Perché i bambini fanno fatica a comprendere i “non detti”? La scoperta di uno studio tramite un gioco

"Ma l'hai visto?" quante volte in una conversazione tra adulti si utilizzano non detti e concetti impliciti e nonostante ciò la chiacchierata fila liscia.Un gruppo di ricercatori dell'Università di Kyushu, in Giappone, ha voluto capire, tramite un gioco divertente proposto a 82 bambini giapponesi, su cosa si focalizzasse la loro mente quando veniva proposto loro uno stimolo e veniva poi chiesto se "avessero visto quello".
La ricerca per capire l'interpretazione dei bambini dei non detti
"Se ci troviamo in una situazione condivisa e nel cielo compare una stella cadente si tratta di un evento sorprendente che attrae l'attenzione di chi guarda, dunque gli interlocutori, se uno dei due dice: ‘ma lo hai visto?' comprendono di cosa si tratta" spiega il professor Kazuhide Hashiya della Facoltà di studi sull'uomo e l'ambiente dell'Università di Kyushu. Il docente ha poi continuato dicendo che al suo team di ricercatori interessava, però, comprendere se anche per i bambini le ambiguità presenti nelle conversazioni quotidiane fossero altrettanto chiare.

Per comprenderlo hanno sottoposto un gioco animato a 82 bambini di età compresa tra i 7 e i 10 anni e adulti. Nelle animazioni comparivano nove figure mostruose, uno alla volta da sinistra a destra. Otto mostri erano sempre intenti a suonare una chitarra, mentre uno soltanto svolgeva un'attività diversa, una volta mangiava dei popcorn, una volta giocava con una mazza da baseball, una volta faceva la cheerleader. Alla comparsa di tutte le figure mostruose appariva poi una scritta che diceva "E tu lo hai visto?". A questa domanda gli adulti rispondevano sempre selezionando il mostro che faceva altro rispetto ai suoi amici, mentre i bambini tendevano con più facilità a selezionare l'ultimo mostro comparso, dimostrando di non riuscire a comprendere il "non detto" o meglio di interpretarlo in maniera più letterale.
Perché adulti e bambini comprendono la realtà in maniera diversa?
Secondo i ricercatori i motivi dell'incapacità dei bimbi di comprendere i discorsi astratti o il non detto dipenderebbero dal fatto che gli adulti, a differenza loro, usano più indizi provenienti dal contesto sociale per comprendere le intenzioni del parlante. "Servono risorse cognitive che i piccoli non hanno, ma che acquisiranno nel tempo" spiega Kishimoto. Il professore inoltre suggerisce che andare oltre il significato letterale è complesso per tutti i bambini, ma praticamente impossibile per quelli con diagnosi di autismo: "Speriamo che queste scoperte e questo semplice gioco possano essere utilizzati anche per le diagnosi precoci di disturbi del neurosviluppo nei bambini, migliorandone le capacità comunicative e di interazione sociale" ha concluso lo studioso.