento e abuso, si tende a ripeterli per uscire da una situazione di maggiore passività, per diventare finalmente potenti, mettendo in atto atteggiamenti violenti. Perché l'umanità nel suo complesso è qualcosa che si deve strutturare nel soggetto attraverso le relazioni primarie. Se i caregiver avuti in infanzia sono stati trascuranti o violenti, quello è il bambino ha dentro per la vita, quando diventa uomo non è neanche in grado di cogliere il dolore o la sofferenza negli occhi degli altri, perché nessuno ha riconosciuto i suoi.

Aceti: Addirittura la tenerezza, che potrebbe suscitare una compagna incinta, in queste situazioni attiva il maltrattamento piuttosto che la protezione.

Cosa può fare una donna incinta che subisce violenza dal partner?

Giacchetti: È necessario che le donne in gravidanza che subiscono violenza dal partner abbiano gli strumenti per fidarsi di un interlocutore esterno e riescano a chiedere aiuto per uscire da questa dinamica, purtroppo spesso accade che, invece, proprio a queste donne venga tolta la possibilità di curare la propria salute, anche durante la gravidanza, non permettendo loro di salvarsi.

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