“Non riuscivo a fare a meno di urlare contro i miei figli, in terapia ho scoperto perché”: la storia di una mamma
Jenna Jonaitis è una mamma che ha passato molto tempo della sua vita a utilizzare uno stile genitoriale, con i suoi bambini, basato su grida e umiliazioni. Non lo ha fatto con l'intento di fare del male ai suoi piccoli, semplicemente in alcune circostanze si è lasciata guidare dalla fatica di crescere i suoi 4 bambini. "Non facevo che gridare contro i bambini, pentirmi, sentirmi una mamma tremenda e ricominciare, fino a che ho capito che dovevo chiedere aiuto" ha spiegato lei all'Huffpost.
"Non riesco a fare a meno di gridare contro i miei figli"
Jonaitis ha raccontato alla testata alcuni episodi di cui la sua casa era spesso teatro, mentre affettava le zucchine per il pranzo e il forno segnava che il pesce aveva finito di cuocere, sentiva gridare i due figli maggiori dalla camera a fianco, intenti a picchiarsi. Jonaitis non riusciva proprio a trattenere le grida, mentre incinta del suo quinto figlio si dirigeva nella camera dei bambini per capire cosa fosse accaduto.
"Non riuscivo ad empatizzare con la frustrazione del fratello di mezzo che aveva deciso di picchiare il più grande, né tanto meno con il dolore che quest'ultimo diceva di provare" spiega la donna. Un minuto dopo, però affermava di scoppiare in lacrime, sentendosi incredibilmente in colpa per aver sbraitato contro i bambini. La scena si ripeteva sempre più spesso, ogni volta che i bimbi combinavano una marachella, anche di piccola entità. "Facevo vergognare i miei bambini ovunque fossimo, urlando loro addosso anche per cose davvero piccole, poi mi pentivo, ma non riuscivo a smettere, perché ero in preda a un circolo vizioso".
Per uscirne Jonaitis ha iniziato ad informarsi online, cercando i consigli di pedagogisti e psicologi infantili, ma pur mettendoli in pratica sentiva che qualcosa dentro di lei non riusciva a cambiare, così si è rivolta ad un terapista.
Le nostre azioni sono dettate da dolori profondi
Jonaitis ha raccontato di essersi dapprima aperta con sua madre, raccontandole il dolore che provava e di aver ricevuto dalla donna un consiglio molto prezioso: "Perché non cerchi un terapista in grado di fare EMDR?". La donna ha dunque iniziato ad andare da un esperto in grado di mettere in atto la tecnica per indagare i traumi del passato, così scavando tra i suoi ricordi d'infanzia Jonaitis è riuscita a guarire gli aspetti della suo modo di essere madre che meno apprezzava.
"Ho vissuto un'infanzia bellissima ma i miei genitori, come tutti i genitori, hanno spesso sbagliato, ciò che mi faceva tanto arrabbiare dei miei figli ho scoperto che era esattamente ciò che di me faceva inalberare la mia mamma e il mio papà, traumi che non avevo ancora superato" spiega la donna. Seduta dopo seduta ha imparato a riconoscere i segnali che il corpo le mandava ogni volta che stava per avere una reazione spropositata con i suoi bambini, le accadeva sempre quando la più piccola le gridava contro, ricordandole che a lei da bambina veniva spesso chiesto di stare in silenzio, capitava anche quando i suoi figli avevano crisi di pianto e lei si ricordava di essere stata involontariamente costretta a reprimere i suoi sentimenti.
Ad oggi ha imparato delle nuove strategie per reagire alle marachelle dei figli: "Oggi che so da dove arriva la rabbia che mi porto dentro, cerco di pensare alla soluzione da mettere in campo quando i miei bimbi combinano un guaio e loro sono molto più a loro agio, meno tesi e dunque meno capricciosi". Tuttavia Jonaitis ammette di essere ancora un genitore in cerca della sua strada, ma nonostante i continui fallimenti e gli errori è grata alla vita per il percorso che l'ha portata ad intraprendere. "Sono stata arrabbiata con i miei genitori ma poi sono guarita, pensando che se non fosse stato per mia madre non avrei mai fatto il possibile per diventare una mamma migliore".