Otite estiva nei bambini, i rimedi e come prevenirla: i consigli dell’otorino
L'otite estiva – nota anche come otite da mare o otite esterna – è uno degli inconvenienti più frequenti per i bambini che vanno al mare o passano le giornate in piscina. L'acqua che s'introduce nell'orecchio può infatti causare un'infiammazione piuttosto dolorosa e che deve essere tratta con una terapia adeguata.
Per conoscere meglio le cause e capire come prevenire questa fastidiosa eventualità, Fanpage.it si è rivolto al professor Pasquale Marsella, Responsabile dell'Unità Operativa Complessa di Audiologia e Otochirurgia presso l'ospedale Bambino Gesù di Roma
Quali sono le cause dell'otite esterna
Esistono tanti tipi di otiti che si differenziano per tipologia e area interessata. Ci sono otiti esterne, che riguardano il condotto uditivo esterno fino alla membrana del timpano, otiti medie, che riguardano le infezioni dentro la cassa del timpano, e le otomastoiditi, che interessano la mastoide, la porzione ossea dietro all'orecchio.
L'otite estiva è tipicamente quella esterna, poiché interessa il padiglione auricolare e condotto uditivo esterno. A causarla è l'accumulo di acqua salata (del mare) o arricchita con il cloro (in piscina).
"Quando un bambino fa molti bagni al mare – spiega il professore – l'acqua salata entra nel condotto esterno, vi ristagna e dopo che è evaporata lascia il sale, il quale irrita e screpola la pelle, favorendo l'ingresso di batteri e funghi. Si tratta insomma di una dermatite del condotto esterno".
I sintomi di questa condizione sono un forte dolore – basta anche un semplice tocco dell'orecchio per provocare una sofferenza acuta – e/o fuoriuscita di pus (otorrea).
Le differenze tra otiti invernali e otiti estive e quali sono i sintomi
Sia l'otite estiva che quella invernale si manifestano con sintomi simili, ma a distinguerle sono le cause. "Una è legata ai raffreddori, l'altra ai bagni" dice Marsella.
Le otiti invernali più comuni sono infatti quelle medie, legate al fatto che la cassa del timpano comunica con il naso tramite la tuba di Eustachio.
"Durante il periodo invernale i bambini infatti accumulano muco, il quale risale il naso fino alla cassa del timpano, causando un'infezione catarrale che si può trasformare in un'infezione purulenta – quindi batterica – e provocare un'otite".
In estate, invece, il problema non è il muco nel naso, ma il fatto che i bambini vanno al mare e fanno molti bagni.
Come trattare l'otite estiva: lavaggi e gocce antibiotiche
Se il bambino mostra i sintomi tipici dell'otite estiva, la terapia più opportuna è quella locale, con lavaggi di acqua dolce e gocce da far cadere direttamente nell'orecchio. Simili medicinali possono essere reperiti nelle normali farmacie senza obbligo di ricetta, qualora ci si trovasse in un luogo di villeggiatura e non si disponesse di un medico di riferimento nelle vicinanze.
Se però il trattamento non mostra miglioramenti, allora è il caso di sottoporre il piccolo ad una visita medica in modo da farsi prescrivere un antibiotico da somministrare per bocca.
L'importante è non sottovalutare la situazione. "L'otite estiva che non viene trattata con terapie adeguate può portare ad un ascesso sottocutaneo, il quale è caratterizzato da un forte gonfiore e provoca un dolore intenso" conferma Marsella.
Come prevenire le otiti estive
La causa principale delle otiti estive è dunque l'acqua arricchita con sale, cloro o sostanze chimiche (come quelle dello shampoo) che entra nell'orecchio e qui vi ristagna irritando la pelle. Ciò però non significa che per prevenire il problema si debba negare ai bambini la gioia delle giornate al mare o in piscina.
Come sottolinea il professor Marsella, prevenire è infatti molto semplice: "Basta risciacquare l'orecchio e il suo interno con acqua dolce, come quella della doccia, dopo ogni bagno in mare o in piscina".
Molto spesso mamme e papà temono che così facendo si faciliti l'ingresso dell'acqua nel condotto esterno. In realtà avviene l'esatto contrario: se non si interviene con acqua pulita, le sostanze rimangono nell'orecchio e possono provocare un'infezione.