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“Niente doccia per i bambini rumorosi”: genitori indignati contro le punizioni di un campeggio australiano

Durante un campeggio scolastico un gruppo di bambini di dieci anni è stato punito con il divieto di fare la doccia per una notte intera. La misura disciplinare, ritenuta eccessiva e inadeguata, ha scatenato l’indignazione dei genitori: “Metodi da polizia”.
A cura di Niccolò De Rosa
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Immagine di repertorio
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Durante un campeggio scolastico a Sydney, un gruppo di bambini di dieci anni è stato severamente punito dagli insegnanti per aver disturbato durante la serata inaugurale della settimana immersa nella natura. Il castigo? Niente doccia dopo i pomeriggi di giochi ed escursioni all'aria aperta.

L'episodio ha scatenato l'ira di alcuni genitori, i quali hanno raccontato al sito australiano Kidspot la loro frustrazione, denunciando una punizione ritenuta eccessiva e inadeguata, soprattutto considerando le implicazioni igienico-sanitarie che un simile provvedimento avrebbe potuto comportare per i bimbi.

Il racconto di una madre furiosa

Per molti bambini, i campeggi e le gite scolastiche rappresentano il primo vero assaggio d'indipendenza, un momento di crescita e condivisione dove per le prima volta si abbandona il nido domestico per vivere qualche giorno lontano da mamma e papà.  Una delle mamme coinvolte – che ai cronisti ha chiesto di restare anonima – attendeva dunque con molta con ansia il ritorno del figlio, impaziente di ascoltare i suoi racconti sulle avventure vissute. Ciò che ha scoperto l’ha però lasciata senza parole.

Una volta tornato a casa, il piccolo ha infatti raccontato di essere incorso, insieme ad alcuni compagni, nell'ira dei docenti che avevano accompagnato le classi. Colpevole di aver  parlato troppo durante la serata inaugurale del campeggio, il gruppo di amichetti era stato punito con il divieto assoluto di fare la doccia al termine delle attività quotidiane. "Ero disgustata. Come hanno potuto privare mio figlio di una doccia! E le bambine con il ciclo?", ha tuonato la donna, sottolineando come il caldo e le attività fisiche tipiche dei campus rendessero il bisogno di lavarsi ancora più impellente.

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Una punizione sproporzionata

Secondo la madre, il provvedimento era del tutto inadeguato, anche perché in quei contesti esistono molti modi per imporre la disciplina senza il bisogno di adottare misure così repressive. Se ad esempio avessero negato il dessert ai bambini, ha spiegato la donna, nessuno avrebbe protestato. "Questi sono metodi da polizia!", ha dichiarato.

Anche altri genitori hanno manifestato preoccupazione e rabbia per quanto accaduto. Un’altra madre ha riferito di aver visto sua figlia profondamente turbata dall’esperienza, poiché per molti bambini, l’impossibilità di lavarsi aveva generato ansia e sconforto. Alcune ragazze erano addirittura scoppiate in lacrime nelle loro stanze, sentendosi private di un diritto fondamentale. La donna ha poi raccontato che alcuni docenti avevano fatto rispettare la punizione con estrema rigidità, arrivando a controllare i corridoi per verificare che nessuno tentasse di accendere le docce di nascosto.

Bufera sul campeggio

L’episodio ha immancabilmente sollevato interrogativi più ampi sulla gestione della disciplina all'interno del campus. Una delle madri intervistate ha ammesso di aver perso fiducia nell’organizzazione di queste esperienze educative. Come se non bastasse, la reazione della scuola, chiamata a rispondere sulla vicenda, non sembra aver contribuito a rassicurare granché i genitori. Alcuni docenti, interpellati sull’accaduto, hanno infatti minimizzato l’accaduto, sostenendo che in un campeggio all’aperto spesso non vi è la possibilità di lavarsi come a casa.

Alle famiglie coinvolte non è restata che la scelta di esprimere il proprio dissenso attraverso lettere e email di fuoco indirizzate alla direzione scolastica, chiedendo spiegazioni e un ripensamento sulle modalità di gestione della disciplina nei futuri campeggi. "Per ora rimane la sensazione che la scuola abbia tradito la nostra fiducia", ha concluso amareggiato uno dei genitori.

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