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Perché è così difficile per i genitori vivere il Natale senza i figli? Il parere della psicologa

Natale non per tutte le famiglie è sinonimo di riunione, questo Natale ci saranno dei posti vuoti a tavola, colmati dalla gioia di figli felici anche lontani dai genitori o dai silenzi di chi ha deciso di risentirsi per l’assenza dei figli, anche se adulti e liberi di scegliere per sé.
Intervista a Benedetta Mulas
Psicologa e psicoterapeuta
A cura di Sophia Crotti
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adulti da soli a natale

Film, favole, racconti, pubblicità, riviste, tutto sembra dirci che Natale è sinonimo di famiglia, eppure non tutti i genitori a Natale riabbracceranno i propri figli perché, come ci spiega la dottoressa Benedetta Mulas, psicoterapeuta specializzata nei temi che riguardano la famiglia, come in ogni rapporto d’amore, anche in quello che intercorre tra genitori e figli c’è un po’ tutto, amore e odio. A seconda di come si reagisce, anche alle assenze dei propri figli, dietro cui, spiega la dottoressa, si nasconde sempre qualcosa da approfondire e un momento di crescita, i rapporti si rafforzano o si logorano, il giorno di Natale e tutto l'anno.

Benedetta Mulas
Benedetta Mulas (Psicologa e psicoterapeuta)

Tutti raccontano il Natale come un momento di riunione della famiglia, cosa possiamo dire alle famiglie che invece nemmeno per le feste riescono a riunirsi?

Dobbiamo dire ai genitori che la loro famiglia va bene così com’è. Siamo in una società che ci vuole sempre performanti, smaglianti, sorridenti e felici, la famiglia è invece teatro di luci e ombre che vanno accolte e normalizzate. Più accogliamo le ombre, più possiamo lavorare su ogni aspetto delle nostre relazioni, più le neghiamo, rinchiudendoci in dimensioni ideali che non esistono, e più veniamo gestiti dalle ombre stesse. Dobbiamo accogliere il fatto che nelle famiglie ci sia tutto, ambivalenze, storie delle persone diverse, non detti, conflitti e rabbia, tanto quanto l’amore, la luce e l’affetto.

Perché per le famiglie in cui genitori e figli sono in lite, può essere difficile festeggiare il Natale?

Perché le famiglie sono teatro di amore e di odio, come dicevo, territori in cui circolano, come in ogni rapporto d’amore, luci e ombre. Il Natale evoca in maniera molto idealizzata la famiglia riunita, nel calore, nella serenità ed armonia. Tutto ciò va a cozzare con i sistemi familiari dove si trovano dei conflitti non elaborati che circolano e che non rendono, giustamente, fattibile l’attuazione di una bella riunione di famiglia, che spesso ci dimentichiamo essere ideale e per tanto, diversa dal reale.

Se nonostante le difficoltà si decide di trascorrere le festività insieme, genitori e figli che atteggiamento devono cercare di tenere?

Io credo che un genitore competente debba saper accogliere anche la rabbia dei propri figli, ricavandosi dei momenti in cui affrontare le cose più a fondo e accettare che il figlio in quel momento abbia necessità di manifestare il suo rifiuto. I figli crescono e durante il processo di crescita devono anche poter esprimere la loro rabbia, trovando genitori che l’accolgano senza per forza comprenderla, ma facendola propria senza farne poi un elemento di offesa o di attacco personale. Basta comprendere che quei momenti di rifiuto servono ai propri figli e che da lì in avanti bisogna mettersi in ascolto, soprattutto se il figlio deciderà di verbalizzarli. Conflitti e crisi, se si mette da parte il proprio lato narcisistico, facendo spazio alla fatica della relazione, diventano momenti di crescita.

Parlando invece della sindrome del nido vuoto, per i genitori che si trovano a vivere il primo Natale senza i figli, che festeggeranno Natale con la famiglia del partner, come possono gestire il risentimento per un Natale distanti?

Il genitore si risente se vive la vita del figlio come un attacco a se stesso, invece il genitore deve essere felice di aver generato un figlio adulto che sta bene e che per i propri motivi di carriera, vita o relazione decide di festeggiare il Natale altrove. Se gli adulti riescono a vivere così le feste, sapranno riempirle se non con la presenza di loro figlio, con la sua gioia, ritagliandosi in seguito un momento in seguito per stare insieme.

Si può dunque dare vita ad una tradizione nuova, che si adatti alla vita di genitori e figli?

Certo che sì, si può festeggiare insieme un momento diverso dal Natale, si può dare vita ad un nuovo rituale per stare insieme, accettando che ci si possa ritrovare attorno ad un tavolo quando si è più sereni e disponibili e non per forza il 25 dicembre.

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