Per un genitore su quattro i figli non riescono a dormire perché preoccupati o ansiosi: lo studio
Molti dei problemi legati al momento della nanna derivano dalle preoccupazioni che i bambini provano dopo il tramonto e mentre la maggior parte delle famiglie adotta rituali serali per aiutare i piccoli ad addormentarsi, altre fanno invece affidamento su strategie che nell'immediato possono sembrare efficaci, ma che sul lungo periodo potrebbero aumentare le difficoltà del sonno dei piccoli.
A delineare un simile quadro è un sondaggio effettuato dal Children’s Health dell'University of Michigan Health C.S. Mott Children’s Hospital per valutare la qualità del sonno di bambini e genitori.
Le difficoltà della buonanotte
Secondo del sondaggio, un genitore su quattro descrive come "difficile" il compito di mettere a letto il proprio bambino, un'impresa che in alcuni casi si trasforma in una vera "battaglia" per la messa a letto.
Incrociando tale dato con le altre risposte del sondaggio, i ricercatori si sono però resi conto che le mamme e i papà che mostravano maggiori difficoltà nel far dormire i propri figli erano anche quelli meno propensi ad avere una routine della buonanotte strutturata, più inclini a lasciare accesa la TV o un video, e maggiormente abituati a rimanere accanto al bimbi fino a quando non si addormenta.
"Il nostro rapporto sottolinea la comune lotta per far addormentare i bambini piccoli" ha spiegato Sarah Clark co-direttrice del Mott Poll. "Quando la transizione verso l'ora di andare a letto si trasforma in un conflitto notturno, alcuni genitori possono adottare abitudini che funzionano nel breve termine ma che potrebbero causare ulteriori problemi di sonno in futuro".
Quasi un genitore su cinque afferma infatti di aver somministrato melatonina ai propri figli per aiutarli a dormire, mentre un terzo rimane nella stanza fino a quando il bambino non si addormenta completamente. Simili abitudini però non possono essere mantenute a lungo e il rischio è solo di rafforzare consuetudini controproducenti per un riposo ottimale.
Per questo gli esperti sottolineano l'importanza di una routine "coerente" per mandare a letto i piccoli, ossia un rituale scandito da fasi ricorrenti (pigiama, lavaggio dei denti, lettura della fiaba etc…) che permettono ai bambini d'interiorizzare una serie di azioni che con il tempo diventano un vero e proprio automatismo.
In assenza di ciò, il sonno del bambino potrebbe risentirne, impattando sul suo sviluppo fisico, sulla sua regolazione emotiva e sul comportamento durante il giorno.
Preoccupazioni notturne
Il sondaggio, che ha coinvolto 781 genitori di bambini nella fascia d'età 1-6 anni anni intervistati a febbraio, ha anche rivelato come le preoccupazioni notturne siano uno degli elementi più comuni tra i piccoli che faticano ad addormentarsi: quasi un quarto dei genitori coinvolti da questa difficoltà afferma che il sonno dei propri figli viene spesso o occasionalmente ritardato a causa di timori o ansie.
Ma non finisce qui: più di un terzo dei genitori riferisce che il proprio bambino si sveglia spesso piangendo o manifestando un certo turbamento.
Come spiegato dalla stessa Clark, è infatti normale che alcuni bambini possano attraversare fasi in cui si sentono spaventati dal buio o si preoccupano del fatto che possa accadere qualcosa di brutto. Ciò può causare ansie e angoscia quando i genitori lasciano la stanza, ritardando o compromettendo il sonno.
"Sebbene questo sia una parte normale dello sviluppo del bambino, può essere frustrante quando i genitori stessi si sentono già stanchi alla fine della giornata" spiega la ricercatrice. "I genitori dovrebbero quindi trovare un equilibrio per offrire rassicurazione e comfort, mantenendo al contempo alcuni confini che aiutino a garantire un sonno adeguato per tutti, sia bambini che adulti".
Strategie per un sonno sereno
A margine del sondaggio, Sarah Clark ha anche riportato una lista di suggerimenti per aiutare i bimbi a sviluppare un rapporto più sereno con il proprio riposo notturno.
Al primo posto vi è ovviamente la necessità di stabilire una routine della buonanotte che includa attività rilassanti come la lettura di una favola, un bagno caldo o l'ascolto di musica tranquilla.
È poi molto importante che i bambini imparino a dormire autonomamente, dunque una buona mossa potrebbe essere quella di ridurre (o meglio, eliminare) l'utilizzo di dispositivi elettronici prima di dormire e limitare la presenza dei genitori solo ai momenti di necessità.
Infine, Clark sottolinea l'importanza di una comunicazione aperta con i bambini riguardo alle loro paure notturne, offrendo rassicurazione ma anche incoraggiando l'indipendenza nel gestire tali preoccupazioni.