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Perché è ancora importante far scrivere a mano i bambini: la spiegazione di un pedagogista

Il digitale prenderà il sopravvento in tanti ambiti, ma la scrittura su tablet e pc non sostituirà mai, parlando di benefici, quelli della scrittura a mano. Lo ha spiegato il professor Roberto Travaglini a Fanpage.it.
Intervista a Roberto Travaglini
Professore associato di Pedagogia generale e sociale presso l’Università di Urbino Carlo Bo, direttore del Master di I livello in pedagogia e educazione del gesto grafico
A cura di Sophia Crotti
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bimba scrive a mano
immagine di repertorio

Pensando alla scuola del futuro viene da chiedersi se i bambini trascorreranno ancora interi pomeriggi a ricopiare ciascuna lettera per imparare l’alfabeto, se gli appunti si prenderanno ancora a mano, se il corsivo sarà solo uno dei tanti font del pc o se i piccoli sapranno ancora incidere sui loro quaderni maiuscole e minuscole con angoli smussati, permettendo così ai loro pensieri di fluire continuamente.

Il docente Roberto Travaglini, professore associato di Pedagogia generale e sociale presso l’Università di Urbino Carlo Bo, direttore del Master di I livello in Pedagogia e educazione del gesto grafico, ha spiegato a Fanpage.it per quali sue caratteristiche intrinseche la scrittura a mano è insostituibile da quella delle tastiere. “Fin dallo scarabocchio la scrittura a mano permette al bambino di raccontare la propria storia, rimanendo sempre emotivamente collegato a essa, cosa che un pc non consente”.

Il docente Roberto Travaglini, professore associato di Pedagogia generale e sociale presso l’Università
Roberto Travaglini (professore associato di Pedagogia generale e sociale presso l’Università)

Quali sono i benefici della scrittura a mano per i bambini, rispetto a quella digitale?

Bisogna dire innanzitutto che la scrittura a mano sta diminuendo sui banchi di scuola e negli ambienti extrascolastici, ed è un segno dei nostri tempi, in cui la digitalizzazione è diventata pervasiva di ogni ambiente umano. Ciò significa che la scrittura come tanti altri fenomeni umani e sociali si sta liquefacendo, trasformandosi in una realtà metafisica. Questa però è essenziale, perché è la diretta espressione dei sistemi neuromotori dell’uomo e della mano che la produce direttamente, quando si tiene una penna tra le dita. La scrittura a mano, infatti, implica un processo di rapporto fisico, materiale e corporeo essendo un'espressione creativa di se stessi, che potremmo identificare nel gesto scrittorio in senso lato. Con scrittura a mano infatti intendiamo anche tutti quegli scarabocchi prescolastici e disegni spontanei che i bambini sono portati a fare in modo del tutto naturale e che è bene facciano per evitare che la mancata esercitazione in queste fasi prescrittorie possa causare non poche difficoltà di espressione scrittoria nel momento in cui ci si appresta a imparare a scrivere.

Un sistema solo virtuale di manifestazione dei pensieri però fa sì che si perda il collegamento tra la mente che formula le idee e il gesto grafico, che al massimo sui touch screen o sulle tastiere può dar vita a dei prodotti standardizzati, informazioni informatiche che non hanno più un diretto contatto con alcuni centri del cervello, preposti alla costruzione della scrittura e della fine articolazione delle lettere, il luogo dove vengono proiettati i propri dinamismi intrapsichici, unici e irripetibili perché nessuna scrittura è identica a nessun’altra.

Scrivere a mano permette di apprendere meglio rispetto all’utilizzo di un pc?

Sì, perché la scrittura a mano implica non solo l’utilizzo della mente ma anche del corpo; il bambino è immerso dalla testa ai piedi in un pensiero che si trasforma in simboli e in intere parole e frasi. Un altro elemento importante della scrittura a mano è che il tempo rimane padrone, mentre oggi tutto scorre velocemente in una società liquida, le vite sono di corsa e la scrittura a mano costringe a un rallentamento, obbliga a dedicarsi all’argomento che si vuole narrare o che si sta ascoltando per più tempo, necessario alla realizzazione di funzionali processi di apprendimento.

La scrittura manuale poi, a differenza di quella sugli schermi, ha la possibilità di essere insegnata in corsivo, in stampatello e stampato maiuscolo, quanto è importante per i piccoli conoscere questi diversi stili?

In ogni caso, è sempre meglio una scrittura a mano che una scrittura digitale, in termine di benefici, per il mantenimento di un’espressione creativa di se stessi. Se dovessimo, però, soppesare la diversa funzionalità della scrittura corsiva rispetto allo stampato maiuscolo o minuscolo, va dato un peso maggiore alla scrittura corsiva. Il mondo della pedagogia è ancora diviso tra chi ritiene che sia bene insegnare fin da subito la scrittura in stampato ai bambini e chi invece ritiene che si debba fare lo stesso con la scrittura corsiva. Io penso che il corsivo sia uno stile indispensabile all'apprendimento dei bambini; come dice la parola, si intende una scrittura che corre da sinistra a destra in modo più agevole di quanto non si faccia con lo stampatello, che prevede un’alzata di mano dal supporto cartaceo ogni volta che si compone una nuova lettera. Questo dà vita a un’interruzione della narrazione di sé; invece, quando il bambino è piccolo è molto preso emotivamente dal desiderio di raccontare le proprie storie e, quando lo fa, deve poter rimanere immerso nella storia, utilizzare un sistema di espressione che non lo limiti nella narrazione, come avviene con il corsivo.

La bella grafia può interrompere questo processo di espressione di sé che la scrittura a mano riesce a garantire?

Sì, se il bambino è troppo concentrato sul dover fare delle belle lettere chiare e comprensibili per il mondo adulto, sarà molto meno attento rispetto alla storia che vuole mettere nero su bianco. L’adulto deve fare i conti con la finalità della scrittura soprattutto durante le prime fasi di apprendimento. Soprattutto nella prima infanzia l’elemento espressivo è una caratteristica primaria della creatività.

Prendere appunti a mano ha un impatto positivo sulla memoria dei bambini?

Sì, penso che abbia senz’altro un’incidenza notevole nei processi di apprendimento; se trascriviamo un pensiero con la tastiera di un pc o attraverso dei mezzi in grado di trascrivere una registrazione vocale, possiamo essere distratti dal mezzo, non essere più addentro all’oggetto della comunicazione didattica, come avviene, invece, quando si è impegnati a scrivere con una mente e un corpo che seguono quanto il docente sta dicendo. Personalmente conduco delle statistiche empiriche durante le mie lezioni e mi accorgo che chi prende appunti a mano è più collaborativo con quanto detto e più presente sull’argomento, perché si trova a costruire quanto proposto didatticamente, attraverso la scrittura.

Nella scuola del futuro la scrittura manuale verrà scalzata completamente dalla scrittura con tastiere o touch screen?

Io credo di no, anche se è lecito pensarlo in una società che sta andando sempre più verso una notevole tecnologizzazione e una certa forma di disumanizzazione. Al contempo, però, ritengo che non sia giusto essere catastrofisti rispetto alla scrittura digitale: sono più per un'integrazione tra le due forme di linguaggio scritto, purché la scrittura a mano, meglio se corsiva, non sia abbandonata del tutto o in gran parte. È utile che a scuola si insegni ai bambini a servirsi dei devices che utilizzano tutti, senza abbandonare mai la scrittura manuale, che rimane un esercizio creativo implicante l’attivazione di importanti centri superiori del cervello che, se non esercitati, rischiano di atrofizzarsi. Non scrivere a mano potrebbe causare grossi problemi a livello neuro-motorio, cognitivo ed espressivo.

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