Otto figli, un’auto e tanto spirito d’adattamento: “Vi raccontiamo la nostra famiglia extra-large”
Nell'Italia dell'inverno demografico e delle culle vuote, c'è una famiglia che ha scelto di andare controcorrente. La madre si chiama Veruska, ha 41 anni ed è di origine venezuelana. Il padre invece è Stefano, quarantenne nato a Cagliari ma trapiantato in Puglia.
La coppia, residente a San Severo, ha appena accolto il loro ottavo figlio – nato in perfetta salute alla Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo – e dopo il grande eco mediatico riservato all'evento ha voluto condividere con Fanpage.it le gioie e l'impegno necessario per crescere una famiglia davvero extra-large.
"Io amo e ho sempre amato i bambini"racconta Veruska, diventata madre già a 16 anni nel corso di una precedente relazione. "Fin da giovanissima ho desiderato avere tre figli: era quello il mio ideale di famiglia. Pensavo fosse un sogno irraggiungibile, ma la realtà ha superato perfino i miei desideri".
Dopo pochi mesi dalla nascita della prima figlia, che oggi ha 24 anni, Veruska incontra infatti Stefano e i due iniziano a costruire la loro nuova vita insieme.
Com’è stato e com'è tuttora crescere una famiglia così numerosa?
Stefano: Impegnativo e pieno di di sacrifici, ma anche ricco grandi soddisfazioni. La grande ormai vive da sola e se l’è cavata con le proprie forze, mentre gli altri, che ancora vanno a scuola, riescono sempre ad ottenere buoni voti in quasi tutte le materie. Il momento che ci riempie maggiormente d’orgoglio però è quando ai colloqui gli insegnanti si complimentano dei ragazzi per la loro educazione.
Con sette figli che frequentano la scuola, i momenti di incontri a scuola devono essere piuttosto frenetici…
Veruska: Diciamo che non è per nulla semplice. Ci siamo trovati più volte ad avere quattro recite diverse allo stesso giorno e nello stesso orario. Purtroppo si fa quello che si può. Le settimane dei colloqui sono particolarmente stressanti, perché riuscire ad esserci – e noi ci teniamo tantissimo – è molto complicato. Bisogna correre!
S: In questo senso una cosa buona lasciata dal Covid sono i colloqui da remoto che alcune scuole hanno continuato ad adottare per venire incontro alle esigenze dei genitori. Questo ci facilita molto.
Come riuscite a dedicare ad ogni figlio tutte le attenzioni che richiede?
V: Anche qui occorre organizzazione e impegno. Per fortuna, a parte l’ultimo arrivato, sono tutti in un’età abbastanza gestibile e cerchiamo di stare dietro a tutto, provando a “raggruppare” il più possibile le attività dei ragazzi: ad eccezione della maggiore, che ormai vive per conto proprio, i due più grandi, ad esempio, frequentano le superiori a Foggia, e quindi durante la settimana si fermano a pranzare molto da mia madre, che abita lì. Con loro il rapporto si concentra dunque alla sera, quando tornano a casa, e in quel momento possiamo parlare o discutere dei loro problemi.
E per quanto riguarda i più piccoli?
V: Lì le attenzioni riguardano più il gioco e l’affetto, e per quanto possibile cerchiamo sempre di dare retta a tutti. Poi loro sono molto uniti e spesso cercano di fare le cose insieme: questo ci aiuta, ad esempio, nel proporre loro lo stesso sport, così da poter far combaciare gli impegni.
S: I nostri figli sono così legati che talvolta vogliono accompagnare i fratelli e le sorelle ad un corso o all’allenamento sportivo. In questo modo si appassionano anche loro e finiscono per fare la stessa attività.
Come si organizza un pasto per otto figli?
S: Lo sforzo maggiore è riuscire a mettere tutti d’accordo su cosa mangiare. Fatto quello, è tutto in discesa. Poi cerchiamo di preparare piatti non troppo elaborati, anche perché non sarebbe fattibile per un discorso di tempi e di costi: paste, hamburger, frittate. Cibi buoni ma semplici.
V: Naturalmente tutti danno una mano ad apparecchiare e a sparecchiare, così si finisce prima e s’impara ad aiutarsi l’un l’altro.
I vostri figli sono abituati a collaborare?
V: Assolutamente sì. Li abbiamo educati fin da subito a prestare molta attenzione a chi ci sta intorno. Certo, ogni figlio ha il proprio carattere e le proprie esigenze, però nel complesso sono tutti molto disponibili e aperti al prossimo. I più grandi poi hanno ormai maturato un certo senso di responsabilità nei confronti dei più piccoli, anche se anche loto volte sentono il bisogno di pensare un po’ a loro stessi. Com’è giusto che sia.
Come hanno reagito i vostri figli quando avete detto loro che sarebbe arrivato un nuovo membro?
V: I più grandi l’hanno capito prima, anche perché questa gravidanza è stata un po’ tribolata e sono stata male. L’annuncio ufficiale è però arrivato con una sorpresa: abbiamo riunito tutti con la scusa di dover fare gli auguri a dei carini amici di famiglia e a un certo punto ho tirato fuori l’ecografia del piccolo. Abbiamo fatto un video della scena e la loro reazione è stata emozionante, tra chi si è commosso e chi invece ha esultato per aver visto confermati i propri sospetti. Durante la gravidanza poi sono stati splendidi e premurosi.
S: Qualcuno si è anche preoccupato dei posti auto…
Giusto, come vi spostate?
S: Abbiamo un’auto da sette posti, quindi già ora non sarebbe sufficiente. Raramente però ci muoviamo tutti insieme, quindi i sedili di solito bastano per tutti. Ora dovremo valutare una nuova macchina, ma io sono un operaio, i soldi sono quelli che sono e prima dobbiamo finire di pagare questa.
Come riuscite a gestire la situazione dal punto di vista economico?
S: Far quadrare i conti non è facile. Cerchiamo di risparmiare, ovviamente. I nostri figli ormai sono ben educati sull’evitare ogni spreco, anche quello dell’acqua della doccia. Però le famiglie numerose avrebbero bisogno di maggiori aiuti.
Non vi sentite supportati dallo Stato?
S: Per nulla. Da anni ci si lamenta tanto della denatalità e del fatto che presto non ci saranno più giovani a pagare le pensioni, però chi ha molti figli vive in costanti in difficoltà. Anzi, in questo caso si può davvero dire che si stava meglio quando si stava peggio…
In che senso?
S: Il nuovo Assegno Unico Universale non copre tutti gli incentivi che fino a qualche anno fa davano una bella mano alle famiglie come la nostra. Non solo non si arriva alla fine del mese, ma nemmeno alla terza settimana. Bisogna per forza inventarsi piccoli lavoretti saltuari per arrotondare, ma quanto si può andare avanti così? Nel 2023 ho sentito il Ministro Salvini parlare della necessità di combattere il calo delle nascite e favorire le famiglie numerose. Ad oggi non abbiamo visto nessun miglioramento.