Perché ci sono sempre più casi di streptococco nei bambini: il parere del pediatra
I casi di streptococco nei bambini tra i 3 e i 5 anni hanno subito un vorticoso aumento dopo la pandemia di Covid-19. A riferirlo è stato uno studio condotto dal gruppo di ricerca dell’Università Cattolica RCSS, Fondazione Policlinico Gemelli e pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Microbe. La ricerca è iniziata nel 2018 ed è proseguita fino al 2023, coinvolgendo i pazienti pediatrici di età compresa tra gli 0 e i 18 anni. I ricercatori hanno raccolto in tutto 2230 tamponi provenienti da 1839 piccoli pazienti, ma se il trend di tamponi all’anno, inizialmente stabile attorno ai 400 per il 2018 e il 2019, è andato abbassandosi del 50% nel 2020, nel 2023 è risalito rapidissimamente con un totale di 501 tamponi registrati durante l’anno. Ad essere risultati particolarmente soggetti all’infezione da streptococco sono stati i bambini di età compresa tra i 3 e 5 anni, dunque di età prescolare, con un aumento di tamponi positivi in questa fascia d’età pari al 46%.
A spiegarci il motivo di questi tamponi positivi è stato Antonio Gatto, firmatario dello studio, pediatra dell’UOC di Pediatria Del Policlinico Gemelli e docente di Pediatria all’Università Cattolica.
Qual è il batterio che che avete indagato durante la ricerca e quali sintomi può dare?
Noi parliamo di streptococco beta emolitico di gruppo A che è un tipo di batterio che può provocare, nel caso specifico del nostro studio, delle faringiti, ossia infiammazioni della faringe che si associano a essudato a livello tonsillare, ossia del materiale biancastro che compare all'altezza delle tonsille.
Un altro sintomo è la comparsa di puntini rossi sotto al palato, con una lingua molto rossa che noi definiamo a fragola. Oltre a questo a volte ci sono delle piccole lesioni cutanee lievemente rilevate, di un colore rosso accesso, come la scarlattina, abbastanza caratteristiche.
Se il bimbo manifesta questi sintomi cosa bisogna fare?
In presenza dei sintomi è essenziale fare una visita pediatrica e un tampone specifico per isolare il batterio. I tamponi vengono venduti anche in farmacia ma è importante non demandare al genitore la diagnosi, bisogna recarsi dal pediatra che in caso di positività suggerirà la terapia antibiotica.
Come mai dopo il Covid sono aumentati i casi nei bambini di età prescolare?
Perché questi bambini hanno vissuto nei loro primissimi anni di vita il periodo pandemico caratterizzato dall'utilizzo di presidi come mascherine e isolamento sociale che, oltre a scongiurare il Covid, hanno limitato anche la diffusione delle infezioni respiratorie. Questa fetta di popolazione in quegli anni non è venuta a contatto con nessun virus, germe o batterio è oggi più suscettibile perché ha una memoria immunitaria più limitata rispetto ad altri. Per questo adesso quei bambini sono più predisposti a recuperare le infezioni che in precedenza non hanno avuto e per le quali non si sono immunizzati.
Il dato è destinato a tornare normale negli anni?
Sì, ovviamente possiamo solo fare delle supposizioni per ora, ma dal momento che l’aumento dei casi è riconducibile a quel periodo anomalo del Covid, è chiaro che una volta che la situazione si è normalizzata, i bambini che stanno nascendo ora avranno un decorso simile a quello dei bambini che il Covid non lo hanno mai vissuto.
Adesso, invece, com’è la situazione?
Posso dire che in ospedale noi lo isoliamo ancora con una discreta frequenza, stiamo continuando il nostro periodo di monitoraggio e ricerca ma il trend di una maggiore incidenza di casi di streptococco tra i pazienti pediatrici si è confermato anche questo inverno.
Lo streptococco è lo spauracchio di molti genitori. Se non ben curato a cosa porta?
Anche su questo è importante fare chiarezza, perché le complicanze si registrano in una percentuale molto bassa, è vero che bisogna fare attenzione, interessarsi e, se lo richiede il medico curante, iniziare una terapia antibiotica, ma senza allarmismi. Oggi abbiamo tutti gli strumenti diagnostici per individuare la presenza di streptococco che tra l'altro risponde benissimo alla terapia antibiotica, e quindi non bisogna mai abbassare la guardia ma senza allarmarsi troppo.