“Mia figlia è in seconda media e non ha il cellulare: è felice così”: il racconto di una mamma
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Lindsey DeLoach Jones è una mamma che ha voluto raccontare alle pagine dell'Huffpost la vita di sua figlia che, nonostante frequenti la seconda media e tutte le sue compagne abbiano un cellulare, non lo ha. Nonostante la privazione possa sembrare strana per una ragazzina di 12 anni, la sua mamma è convinta della scelta fatta in virtù di un maggior tempo di qualità speso nel mondo reale e non online.
La ragazza che vive i tormenti, le gioie e gli sbalzi d'umore tipici della sua età, non si è mai ribellata, racconta la sua mamma, a scelte educative come questa.
Le regole per crescere un adolescente senza cellulare
Lindsey DeLoach Jones ha raccontato cosa significa essere la madre di una ragazza di 12 anni a cui ha impedito di avere un cellulare. "Mia figlia è in un periodo caratterizzato da sbalzi ormonali, il suo umore è simile a una tempesta. Si lamenta quando a tavola c'è una pietanza che non vuole mangiare, punta i piedi quando prova degli abiti che non le piacciono, sembra arrabbiata per tutto, tranne che per una cosa: essere l'unica a non avere un cellulare".
La ragazza, spiega sua mamma, ha scoperto da piccola che sarebbe stata una delle ultime a ricevere un cellulare in dotazione. La donna racconta che finché ha potuto, ha sponsorizzato ai suoi bambini attività senza schermi, come la lettura e le attività all'aperto, dopo di che ha iniziato a spiegare loro perché non avrebbero avuto tra le loro mani un cellulare, come i loro coetanei. "Mi aspettavo ribellioni e aspre litigate ma non è stato così, anzi".
DeLoach Jones non ha però mai terrorizzato i suoi bambini, ha semplicemente spiegato loro i valori educativi dietro la scelta di attendere prima di dare loro un cellulare, puntando sugli aspetti positivi di una vita senza smartphone, più dedita ai rapporti umani e meno a quelli virtuali. "Abbiamo fatto insieme tantissimi giochi in scatola e lavoretti, esperienze all'aperto che hanno coinvolto anche i loro amici, perché il mio desiderio più grande era che vivessero la vita reale, senza pensare di starsi perdendo delle esperienze nel mondo digitale".
Come ben sappiamo, però, quando si tratta di educazione dei figli i fatti contano più delle parole. Per tanto, la donna e il marito hanno dovuto ridurre per primi il tempo di utilizzo dei loro smartphone: "Abbiamo disinstallato Instagram dai nostri telefonini e non li usiamo mai davanti ai nostri figli. A volte stacco la linea per ore e poi le faccio vedere quante notifiche mi arrivano, per spiegarle che se davvero fossi stata dietro alle richieste di tutte quelle persone non avrei potuto fare bene nient'altro". Un altro elemento le permette di essere dura e irremovibile davanti alle suppliche di sua figlia che osserva le amiche usare il cellulare che lei non ha: accettare di essere guardata come la cattiva, prendersi le colpe che derivano dal dare regole a sua figlia. "So che oggi le beffe delle sue compagne di classe le sembrano enormi, ma tra pochi anni se ne sarà dimenticata" dice.
Le due, poi, dialogano moltissimo sugli aspetti positivi di una vita senza smartphone, che permette alla ragazza di guardare alle sue amiche e vedere quanto tempo perdono inghiottite dai loro cellulari. "Certo non posso combattere tutte le battaglie, su altre cose sono meno stringente, e meno pressante perché impegno il mio tempo nello spiegarle perché si viva meglio senza schermi".
La ragazza, una volta giunta al liceo potrà avere un cellulare e a quel punto, spiega la mamma, anche lei sarà vittima degli schermi annientata dall'apparente socializzazione che social e internet porta non con sé: "A quel punto la sua infanzia libera dagli schermi sarà qualcosa a cui tornerà con la mente con nostalgia e che nessuno potrà mai portarle via".