Perché i genitori giudicano gli altri genitori e cosa si può fare per smetterla: i consigli dell’esperta
Essere genitori non è mai stato facile, ma oggi più che mai crescere un figlio sembra esporre mamme e papà ai giudizi sferzanti del prossimo. L’abbondanza di informazioni e i numerosi metodi "infallibili" per prendersi cura di un bambino hanno moltiplicato gli esperti – o presunti tali – sempre pronti a intervenire sulle scelte educative altrui. Spesso, però, i commenti e le critiche più dure arrivano proprio da altri genitori, ansiosi di fare osservazioni ed elargire consigli, soprattutto quando non richiesti.
Ma cosa si cela dietro questa tendenza? Per quale motivo molti genitori tendono a giudicare i propri "colleghi" senza curarsi troppo degli effetti provocati dalle loro parole? Recentemente il sito americano TodayParent ha provato a esplorare il fenomeno, interrogando alcune esperte per riuscire a scoprire le origini di un comportamento che in certi casi può minare le sicurezze e amplificare le ansie sociali di intere famiglie.
La psicologia del giudizio: proteggere sé stessi e cercare validazione
Secondo la psicologa clinica Anne Welsh, alla base del giudizio genitoriale c'è un bisogno profondo di protezione e validazione. "Giudichiamo per proteggerci dalla dolorosa realtà che non abbiamo tutto sotto controllo nella vita dei nostri figli", ha spiegato. Il desiderio di fare il meglio possibile è infatti del tutto naturale, ma la paura di sbagliare può diventare opprimente. Da qui l'istinto a criticare le scelte degli altri per sentirsi migliori, almeno per qualche momento.
Il bisogno di validazione si radica però anche nella nostra società. Come sottolineato da Welsh, da sempre l'individuo viene sottoposto a continue valutazioni del proprio operato attraverso voti, promozioni e stipendi che troppo spesso finiscono per definirlo, indipendentemente dalle effettive qualità personali. Tutti noi, ad esempio, siamo portati a giudicare positivamente un manager brillante e di successo, poiché vediamo nei suoi traguardi di carriera un riflesso del suo valore.
Quando si diventa genitori, però tutto questo sembra svanire: non ci sono premi o valutazioni per un buon lavoro come madre o padre. In questa mancanza, il giudizio sugli altri diventa un modo per sentirsi adeguati, ma è un conforto temporaneo che, a lungo andare, mina la fiducia in noi stessi.
Il giudizio come arma e scudo: l’esperienza di una madre
Kamini Wood, parental coach e madare, ha invece raccontato come il giudizio abbia segnato il suo percorso genitoriale. Diventata madre in giovane età, si è sentita costantemente sotto esame, come se l'essere giovani presupponesse automaticamente una cronica mancanza di competenza "del mestiere". Ovviamente questo la portava a una incessante ricerca di perfezione per dimostrare le propria capacità e sentirsi all'altezza della situazione.
Nonostante il successo ottenuto e il miglioramento della qualità di vita, tale atteggiamento aveva però alimentato un forte senso di colpa e il continuo timore di aver imboccato il percorso sbagliato per i propri figli.
Non esiste un unico modo di essere genitori
Uno degli aspetti più dannosi del giudizio è dunque l’idea che esista un solo modo giusto di fare il genitore. "Se esistesse un unico metodo corretto, non ci sarebbero 300 libri sull’argomento" ha sottolineato la dottoressa Welsh, ricordando come ci siano tanti modi validi di crescere un figlio, tutti basati sulle necessità uniche del bambino e della famiglia.
Certo, soprattutto per le madri non è semplice evadere da questa logica di confronto e paragone con standard elevati, anche perché le donne devono ancora oggi destreggiarsi tra carriere, compiti di cura e un'attenta gestione delle emozioni, il tutto molto spesso senza la possibilità di poter contare su un supporto adeguato.
Per spezzare questo circolo vizioso Welsh ha dunque suggerito di lavorare molto su se stessi, sviluppando una forte autoconsapevolezza che faccia capire quando si sta giudicando frettolosamente qualcuno (così da poter ritornare immediatamente a più miti consigli) e domandandosi perché l’opinione altrui sembra essere tanto importante. L'esperta ha poi consigliato di concedere sempre il beneficio del dubbio (tutti cercano di fare il loro meglio con le risorse a disposizione) e di accettare il fatto che la genitorialità non possa seguire un unico binario. Infine, se ci si accorge che scorrere le storie e i profili di social delle altre persone non fa altro che aumentare le proprie ansie, meglio prendersi una pausa dal mondo digitale e concentrarsi solo su se stessi e la propria famiglia.