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Perché i bambini vogliono vedere sempre gli stessi cartoni animati? La spiegazione dell’esperta

La professoressa Chiara Ionio, docente di Psicologia dello Sviluppo dell’Università Cattolica ha spiegato a Fanpage.it i meccanismi dietro questo particolare comportamento: “I bambini hanno bisogno di rituali e la ripetizione aiuta a costruire sicurezze. Importante però che un genitore sia sempre lì accanto, pronto a fornire risposte”.
Intervista a Chiara Ionio
Professoressa associata in Psicologia dello Sviluppo Unità di Ricerca sul Trauma Università Cattolica di Milano.
A cura di Niccolò De Rosa
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Cartoni animati e bambini

Tra piattaforme di streaming, cataloghi online e raccolte di DVD, oggigiorno l'offerta d'intrattenimento per i bambini è più vasta che mai. Eppure, nonostante le migliaia di contenuti potenzialmente a disposizione, molti bambini preferiscono guardare sempre quei quattro o cinque cartoni animati di cui hanno imparato ogni battuta.

Ma qual è il motivo di questo bizzarro comportamento? Perché i piccoli – curiosi per natura e desiderosi di scoprire cose nuove –  si ostinano a voler riguardare qualcosa che ormai conoscono a memoria?

"Una delle prime ragioni per cui i piccoli adorano guardare gli stessi cartoni o ascoltare la stessa canzone riguarda il fatto che i bambini hanno bisogno di ripetizioni, di routine" spiega a Fanpage.it Chiara Ionio, Professoressa associata in Psicologia dello Sviluppo all'Università Cattolica di Milano.

"Ciò dà loro un senso di sicurezza e di controllo nei confronti di già che accade intorno a loro. Ascoltando e guardando sempre le stesse cose, sanno già cosa avverrà e questo abbassa il livello di ansia".

Cosa comporta questa ripetitività? Ci sono controindicazioni?

Assolutamente no. Mentre un adulto affronta il mondo consapevole delle proprie competenze, maturate con l’esperienza, il bimbo queste competenze deve ancora acquisirle. Poiché gli intrecci di una storia o di un cartone, sono fatti di sequenze, attraverso la ripetizione della visione, i bimbi approfondiscono dunque la comprensione del comportamento dei personaggi, e iniziano a figurarsi ciò che anche loro potrebbero fare in situazioni simili. Tale meccanismo è anche alla base del cosiddetto problem solving.

Ci sono altri effetti positivi su questo continuo rewatching?

I bambini hanno anche una capacità di acquisizione delle informazioni un po’ più lenta rispetto all’adulto e sebbene i cartoni siano pensati per un pubblico di piccoli, la narrazione spesso ha una velocità abbastanza sostenuta. Rivedere il contenuto, dunque, li aiuta ad entrare meglio nei concetti e comprendere appieno le situazioni mostrate.

Chiara Ionio, Professoressa associata in psicologia dello Sviluppo Unità di Ricerca sul Trauma Università Cattolica di Milano.
Chiara Ionio, Professoressa associata in psicologia dello Sviluppo Unità di Ricerca sul Trauma Università Cattolica di Milano.

Sembra una specie di allenamento…

Soprattutto dal punto di vista emotivo. I bambini quando guardano un video provano delle sensazioni che spesso non conoscono e alle quali non riescono a dare un nome. Dunque la ripetizione permette loro di comprendere meglio anche l’impatto emotivo che certi suoni e certe immagini esercitano su di loro. Se poi vicino al piccolo c’è un genitore, allora può avvenire anche quello scambio importantissimo di mentalizzazione delle emozioni, dove il genitore accompagna il bambino a conoscere cosa sta provando, immagazzinando informazioni che saranno fondamentali per la loro vita. Questo forma la sua capacità empatica e di riconoscere le emozioni.

Dunque è importante che la visione dei cartoni, almeno fino ad una certa età, avvenga con un genitore vicino?

Più i bambini sono piccoli, più è importante che il genitore lo assista in simili attività. La TV babysitter non è una soluzione consigliabile per la crescita di un piccolo. Molti genitori pensano che lasciare i bimbi a guardare da soli un prodotto realizzato apposta per la loro età non possa avere controindicazioni, ma purtroppo non sempre è così, perché ogni bambino reagisce in modo diverso a ciò che vede. Mio figlio, ad esempio, da bambino era terrorizzato da un trenino che nella logica della narrazione non aveva nessun elemento per risultare spaventoso. Eppure ogni volta che lo vedeva scoppiava a piangere. Se fosse stato da solo davanti alla TV non sarebbe mai stato in grado di elaborare quel sentimento irrazionale.

La vicinanza di un genitore aiuta i bambini a fare i conti con le proprie emozioni e capire cosa sta guardando.
La vicinanza di un genitore aiuta i bambini a fare i conti con le proprie emozioni e capire cosa sta guardando.

La presenza del genitore è dunque importante per aiutare il bambino a lavorare sull’impatto emotivo del contenuto che sta fruendo. Certo, questo supporto non deve mai essere troppo invadente: basta limitarsi a rispondere alle sue domande del bimbo e rimanere “sintonizzati” con il suo stato emotivo.

La visione di un determinato cartone può diventare parte integrante di un rituale utile per la sua quotidianità? 

L’OMS sconsiglia qualsiasi forma di schermo ai bambini sotto i due anni d'età. Meno stanno davanti a un tablet o una TV meglio è per lo sviluppo emotivo e relazionale. Certo, durante la crescita è normale che i piccoli imparino ad approcciarsi anche ai contenuti multimediali, tuttavia è importante non allentare troppo il controllo. Il cartone animato – se adatto per l’età – può dunque diventare un piccolo elemento di routine, magari come “stacco” di qualche decina di minuti dopo la merenda o al ritorno da scuola prima di giocare con altro o fare i compiti. Fondamentale però stabilire un tempo limitato e far sì che il momento cartoni coincida con un'occasione di condivisione insieme ai genitori, una specie di coccola dove sia l’adulto che il piccolo si siedono insieme 10-15 minuti davanti alla TV o al tablet, scambiandosi impressioni su ciò che stanno guardando..

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