Perché “la congestione digestiva dei bambini non esiste”: il parere del pediatra
In estate ci si preoccupa spesso che un tuffo nell’acqua del mare subito dopo mangiato o l’ingresso dei bambini in un locale in cui l’aria condizionata va al massimo possano comportare una congestione digestiva nel piccolo.
Il pediatra Francesco Silenzi che opera all’Ospedale Meyer di Firenze, ha spiegato a Fanpage.it che queste paure sono il frutto di un continuo tramandarsi di falsi miti.
“La congestione digestiva non ha fondamenti scientifici o medici, i bimbi in rarissime situazioni possono avere uno shock termico in estate, una condizione che non ha nulla a che fare, però, con la digestione”.
Che cos'è la congestione digestiva?
Dal punto di vista scientifico il termine congestione digestiva non è appropriato, in quanto questa patologia non esiste.
Possiamo parlare di uno shock termico che avviene però in condizioni estreme. Se per esempio il bimbo sta giocando ad una temperatura di 38 gradi e poi si tuffa in acque gelide, che sul territorio italiano non esistono per quanto riguarda i mari, questa significativa escursione termica può causare uno shock nel corpo del piccolo.
E qual è la differenza tra questa condizione e quella che noi comunemente chiamiamo congestione digestiva?
La differenza sostanziale è che un tuffo in acqua fredda o l'ingresso in un ambiente con l'aria condizionata gelata non comportano alcun problema legato alla digestione del bambino.
Il corpo che però vivrà queste condizioni estreme manifesterà anche sintomi poco piacevoli.
Quali sono i sintomi?
Il bimbo con uno shock termico trema, ha freddo, sente dei crampi, si sente affaticato, potrebbe in rari casi vomitare.
Come si risolve lo shock termico nei bambini?
Prima di tutto si risolve prevenendolo, è meglio per esempio acclimatare il bimbo alla temperatura dell'acqua in cui si tufferà, proponendogli di fare una doccia prima di tuffarsi.
Poi è importantissimo che i genitori, mentre il bimbo è in acqua, non lo perdano mai di vista e non appena manifesta dei sintomi di malessere lo facciano uscire dall'acqua, lo asciughino e riscaldino per bene.
Quanto dura questa condizione di malessere nel bambino?
La situazione di malessere secondaria a un momentaneo shock termico dura da pochi istanti a pochissimi minuti, ma non ha alcuna relazione con l'aspetto digestivo.
È sbagliato dunque dire al bambino di non entrare in acqua dopo mangiato dunque?
Assolutamente sì, si tratta di un falso mito. Per prevenire l'annegamento, che è la paura maggiormente connessa a un malessere in acqua al bambino, bisogna fare in modo che impari a nuotare il più presto possibile.
Qual è la differenza tra indigestione e congestione?
È un paragone improprio, l'indigestione è un'iper alimentazione temporanea, mentre la congestione, come abbiamo detto, non ha alcuna connessione con il meccanismo digestivo e fa più riferimento ad un eventuale shock termico.