“Mi hanno detto che ero egoista a volere un figlio”: la storia di Amelia Peckham, una mamma disabile
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Amelia Peckham è una donna con disabilità, la cui vita è cambiata per sempre dopo un incidente in quad avvenuto mentre era in vacanza con gli amici.
Oggi è mamma di due bambini, ma si è dovuta confrontare con le domande irrispettose della gente e i loro pareri sulle sue capacità genitoriali.
I giudizi sono stati tanto insistenti e fastidiosi da averla convinta, almeno per un attimo, che forse avevano ragione, non sarebbe riuscita ad essere una buona madre. Oggi Amelia è mamma di due bimbi e direttrice di una attività che si occupa di creare stampelle e bastoni da passeggio per chi ne ha bisogno.
La storia di Amelia e l’incidente
Aveva solo 19 anni, come si legge dal sito del brand di stampelle che oggi dirige insieme alla sua mamma, “Cool Crutches and walking sticks” quando, mentre pensava di trascorrere un weekend spensierato con gli amici, guidando un quad per esplorare la città, una delle ruote del mezzo è finita in una profonda buca sbalzando il suo corpo fuori dalla carreggiata.
Dopo la caduta i suoi fianchi sono rimasti incastrati nella roccia e lei ha sentito, come spiega alle pagine dell’Huffpost, che qualcosa non andava.
“Ho chiesto ad una mia amica di togliermi gli stivali, perché pensavo di essermi rotta un piede” ha detto, ma lei quegli stivali non li indossava affatto, e non se ne era accorta perché già aveva perso la sensibilità della parte inferiore del corpo.
Come si legge dal suo sito la prognosi finale fu “lesione spinale devastante”. Sono seguite 6 settimane a letto, un’operazione molto complessa, che prevedeva il prelievo di una parte di osso dal bacino, per fonderle tre vertebre nella schiena e consentirle di iniziare la riabilitazione.
Le domande sul futuro e il desiderio di genitorialità
A questo punto Amelia ha iniziato ad essere molto turbata, aveva solo 19 anni eppure una preoccupazione che fino al giorno dell’incidente non aveva mai toccato né lei, né chi la circondava era diventata l’argomento più interessante per amici e parenti.
“A 19 anni non ti aspetti che le persone si interessino della tua fertilità, eppure moltissimi estranei non facevano che domandarmi se in futuro avrei potuto diventare madre” ha spiegato alle pagine dell’Huffpost.
Questi interrogativi hanno creato in Amelia non poco dolore, tanto da convincerla che ad ogni primo appuntamento fosse giusto mettere in guardia il ragazzo che aveva di fronte sulla possibilità di non avere figli in futuro. Circondata dall’affetto dei cari, che invece erano interessati alla sua salute e non ai suoi desideri per il futuro, Amelia si è sentita dire molte volte che se l’incidente l’avesse resa infertile forse era meglio così, perché era egoista da parte sua dare ai propri figli una mamma disabile.
“Erano diversi i preconcetti di chi mi metteva in guardia con le sue parole, pensavano che non sarei stata in grado di rispondere alle richieste fisiche del mio bambino, che, in quanto disabile ero debole e indifesa, non in grado di essere un buon genitore, insomma”.
Ma la frase più dura le è stata detta improvvisamente mentre era stesa nel letto dopo l’operazione. “Sei egoista, non si tratta solo di te quando si sceglie di avere un bambino”.
Diventare mamma
Il desiderio di diventare mamma di Amelia Peckham non fu spento neanche dai commenti delle persone che la circondavano e a 31 anni rimase incinta. La gravidanza, come già i medici le avevano spiegato, fu davvero complessa e dolorosa, tanto che dalla trentacinquesima settimana non riuscì più a camminare, si recò in ospedale e rimase lì allettata fino al giorno del parto.
Nei mesi precedenti aveva ricevuto pareri contrastanti, spiega all'Huffpost, non sapeva se il suo parto sarebbe stato naturale o con taglio cesareo, se le avrebbero fatto l'epidurale. Ha ricevuto una risposta definitiva a tutti i suoi dubbi solo in sala parto, quando i medici hanno optato per farle un'anestesia e un taglio cesareo. "Ho passato 9 mesi nell'ansia e nell'incertezza, perché nessuno mi diceva niente".
A due anni dal parto Amelia rimase incinta del suo secondo e ultimo figlio, dal momento che durante il taglio cesareo sviluppò una inversione dell'utero, che la rese sterile.
Il post parto
Per Amelia Peckham, la ripresa dopo il parto non è stata semplice, ha avuto un'infezione che l'ha costretta a letto con poche forze per quasi 12 settimane, racconta all'Huffpost, a cui è seguita una lunga riabilitazione per tornare in forze. "Dopo 4 mesi dalla gravidanza sono tornata a lavorare e non ho neanche beneficiato del congedo di maternità, ero così spaventata da non farcela che ho lasciato il lavoro quando sono rimasta incinta e penso questo sia stato un grave errore".
Ora Pechkam è una mamma felice, ma sa di aver superato un percorso lungo e travagliato, costellato da i giudizi della gente.
"Il rumore di chi gridava che ero egoista e che una donna disabile non sarebbe riuscita a fare la mamma, era così allarmante che alla fine l'ho ascoltato, vivendo la maternità con ansia e stress".
I suoi bimbi le danno la forza per superare gli sguardi giudicanti della gente e Amelia racconta la sua storia perché davanti a una diagnosi di disabilità nessuna donna dia per scontato di non poter avere figli. "Siamo più forti dei giudizi non richiesti delle persone" ha concluso all'Huffpost.