Muoversi di più significa avere un cervello più attivo? Lo studio indaga il legame nella crescita dei bambini

Correre, saltare, afferrare un oggetto con forza: semplici azioni che caratterizzano l’infanzia potrebbero rivelare molto più di quanto si pensi. Un recente studio pubblicato da un team di ricercatori spagnoli suggerisce che i bambini in età prescolare con una migliore forma fisica ottengano risultati significativamente superiori nei test che misurano la memoria di lavoro, l’inibizione e la flessibilità cognitiva.
I risultati, pubblicati su Pediatric Research, intendono colmare una lacuna nella ricerca sul rapporto tra l’attività fisica e i benefici cognitivi, confermando l’importanza di integrare attività motorie nell’educazione precoce per favorire lo sviluppo non solo fisico, ma anche mentale dei più piccoli. Se infatti la scienza ha indagato a lungo il ruolo di sport e movimento nella prevenzione dell’obesità infantile e nel potenziamento delle funzioni esecutive (ossia tutti quei processi cognitivi che permettono agli individui di organizzare, pianificare e controllare e il comportamento in modo da raggiungere un obiettivo) nei bambini e negli adolescenti, finora erano ancora stati pochi gli studi riguardanti l'età prescolare.
Per approfondire la questione, i ricercatori spagnoli hanno quindi analizzato il legame tra forma fisica, attività motoria e sviluppo cognitivo nei bambini tra i 3 e i 5 anni, esplorando anche l’impatto della sedentarietà sulla loro crescita.
Lo studio tra test e sensori
Lo studio ha coinvolto 241 bambini di due scuole di Pamplona, in Spagna. Per valutare la forma fisica, i ricercatori hanno utilizzato la cosiddetta "batteria PREFIT", un test standardizzato che misura la forza muscolare (attraverso la forza della presa della mano e il salto in lungo), la velocità e l’agilità (mediante un test di corsa navetta) e la resistenza cardiorespiratoria (con un test sui 20 metri).

I risultati sono stati adattati in base all’età e al sesso dei bambini per ottenere un punteggio complessivo di fitness, mente le funzioni esecutive sono state valutate con una serie di test su tablet che hanno misurato la memoria di lavoro visuale, spaziale e fonologica, il controllo inibitorio e la flessibilità cognitiva. Inoltre, ogni bambino ha indossato uno speciale misuratore di velocità per sei giorni consecutivi, in modo da monitorare il livello di attività fisica e il tempo trascorso in modo sedentario.
Più in forma, più intelligenti
L’analisi dei dati ha evidenziato che i bambini con livelli più elevati di forma fisica ottenevano risultati migliori nei test delle funzioni esecutive. In particolare, una maggiore forza muscolare e una migliore agilità erano associate a una memoria di lavoro più sviluppata, a un miglior controllo inibitorio e a una maggiore flessibilità cognitiva. Anche l’attività fisica complessiva, comprendente movimenti leggeri, moderati e intensi, era correlata positivamente con la memoria di lavoro e il controllo inibitorio.

Un dato interessante è emerso dall’analisi del tempo sedentario: sebbene periodi prolungati di inattività fossero associati a una riduzione della memoria di lavoro fonologica e del controllo inibitorio, non sembravano influenzare la flessibilità cognitiva. Inoltre, l’intensità dell’attività motoria non era un fattore determinante, suggerendo che ciò che conta di più in questa fase dello sviluppo è la quantità complessiva di movimento, piuttosto che la sua intensità.
I limiti e i possibili scenari
Nonostante l’importanza dei risultati, lo studio presenta alcune limitazioni. Essendo di tipo trasversale, non permette di stabilire con certezza un rapporto di causa-effetto tra attività fisica e sviluppo cognitivo. Inoltre, sebbene l’uso di sensori per rilevare le accelerazioni cardiache fornisca dati oggettivi sul movimento, essi potrebbero non catturare tutti gli aspetti dell’attività motoria, come il gioco libero. Infine, la ricerca ha coinvolto un campione limitato a due scuole di una sola regione, il che potrebbe influenzare la generalizzabilità dei risultati.