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Nicoletta, mamma a 46 anni: “Mi hanno detto che non ce l’avrei mai fatta, è arrivata mia figlia a smentirli”

Nicoletta Visconti è diventata mamma a 46 anni e ha scritto a Fanpage.it per raccontare gli stereotipi ai quali ha dovuto far fronte, per una società che non sembra pronta ad accogliere le donne che decidono di avere un figlio dopo i quarant’anni.
A cura di Sophia Crotti
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mamma anziana

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Nicoletta Visconti è diventata mamma a 46 anni, dopo 5 cicli di procreazione medicalmente assistita (PMA), i giudizi non richiesti di chi le stava attorno e le paure che suo padre riversava su di lei. Lei che per avere una figlia ha fatto molti chilometri, ha aspettato di desiderarla e sentirsi pronta e ha dovuto investire molti soldi, agli occhi del mondo era egoista a scegliere di diventare madre.

Quando una donna, mentre avevo mia figlia di 3 mesi in braccio, mi ha chiesto se fossi sua nonna, mi è crollato il mondo addosso, perché un commento del genere io non me lo meritavo”. Non solo i passanti ma anche alcuni medici hanno cercato in tutti i modi di ostacolarla, ribadendole che il suo corpo non ce l’avrebbe fatta, ancor prima di visitarla.

A 46 anni tutti questi commenti per lei sono diventati un brusio di sottofondo lasciando il posto ai pianti, alle risate e poi alle parole di quella che lei chiama ancora “la mia bambina” ma oggi ha 11 anni.

Ho scritto a voi di Fanpage.it per raccontare la mia storia e tutte le difficoltà che ho affrontato per diventare madre, così che le altre donne che si trovano a vivere la maternità tra i 40 e i 50 anni capiscano che il loro desiderio non si deve di certo affievolire a causa delle paure degli altri”.

Quando è arrivato per te il desiderio di diventare mamma?

Io ho capito che sarei voluta diventare mamma attorno ai 35 anni, in un momento in cui non stavo vivendo però una storia che lo permetteva, attorno ai 41 anni ho incontrato quello che sarebbe diventato mio marito e abbiamo iniziato insieme il percorso per diventare genitori. Ho iniziato con una serie di cure che però non hanno dato risultati attorno ai 42 anni. Sono riuscita a diventare mamma, però a 46 anni.

Come è andata la gravidanza?

La gravidanza è andata bene anche se è stata un po’ complessa all’inizio, perché mia figlia, che oggi ha 11 anni, è nata attraverso le tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) che ho fatto all’estero, dove mi hanno chiesto quanti ovuli volessi che mi venissero impiantati e io ho scelto perché me ne impiantassero il numero massimo, 3.

Di questi 3 ovuli solo due si sono impiantati e a 3 mesi dall’inizio della gestazione, uno dei due è stato espulso. Quindi ho vissuto il resto della gravidanza in salute, lavorando fino all’ultimo, dal momento che sono una libera professionista, ma molto preoccupata. Eravamo al quinto ciclo di fecondazione assistita, sapevo che era un po’ la mia ultima possibilità. 

mamma dopo i 40 anni

Come mai PMA all’estero e non in Italia?

In Italia abbiamo tentato, ma i tempi sono davvero lunghi e noi sapevamo di non avere tempo da perdere. I primi 4 tentativi li abbiamo fatti in Italia, tutti in privato, perché i tempi del pubblico sono lunghissimi, mentre l’ultimo tentativo, che è anche quello che è riuscito lo abbiamo fatto a Sevilla, dove le procedure sono state molto più rapide.

La lentezza delle procedure mediche italiane ti sono sembrate un freno al tuo desiderio di maternità?

Certo, i ginecologi stessi che ho incontrata spesso mi hanno scoraggiata, mi hanno fatto capire che una gravidanza io, data la mia età, non potevo permettermela, tanto meno l’idea di diventare madre. Sembrava che la società mi ripetesse di continuo: Ma cosa fai, i figli si fanno da giovani e tu sei vecchia. Il tutto mentre a livello clinico io stavo benissimo e non avevo problemi ad avere dei figli.

Quali sono le frasi che più ti hanno ferita?

Mi viene in mente un ginecologo che senza nemmeno avermi visitata mi disse: “Non c’è nessun tentativo da fare perché non ha alcuna possibilità di rimanere incinta, se proprio vuole io le applico il protocollo perché tanto le sue ovaie e il suo corpo non possono sostenere una gravidanza”.

È stata la mia bimba a dimostrare che queste frasi non avevano alcun fondamento medico, dal momento che io ho lavorato fino al giovedì, e poi ho partorito lunedì, senza alcun problema.

Chi ti ha seguita durante la gravidanza?

Un ginecologo del Fatebenefratelli, che ho scelto perché mi è molto piaciuto come mi ha comunicato che il secondo embrione non ce l’aveva fatta. È stato bravo e rassicurante. Non mi ha mai fatta sentire in difetto, forse anche perché aveva cinquant’anni e aveva avuto un figlio da poco. Anche se è ben diverso per gli uomini avere un figlio tardi.

In che senso per gli uomini è diverso?

Nel senso che mentre a me dicevano che ero una nonna, che i bambini non si fanno così grandi, che ero egoista perché non avrei mai avuto l’energia di una donna di trent’anni, che non ce l’avrei fatta, la gente accettava che il mio compagno diventasse padre alla sua età.

La tua famiglia ti ha appoggiata?

No, avevo solo mio padre che non era d’accordo con la mia scelta di diventare madre, mi diceva che era preoccupato per la mia salute, ma secondo me anche lui aveva qualche stereotipo. Mi diceva: “Ma stai così bene così, hai un lavoro e un marito, non ti basta?”.

medico e donna incinta

E dopo, quando è nata tua figlia, gli stereotipi sono continuati?

Sì, la mia bimba aveva 3 mesi e stavo andando in Sardegna da mio marito quando una passeggera mi ha detto: “Ma dai dev'essere proprio bello diventare nonna così giovane". È stato davvero doloroso per me, perché non me lo aspettavo un mondo così cattivo, quindi quelle parole mi hanno gettata a terra.

Poi quando mia figlia ha iniziato l’asilo, le mamme non mi hanno mai integrata, so che la differenza d’età porta ad avere abitudini diverse, ma tanto lo fanno anche gli stereotipi.

E tua figlia si accorge di quello che le dicono e di come la trattano?

Sì, è una bambina molto sensibile, io e il suo papà abbiamo cercato di spiegarle sempre ogni cosa in maniera molto sincera.

Quanto è dura portare avanti la gravidanza in un contesto del genere?

Difficilissimo. Credo che ci siano molte donne che non riescono a portare a compimento questo percorso, scoraggiate dal primo tentativo che non va, dalle tante spese economiche e dai giudizi degli altri. Serve davvero un desiderio fortissimo e una forza immensa. Però devo dire che certe difficoltà sono anche positive perché fanno un vaglio sulla motivazione, chi non è motivata ad un certo punto cede e doveva andare così. Ma lo Stato non aiuta, si va alla ceca nella ricerca delle tecniche e tutte le spese sono a carico tuo.

A proposito di spese economiche, la PMA è per tutti?

No, noi avevamo fretta e quindi abbiamo fatto ricorso alla PMA all’estero, esclusi i farmaci che costano tantissimo, un ciclo di PMA costa 5.000 euro, bisogna pagare gli spostamenti, l’alloggio, non è per tutti.

Dopo tutte queste difficoltà, come hai vissuto la nascita di TUA figlia?

Prenderla in braccio per la prima volta è stata una gioia inspiegabile, che anche per me prima di viverla, era incommensurabile. Lei per me è stata come un sole, meravigliosa, la cosa più bella della mia vita. Mi è molto dispiaciuto non poterla allattare, per un problema logistico io sono libera professionista, dovevo per forza portarla con me ma nel mio contesto lavorativo non potevo allattarla al seno.

Hai mai pensato che gli altri avessero ragione e che tu una figlia non saresti mai riuscita ad averla?

No, mai, neanche per un attimo, io sapevo che Eleonora sarebbe nata. Anche perché se il tentativo non fosse andato a buon fine io ne avrei fatti mille altri, perché sentivo che sarei diventata mamma.

A tua figlia hai raccontato la tua maternità?

Sì, fin dall’inizio le abbiamo detto che ci abbiamo messo tanto ad averla, perché lei non ne voleva sapere di scendere tra noi, era troppo impegnata a giocare con i suoi amichetti lassù.

ecografia

Hai qualche paura per il futuro?

Se intendi rispetto all’età assolutamente no, per il semplice fatto che per esempio mia madre che mi ha avuta a 25 anni, se n'è andata quando ne avevo 20. Questo per dire che certe cose succedono a prescindere dall’età alla quale una donna decide di diventare mamma.

Vuoi dire qualcosa alle donne che decidono di diventare mamme in là con l’età?

Sì, che è un percorso difficile, che ci saranno tanti stereotipi da affrontare e che arriveranno soprattutto dalle donne, che l’integrazione per noi mamme quasi cinquantenni è complessa ma che poi avere in braccio il proprio figlio ripagherà di tutto. E poi di non credere a chi dice che per fare i figli bisogna per forza essere vent’anni più giovani, ci sono anche donne molto giovani che diventano madri e non hanno ancora maturato una loro esperienza di vita non hanno testa e tempo per loro per esempio.

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