Perché ad un certo punto gli amici d’infanzia non ci piacciono più? L’amicizia in Inside Out 2
L’amicizia è così centrale nella vita di bambini e adulti, da avere una giornata dedicata. L’Onu nel 2011 stabilì che il 30 luglio sarebbe stata la giornata internazionale degli amici, volta a celebrare valori come la fratellanza, l’uguaglianza, la pace e la parità.
Gli amici di infanzia svolgono un ruolo così fondamentale nella vita dei bambini prima e degli adolescenti poi, eppure, come nel caso di Riley, la protagonista di Inside Out 2, ad un certo punto crescendo si rivelano per quello che sono: infantili e diversi da come si è diventati.
Così le due amiche d’infanzia di Riley vengono rimpiazzate da un nuovo obiettivo: entrare a far parte della squadra di hockey della scuola e essere accettata dalla capitana. Si tratta di uno dei momenti cruciali dell’adolescenza, spiega la dottoressa Emanuela Confalonieri, docente di psicologia dello sviluppo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, in cui gli adolescenti sono portati a domandarsi “ma cosa sono disposto a fare per entrare a far parte di un gruppo di amici?".
Così anche Riley si trova a scegliere tra rinunciare a se stessa, come quando sul divano con le ragazze della squadra di hockey finge di non conoscere una canzone che ama, o a farsi accettare per quella che è, cosa che solo le sue amiche d’infanzia sanno fare.
Quanto è importante l’amicizia per i bambini e nella loro crescita?
L’amicizia è un’esperienza relazionale che contribuisce fortemente al benessere psicologico sin dall’infanzia e, più in generale, all’adattamento psicosociale dell’individuo. Le funzioni specifiche dell’amicizia poi cambiano a seconda dell’età, perché per poter costruire e mantenere un buon legame amicale ci vogliono competenze come abilità sociali, relazionali, cognitive, emotive, che si affinano crescendo e dando vita anche relazioni amicali assumono quindi una fisionomia diversa.
Qual è la più grande differenza tra amicizie d’infanzia e amicizie più adulte?
Le amicizie sono sempre legami selettivi, a cambiare sono i motivi di questa “selezione”. Inizialmente il bimbo sceglie l’amico per motivazioni legate ad una dimensione di divertimento: è suo amico chi lo fa divertire o chi per esempio ha dei bei giochi.
Mano a mano che il bimbo cresce e si avvicina all’adolescenza diventano importanti, invece, gli aspetti caratteriali dell’altro, perché in questa delicata fase della vita l’amico diventa un supporto e un confidente empatico. Il ragazzo inizia a chiedersi quanto stare con l’altro lo faccia stare bene, se l’altro ha delle caratteristiche che gli piacciono e in cui si ritrova. Queste nuove competenze si sviluppano proprio nell'adolescenza e consentono di stringere legami amicali che potenzialmente saranno gli stessi anche in età adulta.
Chi è invece il migliore amico? E perché è importante?
Il rapporto che si instaura con il migliore amico, è una relazione impegnativa che va curata, e che richiede il giusto impegno emotivo e in termini di tempo. Quello con il migliore amico è uno di quei pochi legami particolarmente significativi, perché il bimbo prima e il ragazzo poi, comprende che con lui tutti gli ingredienti dell’amicizia sono potenziati, soprattutto l’aspetto del capirsi reciprocamente per crearsi un proprio linguaggio e delle proprie memorie, dei propri segreti e la fiducia reciproca.
Con l’avvento dei social network, però, questo ruolo rischia di annacquarsi, perché su quei canali si è amici di tantissime persone, quando invece gli amici, nella vita reale, si contano sulle dita di una mano, gli altri si definiscono conoscenti. A volte perdiamo di vista il fatto che l’amicizia è un legame relazionale importante, che richiede energia e tempo per essere curato e mantenuto, e noi esseri umani non abbiamo le energie per mantenere troppi legami, dal momento che dobbiamo intessere e mantenere anche quelli con fratelli e genitori.
In Inside Out 2 la protagonista Riley, ad un certo punto, inizia a pensare che le sue amiche delle elementari siano infantili, perché succede?
Perché c’è una naturale evoluzione, che non prevede però che tutti gli adolescenti maturino con la stessa velocità. Riley sente un’attrazione per Val Ortiz, altro elemento fondamentale nell’amicizia, perché ha dei nuovi obiettivi, ma avrebbe anche potuto avere nuovi bisogni. Se le amicizie precedenti non riescono a rispondere alle nuove esigenze, è normale che una persona inizi a guardare altrove.
Riley sta vivendo la preadolescenza e le sue amiche delle elementari si divertono con cose che ormai l’annoiano, perché le ritiene infantili, quindi è attratta da altre figure. Questo atteggiamento fa parte della normale evoluzione delle cose, la ragazzina che era Riley a 9 anni è diversa da quella che è ora, diventa una persona con cui le sue amiche non vanno più d’accordo, tra loro si differenziano i progetti di vita futuri, le passioni e i desideri.
L’adolescenza è proprio il momento in cui nasce il gruppo dei pari e nascono le nuove amicizie che talvolta fanno terminare quelle precedenti. Ovviamente alcuni amici si mantengono, se si continua però a rispondere reciprocamente ai bisogni dell’uno e dell’altro.
Le nuove amiche di Riley hanno tutte una caratteristica in comune, quel ciuffo rosso, che ad un certo punto anche lei si dipinge, le amicizie adolescenziali nascondono un desiderio di appartenenza?
In adolescenza il gruppo dei pari ha una funzione fondamentale perché aiuta l’adolescente ad allontanarsi, autonomizzarsi, separarsi dalle figure genitoriali. Questo passaggio necessario per diventare grandi, fa però una gran paura ai ragazzi. Il gruppo di amici diventa dunque una sorta di oggetto sostitutivo alla famiglia, perché il ragazzo si allontana dai genitori ma ha bisogno ancora del conforto che loro gli davano e che ora cerca tra gli amici.
Questo accade perché il gruppo dei pari non giudica, non valuta, vive le stesse cose e per questo comprende anche meglio degli adulti. Questo gruppo è una palestra sociale importante, da una parte ci si mette in gioco, dall’altra si scoprono una serie di modalità di vita che non erano proprie e fanno capire quanta varietà ci sia.
In questi gruppi ci sono forti aspetti di similarità che caratterizzano le persone che ne fanno parte, quindi in alcuni casi il modo di vestire, la musica che si ascolta, le letture, gli sport, le passioni comuni e questo senso di appartenenza può esprimersi anche proprio con lo stesso colore di capelli, o lo stesso stile. Diventa una sorta di cultura del gruppo, Riley segnala di farne parte colorandosi i capelli in quel modo.
Riley però, pur di essere accettata diventa altro da sé, cosa che non accadeva con le amiche d’infanzia, perché succede?
L’ingresso nel gruppo dei pari in adolescenza, è un momento di passaggio in cui ci si chiede cosa comporta far parte di un nuovo gruppo, se significa rimanere se stessi o modificarsi. A questo interrogativo ne segue un altro: quanto è importante per me far parte di questo gruppo?
Nel caso di Inside Out 2 la priorità per Riley è far parte della squadra di hockey e anche del gruppo amicale e pur di raggiungere il suo obiettivo principale è disposta anche a scendere a compromessi, atteggiamento tipico di questa età, quando si decide cosa è più importante.
Riley poi, come si evince dalla parte finale del film, è come se decidesse che per quanto importante la sua squadra, forse le costerebbe troppo in termini di specificità e personalità, entrare a far parte di questo nuovo gruppo.
Ogni adolescente quando entra in un nuovo gruppo si chiede quanto questo gli consenta di essere chi è, di capire chi vuole diventare e quanto invece il gruppo lo strumentalizzerà e non gli consentirà di essere chi si è. A volte gli adolescenti negano parti di sé, e scendono a compromessi per entrare nel gruppo dei pari, ma altre volte si allontanano da un gruppo che non consentirebbe loro di seguire il loro processo di evoluzione.
Ad un certo punto però la capitana della squadra sembra diventare un idolo più che un'amica per Riley, c'è differenza?
Qui entra in gioco l'età di Riley, perché in tutti i gruppi ci sono le figure carismatiche, che per le proprie caratteristiche temperamentali sono le più seguite, ammirate e ascoltate: i leader.
Più spesso ci sono poi dei ruoli nei gruppi, c'è chi fa ridere, chi è bravo a socializzare ma anche chi è più carismatico degli altri, se parliamo di gruppo di pari, anche nel senso di età, le figure carismatiche sono molto importanti, perché gli altri membri del gruppo cercando di imitarli, possono sentirsi più forti, aumentare l'autostima, avere un'immagine più positiva di sé.
Il rischio è quando tutto questo si trasforma in mera emulazione, e queste figure chiedono agli altri membri del gruppo di diventare uguali a loro.
Che ruolo hanno i genitori nella scelta delle amicizie dei propri figli?
Quando siamo piccoli dipendiamo dai nostri genitori ed inevitabilmente anche le amicizie sono più legate alle famiglie che si frequentano insieme ai genitori. È più facile dunque che si diventi amici di chi ha genitori che sono amici dei propri genitori, per una questione anche organizzativa, man mano che si cresce il rapporto di dipendenza dai genitori si allenta e la loro influenza sulle amicizie dei figli si diluisce.
I ragazzi iniziano ad essere più sicuri delle amicizie che li fanno stare bene e, dal momento che in adolescenza inizia il graduale distacco dai genitori e gli amici sono sempre più importanti, è normale anche che i genitori discutano con i figli, perché vorrebbero sapere sempre chi frequentano i loro figli, che influenze hanno. Spesso i genitori si spaventano per delle amicizie dei loro figli che faticano a comprendere, in cui non si ritrovano, in questo caso non dovrebbero vietare questi rapporti, quanto più interessarsi a capire cosa il figlio vede in un ragazzo o in una ragazza che lui invece pensa lontanissimo per principi e valori.
Piuttosto che opporsi è meglio mostrare una giusta curiosità "cosa ti piace di questo amico?", "perché ci stai bene?". Perché è giusto che i ragazzini si orientino sulla strada che desiderano. Se quando si è piccoli ci si sceglie seguendo dei criteri di similitudine, si scelgono i bambini simili a noi, per temperamento, scuola e tipologia familiare, man mano che si cresce, però, può essere che si cerchino degli amici diversi, per stimolarsi ed aprirsi a mondi e visioni che tra simili non si scoprirebbero.Questa apertura alla diversità fa paura ai genitori ma è molto stimolante per i figli.