“Mio figlio ha voluto la nonna alla Maturità: nessun infantilismo, solo il desiderio di avere accanto una persona speciale”
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Gli esami della Maturità volgono ormai al termine, eppure non accenna a placarsi la discussione tra chi ritiene giusto che i genitori presenzino agli orali dei figli, reputandolo un gesto di supporto emotivo in un momento così importante della loro crescita, e chi invece pensa che tale comportamento rappresenti una forma di protagonismo ed eccessiva spettacolarizzazione da parte degli adulti.
Nel continuo dibattito tra favorevoli e contrari, una madre ha scritto a Fanpage.it per testimoniare come la vicinanza di un parente durante l'esame non sia per forza un atto d'invadenza, ma spesso rappresenta una scelta consapevole da parte dei ragazzi per condividere questo fondamentale rito di passaggio con chi è stato loro accanto durante il cammino verso il diploma.
"Sono la mamma di un ragazzo che, come tanti, ha sostenuto l'esame di maturità da pochi giorni e vorrei rispondere a tutti coloro che parlano di di infantilismo e mancanza di autonomia, riferendosi a quei ragazzi che desiderano avere i genitori o i familiari accanto, a testimoniare e gioire di un momento importante per loro" scrive Cristina Mazzaccara da Napoli.
"Mio figlio Andrea, studente e sportivo agonista, che si divide tra lo studio, la sua passione, e gli amici, ha voluto con sé, il giorno degli orali, la nonna Emilia, 87 anni, che insegnava italiano, storia e latino e con cui, in tutti questi anni, parlava di poeti, di letteratura, di storia, di filosofia ma anche di politica e attualità".
Cristina racconta infatti che Andrea e sua nonna passavano (e passano tutt'ora) ore e ore a parlare e discutere di qualsiasi cosa, commentando le notizie del telegiornale, condividendo opinioni e stimolandosi reciprocamente con considerazioni che poi hanno immancabilmente influenzato il percorso scolastico e di crescita del ragazzo.
"La nonna passava le ore con lui e discutevano criticamente di tutto" prosegue. "Andrea l'ha voluta accanto per dimostrarle quanto quelle ore e quei momenti assieme l'abbiano fatto crescere, ragionare e riflettere sulla nostra storia, ma anche sulla nostra realtà e quotidianità".
Nessuna imposizione o volontà di ostentare dunque, ma solo il desiderio di un figlio e un nipote di avere vicino a sé tutte le persone che lo hanno sempre sostenuto, sia materialmente che emotivamente.
"Eravamo tutti lì quel giorno, ad ascoltarlo e nessuno di noi, tantomeno mio figlio, si è sentito infantile o privato di autonomia" conclude Cristina, sottolineando come la nonna, pur mantenendo un rigoroso silenzio, abbia partecipato con grande trasporto all'esame brillantemente superato dal nipote.
"Ho sentito dire ‘ai miei tempi non avrei mai pensato di farmi accompagnare dai miei genitori'. E quindi? Forse questa persona è cresciuta più autonoma ed indipendente di come crescerà mio figlio?".