“Mio figlio non dice mai che mi vuole bene”: i 5 modi in cui i bambini comunicano l’amore ai genitori
Sono 5 le modalità che i bambini utilizzano per dimostrare il loro amore e chiederne in cambio ai genitori. Ad averle messe su carta la prima volta è stato lo scrittore e consulente relazionale Gary Chapman. L’amore non si esprime universalmente solo verbalizzandolo con un “ti voglio bene”, secondo l’esperto ci sono bambini che colgono in un regalo l’affetto di cui hanno bisogno, altri in un abbraccio, altri ancora in poco tempo insieme ai loro genitori ma di qualità.
Ad essere complesso, però, può essere individuare il linguaggio d’amore del proprio bambino, ma basta osservarlo, comprendendo in che modo manifesta il suo amore con gli altri, siano amici o fratelli, per capire come il piccolo desidera essere amato.
Contatto fisico
Secondo il dottor Chapman esistono bambini che come linguaggio d’amore primario hanno il contatto fisico. Alle pagine di Parents la psicologa clinica Laura Markham spiega che si tratta di piccoli che spesso, quando i genitori tornano a casa, corrono verso la porta per abbracciarli, che invadono lo spazio degli amichetti, toccando le loro mani.
Questi bimbi hanno bisogno di contatto fisico da parte dei loro genitori per comprendere di essere amati, e seppur non diranno spesso a mamma e papà che vogliono loro bene, cercheranno di poter stare sulle loro ginocchia, accoccolati sul divano o mano nella mano il più a lungo possibile. Il dottor Chapman spiega anche che, seppur ricorrere alle punizioni fisiche sia da evitare in ogni caso, anche uno scappellotto di rimprovero può essere devastante in particolar modo per i bambini che hanno come linguaggio primario dell’amore il contatto fisico.
La psicologa Markham suggerisce ai genitori di questi bambini di riservare sempre ai piccoli una razione di baci e abbracci al risveglio e prima di andare a dormire.
Ricevere doni
Un bimbo che sembra gioire solo quando riceve un regalo non è viziato ma un bambino che ritiene l’azione di scambiarsi dei doni il suo linguaggio primario di amore. Secondo il pediatra Harvey Karp per comprendere se il proprio bambino ha questo linguaggio primario bisogna cercare di capire se fa queste cose, come spiega a Parents:
- ricorda ogni regalo fattogli
- è attento anche alla carta colorata che ricopre i doni
- il bimbo fa molta fatica a buttare via i suoi giocattoli, anche se sono vecchi e non li usa più.
Secondo il dottore, appurato che è ricevere regali il modo in cui il proprio bimbo riesce al meglio a manifestare e ricevere amore, allora è importante dare grande risalto anche ai regali che il piccolo fa ai genitori, come disegni, lavoretti o giocattoli.
Parole di incoraggiamento
Alcuni bambini più che di un “ti voglio bene” hanno bisogno di essere incoraggiati e di ricevere parole dolci, le stesse che loro per primi dedicano ai genitori.
Il pediatra Karp suggerisce ai genitori dei bambini che hanno questo come linguaggio primario d’amore, di lasciare a sorpresa dei bigliettini ai loro bambini, parole dolci da portare con loro tutto il giorno o di giocare con loro a sussurrare frasi affermative sui bambini nelle orecchie dei peluche.
Il dottor Chapman mette però anche in guardia i genitori di questi bambini dall’utilizzare qualsiasi tipo di insulto con loro, in grado di farli sentire per nulla amati.
Aiutare gli altri
Alcuni bambini nel compiere gesti semplici come aiutare i genitori con le faccende domestiche o i fratelli ad apparecchiare la tavola si sentono particolarmente felici e appagati, probabilmente perché aiutare gli altri è l’unico modo che conoscono di amare.
Secondo il dottor Chapman, talvolta i genitori di questi bimbi, pregati per l’ennesima volta di allacciare le loro scarpe, potrebbero sentirsi un po’ al loro servizio, quando in realtà i piccoli stanno solo chiedendo di essere amati. Secondo il dottore, infatti, per autonomizzare i bambini è anche importante non soddisfare sempre tutte le loro richieste, magari spiegando loro apertamente che l’imposizione di regole e limiti è un bene per tutti, non un modo per amarli di meno.
Passare del tempo insieme
La vita dei genitori di oggi è spesso una corsa contro il tempo e i bambini lo sanno bene, mentre fanno la spola tra tate, nonni, asilo e sport.
Tuttavia i bambini che nel tempo vedono la forma primaria d’amore, adorano che i loro genitori si ritaglino dei momenti per trascorrere del tempo di qualità insieme a loro.
Secondo la psicologa clinica Markham si tratta di quei bambini che spesso dicono ai genitori “ei vieni a giocare un po’ con me” o “Stai nella mia cameretta”. La dottoressa suggerisce di stabilire dei rituali speciali, momenti che i bambini sanno essere dedicati completamente a loro da parte dei genitori, che sia una fiaba prima di andare a dormire o una passeggiata nel weekend.
Da evitare assolutamente con questi bambini secondo Chapman sono i rimproveri che prevedano l’isolamento in solitudine in camera, deleterio per questi piccoli.