Mostri e fantasmi di Halloween sono diseducativi? Il parere dell’esperto: “Dare forma alle paure aiuta a vincerle”
Con l'avvicinarsi della festa di Halloween strade e schermi si riempiono di di mostri, streghe e spiriti ghignanti, i quali possono affascinare i bambini mal allo stesso tempo, preoccupare alcuni adulti. Ogni anno infatti c'è chi si chiede se l’esposizione a queste figure spaventose possa essere educativa o dannosa per i più piccoli. Tuttavia, molti esperti sostengono che il contatto con tali immagini, all'interno di un contesto sicuro come quello del gioco o della finzione, aiuti i bambini a elaborare le proprie paure e a sentirsi più forti di fronte a esse.
"Attraverso i racconti e i giochi di finzione, i bambini si liberano e dominano il terrore" spiega a Fanpage.it il professor Martino Negri, docente di Letteratura per l’infanzia all'Università degli Studi di Milano Bicocca. "Spiriti e creature malvagie consentono non solo di rendere un po' più concrete certe paure, ma aiutano i bimbi a gestire i propri timori".
La paura può avere un potere educativo?
Il ruolo di figure terrificanti e spaventose nelle storie è un argomento caldo e dibattuto da tempo immemore. La realtà infatti è che quasi sempre sono gli adulti a preoccuparsi che certe immagini o certi racconti spaventino troppo i più piccoli. I bambini mica si fanno tutti questi problemi. Anzi, molto spesso tra paura e divertimento corre un filo molto sottile che poi rappresenta il motivo per cui gran parte di bambini e ragazzi sono attratti da libri e film colmi di creature terrificanti e maligne.
Quindi sono i genitori che temono che storie e contenuti spaventosi accrescano le paure dei bambini?
Faccio un esempio. All’inizio del Novecento, lo scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton ricevette una lettera da parte di una signora che si lamentava del fatto che la presenza di orribili orchi nelle fiabe potesse inquietare i bambini. Chesterton allora rispose che, in realtà, le fiabe non insegnano ai bimbi che esistono gli orchi, ma mostrano come anche mostri così temibili possano essere sconfitti dal più piccolo dei protagonisti.
Dare una forma alle paure può quindi essere un modo per combatterle?
Certo che sì. Le cose brutte e spaventose del mondo sono un dato di fatto, non possiamo nasconderle all’infinito. Conferire loro una forma attraverso figure immaginifiche, come i draghi delle fiabe, gli spiriti o vampiri, può quindi insegnare ai bambini che questi elementi negativi possono essere padroneggiati e sconfitti. Bruno Bettelheim, uno psicanalista del secolo scorso che si occupò molto del ruolo delle fiabe nella crescita del bambino, ha ben spiegato come mettere in scena queste angosce e situazioni conflittuali attraverso il racconto (soprattutto metaforico) , sia importantissimo per far sì che un individuo impari ad affrontarle e tenerle a bada.
Non si corre il rischio di turbare e creare traumi?
Ogni caso è a sé, perché la sensibilità cambia a seconda della persona. Possono esserci dei bambini troppo piccoli o molto sensibili che di fronte a certe immagini possono rimanere impressionati. Per Rousseau, padre della pedagogia moderna, uno dei punti centrali dell’educazione di un bambino però non era preservarlo, ma esporlo gradualmente alle difficoltà. I mostri della finzione assolvono proprio questo compito: la storia rimane una dimensione protetta, non reale, in cui i bambini possono fare esperienza di certe situazioni, pur restando perfettamente al sicuro. Leggendo una storia di paura, un bimbo può sperimentare il brivido di essere divorati o inseguiti da un orco senza trovarsi mai in pericolo. Negare ai piccoli di queste esperienze potrebbe privarli dei giusti anticorpi per affrontare il mondo.