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“Mio figlio non è stato invitato al compleanno di un compagno di classe”: i consigli del pedagogista ai genitori

Se un bimbo non viene invitato al compleanno di un compagno di classe la sua sofferenza può contagiare anche i genitori, tuttavia il pedagogista Luca Frusciello invita i genitori a trasformare il dolore in un momento educativo.
Intervista a Luca Frusciello
Pedagogista
A cura di Sophia Crotti
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bimbo triste a una festa

Sono purtroppo fin troppo frequenti i racconti di bambini esclusi dalle feste di compleanno dei compagni o ai cui eventi, dopo ore interminabili di attesa, non si presenta nessuno. Abbiamo dunque chiesto al pedagogista Luca Frusciello di spiegarci in che modo un genitore, che potrebbe soffrire nel sapere il suo bimbo escluso dalla cerchia dei pari, può cogliere anche il momento del mancato invito da parte di un compagno di classe, come educativo per il proprio bambino.

Luca Frusciello, pedagogista
Luca Frusciello, pedagogista

Come consolare un bimbo che non è stato invitato ad un compleanno

Il dottor Luca Frusciello invita i genitori di un bambino escluso da un evento o da una festa a porsi innanzitutto una domanda su come anche loro, ormai adulti, reagirebbero in una situazione simile: “Se all’adulto accade di essere escluso da un evento ne soffre, si arrabbia, si interroga, e così facendo si da la possibilità di rimanere nel dolore, per ciò deve insegnare ai bambini a fare lo stesso”.

Non ha senso, infatti, secondo lo specialista, sminuire il dolore del bimbo, cercando di alleviarlo nell’immediato con una toppa, quanto piuttosto accettarlo: “Il piccolo che è stato escluso dalla festa sarà triste e arrabbiato, l’adulto deve convivere con questi suoi sentimenti, sintonizzandosi con lui sul piano emotivo, convalidando le sue emozioni facendo capire al piccolo che è giusto stare così”. Il dottore per tanto, per quanto difficile, invita mamme e papà a pazientare, lasciando che il proprio bambino sperimenti anche ciò da cui si vorrebbe proteggerlo, il dolore.

Il dubbio che cura il dolore dei bambini

Solo una volta che il bimbo si sarà sfogato piangendo o verbalizzando, mosso dalla rabbia, il dolore provato a causa dell’esclusione dal compleanno, secondo il dottor Frusciello, é importante insegnare lui qualcosa che sarà utilissimo anche per il suo futuro: rielaborare quanto gli è accaduto. “Dopo aver tranquillizzato e coccolato il bambino, quando siamo sicuri che sia calmo, è utile insegnare lui a rievocare l’esperienza passata, in modo che possa elaborare ciò che è successo”.

Per farlo il pedagogista invita i genitori a porre al bimbo domande aperte, così da conoscere la sua opinione a riguardo. “Ponendo al bambino domande come ‘ma perché pensi che non ti abbia invitato alla festa?’ ‘Tu credi che avresti fatto lo stesso?’ si possono indagare quelli che lui ritiene essere i motivi dell’accaduto”.

bimbo solo ad un compleanno

A seconda dell’età del bambino le motivazioni sembreranno più o meno valide all'adulto, tuttavia è importante che il piccolo le esprima spiegando se secondo lui possono giustificare il mancato invito. “Il bimbo così facendo darà un giudizio, ed è proprio questo che fa soffrire gli esseri umani, molto più che i fatti in sé: il giudizio che diamo di ogni situazione”.

Solo a questo punto, secondo il pedagogista, si può fare con i bimbi un percorso un po’ doloroso ma che può condurli fuori dal quella sofferenza, ossia ragionare insieme sulla gamma di possibilità altre, che potrebbero aver portato il coetaneo ad escluderlo dalla festa. “Si allena così il bimbo al dubbio, che consente la sospensione di quel giudizio tanto doloroso. Seppur sia terribile non essere invitati ad un compleanno da bambini, quando si desidera solo che gli altri ci vogliano bene e si associa quell’invito all’affetto, dubitando che il suo giudizio sia l’unico valido, il bimbo impara a ragionare secondo le percezioni dell’altro, abilità importantissima per l'adulto che sarà” ha concluso l’esperto.

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