video suggerito
video suggerito

“Mio figlio rimanda sempre il momento dei compiti”: per la scienza si tratta di scarsa autostima

Procrastinare il momento dei compiti, ridursi all’ultimo con lo studio, secondo la scienza è strettamente legato ad una scarsa autostima, o a richieste eccessive da parte dei genitori. “I ragazzi pensano che non riusciranno mai ad eccellere e allora smettono di ritenere lo studio una priorità”
A cura di Sophia Crotti
0 CONDIVISIONI
bambino compiti

La pigrizia davanti ai compiti degli adolescenti, secondo gli esperti non è da sottovalutare, poiché spesso potrebbe non essere solamente stanchezza accumulata o scarso interesse nei confronti dello studio ma celare una vera e propria situazione di malessere dovuto a scarsa autostima del figlio.

I ragazzi, secondo la dottoressa Fiona Yassin, spesso pensano di non riuscire ad eccellere, come vorrebbero i loro genitori, e allora finiscono per odiare il momento in cui dovrebbero iniziare a studiare o peggio per reputare lo studio poco importante. 

La correlazione tra il tardare nello studio e la scarsa autostima

La dottoressa Fiona Yassin, alle pagine della testata online Mirror, ha spiegato di procrastinazione e insicurezza si fomentano vicendevolmente dando vita a un circolo vizioso: “I ragazzi, soprattutto durante l’adolescenza hanno meno autostima e di conseguenza, temendo di non essere in grado di concludere bene un compito o una sessione di studio, finiscono per evitarlo o ritardarlo il più possibile”. 

bimbi svogliati

Secondo la dottoressa tra le altre motivazioni vi sarebbero anche la tendenza a pretendere troppo da loro stessi, oppure semplicemente avere scarsa motivazione allo studio e sentire una eccessiva pressione da parte dei genitori.

Non serve porre un’asticella troppo alta ai nostri figli, essere sempre molto critici e pretendere ogni giorno un voto più alto o risultati migliori da loro, perché questo potrebbe spingerli ad avere manie di perfezionismo ha spiegato la dottoressa a Mirror. La dottoressa ha infatti spiegato che sentire su di sé la pressione dei propri genitori, porta i ragazzi a temere di non riuscire a soddisfare le loro pretese, decidendo così di rimandare sempre di più il momento in cui mettersi a studiare, perché tanto a un 9 o a un ottimo credono di non poter proprio arrivare.

“I ragazzi rischiano a questo punto di essere così demotivati da non dare importanza o priorità ai compiti” ha spiegato a Mirror la dottoressa Yassin.

Come migliorare il rapporto tra i ragazzi e i compiti

Secondo uno studio pubblicato sulla National Library of Medicine e condotto su 140 studenti, dal momento che il motivo scatenante nel loro ritardo nell’eseguire i compiti o studiare era proprio dovuto alla loro scarsa autostima, il suggerimento per educatori, genitori e insegnanti è proprio quello di lavorare sull’autostima dei ragazzi, anche facendosi aiutare da un terapista.

Insistere perché facciano i compiti o interferire nelle loro routine, poi, secondo gli studiosi, non vale quanto permettere, invece, ai ragazzi di fare i compiti insieme a dei coetanei o studiare con loro, così che possano confrontarsi sui metodi di studio e aiutarsi vicendevolmente.

“Per quanto complesso, dal momento che a volte la procrastinazione può nascondere insicurezza dei ragazzi o dinamiche familiari sbagliate, è importante farsi aiutare con la terapia di gruppo. Uno specialista valuterà la situazione e i ragazzi torneranno ad approcciarsi allo studio e in generale alla vita nel migliore dei modi”.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views