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“Mi manchi quando sono con la mamma”: come gestire la nostalgia dei bimbi quando ci si separa

I bambini, durante le prime fasi di una separazione, possono manifestare la nostalgia nei confronti dell’uno e dell’altro genitore, perché anche per loro la routine è del tutto nuova, abbiamo chiesto alla psicologa Cristina Riva Crugnola, come si deve agire in questi casi.
Intervista a Cristina Riva Crugnola
Professoressa associata di psicologia dinamica presso Università di Milano Bicocca
A cura di Sophia Crotti
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bimba triste separazione

In un periodo in cui molte coppie social che sembravano indissolubili, si stanno separando, si parla molto spesso di separazioni e divorzi, sempre più diffusi in Italia e delle ripercussioni che questi allontanamenti hanno su tutti i membri del nucleo familiare.

Qualche giorno fa Fedez, di rientro dalla vacanza con i figli in Sardegna ha catturato con il suo cellulare una frase della sua secondogenita, avuta con la ex moglie Chiara Ferragni, Vittoria, che appena scesa dall’aereo gli ha detto “Mi mancherai quando sarò a Milano”, alludendo ai giorni che lei e il fratello avrebbero trascorso con la mamma.

Il cantante è intervenuto subito rassicurandola e dicendole che avrebbero comunque avuto modo di vedersi, una volta tornati nella città meneghina.

Ma come si gestisce, durante una separazione, la nostalgia che il bimbo o la bimba può provare per l'altro genitore? Lo abbiamo chiesto alla professoressa associata di psicologia dinamica all’Università di Milano Bicocca, Cristina Riva Crugnola, che ci ha spiegato l'importanza di rimanere sempre flessibili rispetto alle esigenze del bambino, pronti anche a cambiare la propria routine se lui ne ha bisogno, senza mai però tornare sui propri passi spinti dalle emozioni che il piccolo prova.

dottoressa Cristina Riva Crugnola (professoressa associata di psicologia dinamica presso Università di Milano Bicocca)
dottoressa Cristina Riva Crugnola (professoressa associata di psicologia dinamica presso Università di Milano Bicocca)

Come si spiega ai bambini che non potranno più stare con entrambi i propri genitori contemporaneamente?

Ritagliandosi del tempo e utilizzando parole molto semplici e sincere che spieghino ai piccoli, in base all'età, che i genitori non vivono più insieme. A questo punto è bene illustrare ai bimbi la nuova routine, parlare dei weekend che passeranno con l'uno o l'altro genitore. Una volta spiegata la situazione bisogna cercare di capire come il bambino recepisce quelle parole, quali fantasie si instaurano nella sua mente, monitorando le sue reazioni a ciò che accade.

Se, come nel caso della figlia di Fedez, la bimba è triste perché sa che non vedrà più il papà per qualche giorno, sta manifestando un anticipo di nostalgia, il genitore deve monitorare questi sentimenti, dando spiegazioni ai bimbi, rispettandoli e tutelandoli. Perché la cosa davvero importante è preservare l’attaccamento sicuro del bambino ad entrambi i genitori, per garantirgli il migliore sviluppo, anzi penso sia il punto cruciale della separazione.

Se il bambino manifesta questi sentimenti in presenza di entrambi i genitori, per esempio quando si ricongiunge con la mamma dopo essere stato con il papà?

Nel momento poi di ricongiungimento con l’altro genitore il bambino è sottoposto a un doppio lavoro, separarsi per esempio dal papà, per ricongiungersi alla mamma o viceversa. È normale che possano emergere sentimenti come tristezza, nostalgia, rabbia, e anche avversione nel dover "lasciare" uno dei due genitori. Questi momenti, per quanto difficile, vanno accolti anche se al genitore non fanno piacere. A dire il vero il lavoro è doppio anche per il genitore durante una separazione.

separazione

Se il bambino mentre è con il papà manifesta una mancanza forte della mamma cosa si può fare di pratico?

Bisogna lasciare che il bambino entri in contatto con l’altro genitore, anche con una telefonata. Non bisogna assolutamente creare una situazione di tensione tale da non permettere al bambino di nominare l’altro genitore: il piccolo deve sentirsi libero di parlare della mamma mentre è con il papà e viceversa e di rappresentarlo nella mente.

So che il genitore potrebbe essere arrabbiato con il partner e star vivendo una brutta separazione ma il bimbo e i suoi bisogni vanno messi al centro, dunque il piccolo deve sapere che può entrare in contatto con la mamma o il papà quando vuole. In casi particolari suggerisco anche di interrompere la routine, e portare il bimbo dall'altro genitore, bisogna mantenersi flessibili anche nell'instaurare una nuova routine, non rispettare macchinosamente delle imposizioni.

Come non lasciarsi influenzare da questa cosa?

Partiamo dal presupposto che una separazione riuscita è meglio di una convivenza non riuscita, quindi per quanto certe frasi possano fare del male è importante che i genitori non si lascino ingaggiare dai sentimenti dei figli.

separazioni

I primi anni della separazione portano con loro una serie di complicazioni emotive, sia con l’ex partner che con il figlio. Una mamma, per esempio, che magari vede poco il suo bambino e si sente dire “mi manca molto il papà” potrebbe sentirsi esclusa, svalorizzata e non amata, e non riconosciuta, ma bisogna sforzarsi di cooperare, anche se si è separati, per aiutare il bimbo a mantenere l’attaccamento all'altro genitore, anche con una serie di atteggiamenti seduttivi. Il genitore deve fare un lavoro intensissimo sulle proprie emozioni, tenendo a mente che il divorzio per i bambini è un evento inaspettato, che non era nei suoi piani e su cui non ha potere. 

Lei parla di flessibilità, il bambino e le sue esigenze sono più importanti di una brutta separazione?

Certo, nel rapporto con il bambino, il tema rimane quello di non far percepire questa rabbia, magari una distanza emotiva, ma non si può triangolare la situazione facendo diventare il bambino un ostaggio della relazione.

bimbi separazione

Da sottolineare è che il genitore è chiamato a riflettere di più su come si mette in relazione con l’altro genitore e il bambino, rispetto a una coppia che funziona ed è convivente, imparando ad ascoltare cosa il bambino sente. Certo è un lavoro emotivo complesso e che si impara con il tempo, per il quale però, se si sente il bisogno, ci si può far aiutare da uno psicologo.

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