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Nicolò nasce con la camicia, sotto la prima neve dell’anno. Il papà: “Speriamo che la leggenda sia vera”

Nell’Ospedale San Martino di Belluno, lo scorso 22 novembre è nato Nicolò, venuto al mondo con la camicia. Il suo papà ha raccontato a Fanpage.it il lungo viaggio in macchina sotto la neve e il parto così raro.
A cura di Sophia Crotti
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Credits_ Mauro Masoch
Credits: Mauro Masoch

Una scena da film quella che ci racconta Mauro Masoch, il proprietario di un locale di Sagron Mis, in provincia di Trento, che lo scorso 22 novembre ha vissuto per la seconda volta una delle gioie più grandi della sua vita: la nascita del suo secondo bambino, questa volta con la camicia.

Mentre il nord Italia rimaneva con lo sguardo all’insù osservando scendere i primi fiocchi di neve, lui e la moglie speravano che la tanta neve scesa durante quella giornata nel paesino in provincia di Trento dove vivono, non impedisse loro di arrivare all’Ospedale più vicino in tempo per la nascita del loro piccolo.

La nascita sotto la neve

“Siamo partiti dal nostro paesino, Sagron Mis, il più lontano dal capoluogo di provincia, della provincia di Trento, proprio quando i primi fiocchi di neve iniziavano ad imbiancare le strade. Quella prima neve è coincisa con le prime doglie di mia moglie e in quel momento abbiamo capito che sarebbe stata una nascita del tutto particolare” ci spiega ancora emozionato Mauro Masoch da pochi giorni papà del suo secondo genito.

Quella neve ha reso il loro viaggio abbastanza difficoltoso, facendo durare il percorso da casa loro all’ospedale molto più del previsto, circa un'ora e mezza: “C’erano macchine ferme in mezzo alla strada che non riuscivano a progredire, dovevamo muoverci a passo d’uomo lungo le strade di montagna e così un po’ alla volta abbiamo percorso quel tragitto lungo 50 km per raggiungere Belluno”.

Credits_ Mauro Masoch
Credits: Mauro Masoch

I due sono arrivati verso le 23.30 all’Ospedale San Martino di Belluno, dove il loro secondogenito, il piccolo Nicolò, ha visto per la prima volta la luce del sole, o meglio quella delle lampade della sala parto, essendo venuto al mondo all’alba, alle 4.37, precisa il suo papà.

Le sorprese però non erano ancora finite, come i due avevano immaginato quando hanno visto coincidere l’inizio delle contrazioni con la caduta dei primi fiocchi di neve. In sala parto c’è stato un attimo di panico: “Il parto stava procedendo bene, io stringevo la mano di mia moglie al suo fianco, quando lei si è impaurita, si è resa conto di aver partorito Nicolò, ma non lo sentiva piangere spiega Masoch.

A questo punto la donna spaventata ha chiesto come mai il suo bimbo non piangesse, come aveva fatto invece il loro primogenito Samuele, tre anni e mezzo prima, a quel punto l’ostetrica ha detto loro: “Perché vostro figlio, signori è nato con la camicia”.

Masoch racconta a Fanpage.it, di aver guardato sua moglie negli occhi senza capire, non avevano mai sentito parlare di questo parto così raro, che come ha detto immediatamente l'ostetrica ai due neogenitori bis, si verifica 1 volta ogni 80.000 parti.

Nicolò nato con la camicia e molto fortunato

Mauro Masoch e la moglie Laura, ancora un po’ frastornati dalla scoperta della rarità del parto del loro bambino, una volta compreso che nascere con la camicia significa venire al mondo ancora completamente avvolti dal sacco amniotico, sono stati informati anche della leggenda benaugurale legata ad un parto come il loro. Nascere con la camicia infatti, significa essere molto fortunati, secondo la tradizione.

Credits_ Mauro Masoch
Credits_ Mauro Masoch

Ci auguriamo che la leggenda sia vera, auguriamo a nostro figlio tutta la fortuna e serenità possibile, di riflesso la vivremo anche noi, perché la vita dei genitori ha senso se i propri figli sono felici”.

La gioia piena, però, come ci spiega Mauro, lui e la moglie l’hanno già vissuta con la nascita del loro primo figlio Samuele e ora con il secondo: “La vera gioia è sapere che stanno bene, il resto è un valore aggiunto, la storia rocambolesca della nascita del nostro secondo bimbo anche, una volta scoperto che lui e la mamma stavano bene eravamo felici, felicissimi così”, conclude papà Mauro.

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