“Mio figlio fin da piccolo non mangiava nulla, poi è arrivata la diagnosi”: la storia di Alex affetto da ARFID
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Alex, il figlio di Jess fin da piccolissimo mangiava pochissimi alimenti, se all’inizio la mamma pensava si trattasse di un capriccio, ha in fretta capito che si trattava di qualcosa di più grande del semplice storcere il naso davanti ad un fumante piatto di broccoli. Jess ha raccontato come dopo anni di ricerche di una spiegazione a quel detestare ogni alimento del suo bimbo, a suo figlio sia stato diagnosticato un disturbo alimentare, l’ARFID.
Si tratta, come spiega il Manuale MSD del disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione di cibo, che non porta i piccoli a percepirsi fisicamente diversi da quello che sono. Secondo il Manuale non c’entra il dismorfismo con questa patologia quanto più un'esperienza pregressa spaventosa, come un rischio di soffocamento a tavola, che porta i bimbi a selezionare pochissime vivande secondo loro non spaventose e ad avere dei veri e propri disturbi sociali che li portano poi a non voler mangiare davanti ad altre persone.
La storia di Alex e della sua diagnosi di Arfid
Jess, la mamma di Alex ha raccontato che tutta la famiglia ha tirato un profondo sospiro di sollievo nel sapere che il malessere del proprio bimbo aveva un nome ben specifico, dopo la diagnosi, arrivata 12 anni dopo il manifestarsi dei primi sintomi. "Non aveva nemmeno un anno Alex, quando iniziai a preoccuparmi per il suo modo di alimentarsi e ne parlai con un'infermiera e il suo pediatra" spiega Jess alle pagine di abcnews. La donna continua spiegando che gli esperti non sembravano però troppo preoccupati, le dicevano infatti che si trattava di una fase passeggera e che il suo bimbo, crescendo avrebbe mangiato. Le cose hanno iniziato a complicarsi quando Alex ha compiuto 4 anni e per un anno intero si è rifiutato di mangiare qualsiasi cosa non fossero spaghetti già pronti o pane con burro di arachidi.
Date le evidenti carenze nutrizionali al bimbo è stato consigliato di assumere degli integratori, ma la famiglia non ha avuto pace fino a che, raggiunti i 12 anni gli è stato diagnosticato l'ARFID. I medici sono arrivati alla conclusione che si trattasse di questo disturbo anche perché Jess aveva una diagnosi di ADHD, autismo e forte ansia. "Chi soffre di ARFID non tende a scartare il cibo solo perché non è attratto dall'odore o dalla consistenza, ma anche perché teme, a causa di una forte ansia, che dopo aver mangiato gli accada qualcosa di brutto, come vomitare o soffocare" spiega alle pagine di abcnews la psichiatra Jennifer Thomas.
Infatti Alex ha trovato nella sua ansia uno dei motivi principali dell'ARFID, il bimbo teme che alcuni cibi siano poco sicuri per lui o che il cibo che ritiene sicuro, se mangiato altrove rispetto che a casa sua possa essere contaminato.
"La malattia ha molto condizionato Alex, che è stato così sottopeso da dover essere ritirato da scuola e smettere di fare sport, per evitare che la sua condizione peggiorasse". Tuttavia, secondo la psichiatra Thomas il peso non è sempre un elemento condizionante quando si parla di ARFID, a differenza che di altri disturbi della salute alimentare: "Ci sono dei bambini normopeso affetti da ARFID, perché l'unico alimento che li fa sentire sicuri è ipercalorico".
Come comportarsi con un bimbo affetto da ARFID
Jess, la mamma di Alex, ha raccontato di aver commesso degli sbagli all'inizio, quando non le era chiaro come agire per aiutare il suo bimbo a superare quella che sembrava una semplice selettività alimentare. "Ho cercato di forzarlo a mangiare altro cibo e a far sparire da casa il suo cibo sicuro, speravo così di invogliarlo a mangiare altro, invece è stato ricoverato in ospedale dopo non aver toccato cibo per 3 giorni consecutivi".
La professoressa Susan Sawyer, direttrice del Centro per la salute degli adolescenti presso il Royal Children's Hospital di Melbourne, ha dunque elencato quelle che possono essere le condotte da utilizzare con i bimbi affetti da ARFID, seppur ogni storia clinica sia a sé e meriti le sue strategie:
- Terapia congitivo-comportamentale: incontri a cui prende parte il bimbo e la sua famiglia
- Terapia dell'esposizione: presentare in tavola ai bimbi anche dei cibi spaventosi senza che loro sia obbligati a mangiarli
- Stilare la lista degli alimenti che per il bimbo sono sicuri: non mancando di aggiungere insieme una nuova vivanda, di volta in volta
- Concentrarsi sulla salute del bambino: se per un periodo il piccolo mangia solo biscotti e pasta asciutta è bene lasciarlo fare purché il suo corpo stia bene, si penserà poi, durante la terapia a favorire nuovi assaggi.