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Merendine e cibi confezionati: uno studio rivela da dove arriva la metà delle calorie che assumono i bimbi

Uno studio inglese ha evidenziato che la maggior parte dei bambini si nutre di troppo cibo ultraprocessato. Questo oltre ad intaccare la salute dei piccoli, ne veicola per sempre i gusti alimentari, rendendoli non proprio delle buone forchette.
A cura di Sophia Crotti
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cibi ultraprocessati

Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Regno Unito, ha dato un risultato allarmante per quanto riguarda la salute alimentare dei bambini.

Quasi la metà delle calorie quotidiane che i bimbi assumono, arriva da cibi ultraprocessati come merendine, biscotti, salumi confezionati, polpette e bastoncini di pesce surgelati.

Si tratta di cibi poco salutari, a discapito delle pubblicità, che possono compromettere la salute dei bimbi e renderli anche più schizzinosi nei confronti dei cibi sani.

Lo studio inglese

Pubblicato sulla rivista scientifica European Journal of Nutrition, lo studio ha preso in considerazione le abitudini alimentari di 2591 bambini, nati da parti gemellari tra il 2007 e il 2008.

Alle famiglie di quelli che allora erano bambini, oggi sono 17enni, sono stati inviati via mail dei diari alimentari, da compilare per 3 giorni consecutivi in una settimana, con tutti i pasti, snack e bibite che i piccoli assumevano. L’operazione è stata svolta dal team di ricercatori quando i bambini avevano 21 mesi, e una seconda volta al raggiungimento dei 7 anni. 

yogurt

Dai risultati è emerso che i bambini sia a 21 mesi che a 7 anni ricevevano il maggior apporto calorico giornaliero dai cibi ultraprocessati (UPF). Queste pietanze, come spiega il sito dell’NHS, sono prodotti che subiscono una lavorazione maggiore, contengono conservanti ed emulsionanti e sebbene non tutti siano dannosi per il corpo umano, sono ricchissimi di calorie, grassi saturi, sale e zucchero. Queste pietanze nonostante siano poco nutrienti e ricche di zuccheri, spesso vengono spacciate dai grandi marchi come cibarie sane per i bambini. 

I bimbi, per ottenere numeri più precisi, una volta note le loro abitudini alimentari, sono stati suddivisi in 5 gruppi, da chi tra loro assumeva più cibi ultraprocessati a chi ne assumeva meno.

Dai risultati ottenuti nel gruppo di bambini che assumevano più UPF a 21 mesi il 47% dell'apporto calorico giornaliero necessario a loro derivava proprio da questi cibi ricchi di emulsionanti, sale e dolcificanti. In particolare i bimbi venivano nutriti principalmente da yogurt aromatizzati, cereali ad alto contenuto di fibre, pane integrale.

Per i bambini di 7 anni, dello stesso gruppo, invece, il 59% dell’apporto calorico giornaliero era dato da cibi ultra processaticome budini, merendine con cereali dolci e pane bianco. 

I consigli degli autori dello studio

Appurato che l’apporto calorico maggiore ai bambini tra i 21 mesi e i 7 anni è dato dai cibi ultra processati, gli studiosi hanno evidenziato le peculiarità degli alimenti che i genitori spesso ritengono sani per i loro bambini.

Questi cibi all’apparenza sono salutari, anche a livello commerciale sono sponsorizzati come tali, pensiamo a yogurt e cereali, il problema è che se forniscono micronutrienti e fibre, fanno ingerire anche ai bambini una grossa quantità di zuccheri liberi, dannosi per i denti dei più piccoli si legge dallo studio. Tutti i bambini, infatti registravano un apporto di zuccheri liberi quotidiano superiore al massimo consigliato del 5%.

Un’altra parentesi è fatta sul latte in polvere, meno salutare del latte vaccino, che può essere dato ai bimbi già dai 12 mesi.

Un altro problema è il sodio, i cibi ultra processati sono ricchi di sale, che i bimbi assumono soprattutto da snack e carne ultra processata, come le polpette, dalla ricerca è emerso che sia a 21 mesi che a 7 anni il sodio che i bimbi assumevano era maggiore del loro fabbisogno quotidiano”.

Secondo gli studiosi i piccoli assumendo cereali, formaggi e pane, già avrebbero quotidianamente nella loro dieta, più sodio del necessario, situazione che se registrata già a 21 mesi era predittiva del fatto che si sarebbe ripresentata a 7 anni.

polpette di carne

Troppo sale nella dieta non solo farebbe male alla salute dei bambini, perché come spiega l’ISS è collegato all’assunzione anche di grassi saturi e bevande zuccherine potrebbe portare a forme di sovrappeso e obesità. Ma, come spiegano i ricercatori nello studio, condizionerebbe per sempre i gusti alimentari dei bambini.

 “Una volta che neonati e bambini piccoli stabiliscono una preferenza per i cibi salati, assumendo molto sodio in infanzia, non si torna più indietro, ricercheranno sempre quel sapore, storcendo il naso davanti ad altre pietanze più salutari”.

Gli studiosi consigliano quindi di diffidare dalle pubblicità ingannevoli di prodotti per bambini, leggere bene le etichette dove sono evidenziati i valori nutrizionali delle pietanze e di preferire sempre cibarie semplici, meglio se fatte in casa.

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