Perché alcuni bambini vivono il compleanno con disagio, lo psicologo: “Mai sottovalutare la sovrastimolazione emotiva”
Il compleanno, per un bambino, è spesso associato a momenti di gioia, regali e festeggiamenti in compagnia. Tuttavia, per alcuni piccoli, questa giornata speciale può trasformarsi in una fonte di sovrastimolazione emotiva, causando stress e disagio che rischiano di sfociare in pianti e comportamenti dirompenti.
Il frastuono dei festeggiamenti, le aspettative di comportamento o la pressione nel gestire le attenzioni, possono infatti risultare elementi difficili da elaborare, specie nei bambini più sensibili o in quelli con difficoltà di autoregolazione. Gian Marco Marzocchi, professore associato di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, ha dunque spiegato a Fanpage.it come simili fattori possano influenzare l’esperienza di un evento che dovrebbe essere sinonimo di allegria, fornendo spunti per aiutare i genitori a gestire simili situazioni con interventi efficaci, come sottrarre il bambino al trambusto o sussurrare la canzone di buon compleanno in modo da non irritare il piccolo in sovraccarico, come fatto da una famiglia americana in un video recentemente diventato virale.
Perché anche eventi e piacevoli, come un pomeriggio di giochi o una festa di compleanno, possono sovraccaricare un bambino?
Ci sono variabili sia fisiologiche che sociali. Rumori, luci e immagini sono tutti stimoli che mettono sotto pressione il sistema nervoso centrale, che nei bambini piccoli non è ancora ben sviluppato. Occorre dunque un po’ di tempo in più per elaborare tutte queste informazioni. A ciò si aggiunge poi un elemento di tipo sociale che riguarda le relazioni che il piccolo sta intrattenendo.
In che cosa consiste?
In occasioni come un compleanno o una riunione di famiglia, un bambino può trovarsi ad avere a che fare con tante persone diverse che comunicano e adottano comportamenti che il piccolo può percepire come inusuali. Durante una festa di compleanno, ad esempio, il giovane festeggiato vive un’esperienza unica – l’evento si ripropone una volta ogni 365 giorni – quindi non è in possesso di quegli apprendimenti che consentono di affrontare con un certo automatismo le situazioni che gli vengono proposte, come lo stare in piedi da solo davanti a una torta o la necessità di scartare i regali di fronte a tutti gli invitati.
Essere al centro dell’attenzione può essere stressante?
Certo che sì. Noi siamo naturalmente portati a mettere il giovane festeggiato su un piedistallo, convinti che questo lo faccia sentire importante e appagato. Tuttavia avere troppi occhi puntati addosso e percepire il peso di così tante aspettative potrebbe mettere il bambino decisamente a disagio. Occorre dunque prestare molta attenzione ai caratteri individuali dei piccoli.
Alcuni bambini sono più sensibili di altri?
Alcuni bambini sono dotati di maggiori difese e non vengono disturbati più di tanto da questa elevata quantità di stimoli. Altri, invece, risultano più suscettibili alla confusione e alle attenzioni altrui, aumentando il rischio di uno scoppio emotivo o l’adozione di comportamenti disregolati una volta superata la soglia di tolleranza.
Come può un genitore capire se il figlio si sta godendo la festa o, al contrario, sta subendo una sovraccarica emotiva?
Il tema cruciale è comprendere il temperamento dei bambini, ossia i suoi tratti innati di personalità. Le mamme e i papà devono quindi osservare i propri bimbi e capire cosa apprezzano davvero. Può sembrare una cosa banale e scontata, ma per farlo i genitori devono evitare di imporre le proprie rappresentazioni e aspettative sui figli, e questo non è affatto semplice. Quanti genitori sono convinti che al proprio figlio piaccia un certo cibo o un'attività, quando in realtà desiderano semplicemente che il piccolo condivida con loro quella passione? Anzi, a volte le proiezioni che i genitori esercitano sui figli sono tali che i bambini fingono di gradire qualcosa per non scontentare l’adulto.
In che modo si può evitare un simile inconveniente?
Occorre costruire giorno per giorno un rapporto che consenta al bambino di essere spontaneo e libero di esprimere i propri desideri, senza il timore di deludere qualcun altro.
Quali sono gli indicatori che possono far intendere la presenza di una sovrastimolazione emotiva?
Il sovraccarico di solito non avviene in modo repentino, ma segue una certa gradualità, come se il bambino non riuscisse a smaltire nel tempo tutte le emozioni e gli stimoli che lo stanno sommergendo. In questi casi è importante che il genitore presti attenzioni tanto al comportamento esternalizzato, ossia ai movimenti e alla gestualità, quanto a quello internalizzato. Alcuni bimbi infatti diventano iperattivi ed eccitati prima di affrontare una fase di down che li porta a una piccola crisi. Altri invece iniziano a chiudersi e a sottrarsi alle interazioni con gli altri, mostrandosi spaventati e reticenti a nuovi stimoli.
Cosa fare se ci si accorge che il bambino sta percependo un disagio?
L’intervento deve essere personalizzato in base alle caratteristiche del bambino. In questi casi infatti, la cosa migliore da fare è sottrarre il bambino dalla situazione di “discomfort” e riportarlo a un contesto dove possa sentirsi più sicuro e a proprio agio. Se ad esempio il genitore sa che il piccolo si tranquillizza quando viene preso in braccio o ascolta una particolare canzone, allora è bene mettere il piccolo in condizioni di ritrovare la propria zona comfort per ridurre rapidamente lo stress percepito.
Ci sono abitudini quotidiane che possiamo adottare per ridurre il carico di stimoli?
A differenza degli adulti, che spesso ricavano interesse e gratificazione dalle novità, i bambini trovano sicurezza nella routine, dunque è bene che i piccoli abbiano sempre un po’ di tempo per metabolizzare gli stimoli che ricevono. Proporre ogni giorno cose nuove credendo di incoraggiare lo sviluppo e gli interessi dei piccoli, potrebbe invece disorientarli. Inoltre, come indicato da tutte le guide pediatriche, è importante diminuire anche le stimolazioni sensoriali, regolando con attenzione il tempo che i bambini passano davanti agli schermi.