“Abbiamo fatto un matrimonio senza bambini: sarebbero stati protagonisti, volevamo una festa sobria”
Claudia, nome di fantasia, è convolata a nozze con la sua dolce metà nel 2017 e per festeggiare insieme ad amici e parenti ha scelto di organizzare un matrimonio child-free, senza bambini al seguito.
"Non sono affatto una-mangia bambini, anzi, sono presente anche con i bimbi delle mie amiche" racconta Claudia, che ha scelto di condividere la propria esperienza con Fanpage.it per offrire un punto di vista alternativo riguardo una questione che spesso suscita dibattiti e critiche feroci.
"La verità però è che i bimbi di oggi sono più esagitati di quanto non lo siamo stati noi, forse per educazione diversa o perché sono esposti a mille stimoli"
Da cosa nacque quella scelta?
Avevamo scelto come location un bellissimo castello in Piemonte e proprio questo luogo ha influito sulla nostra decisione di invitare solo gli adulti al nostro ricevimento. Volevamo offrire ai nostri ospiti la possibilità di passare una serata fuori dal comune.
Perché la presenza dei bambini avrebbe comportato un problema?
Era una formula poco opportuna per loro. Le sale e i corridoi del maniero non si prestavano molto al gioco o alle scorribande di bimbi urlanti. Il nostro desiderio era quello di ricreare un'atmosfera elegante e composta, cosa che purtroppo non si combina molto con le esigenze dei più piccoli.
Volevate scatenarvi?
Ecco, proprio il contrario. Spesso chi critica la scelta di escludere bambini pensa che lo si faccia perché si vuole organizzare una festa sfrenata dove tutti si ubriacano e fanno casino. Il nostro matrimonio invece è stato all’insegna di tutt’altro spirito, divertente ma piuttosto sobrio: non abbiamo neanche finito ad orari improbabili e all’una avevamo già spento la musica.
Come avete comunicato la vostra scelta gli invitati?
Gli invitati erano pochi, circa, un centinaio, perché sia io che mio marito abbiamo pochi parenti. Così abbiamo consegnato tutte la partecipazioni a mano e detto tutto a voce, esplicitando come il matrimonio fosse rivolto solo agli adulti.
Come hanno reagito gli invitati?
Trattandosi per la maggior parte di amici intimi, tutti hanno compreso le nostre scelte. Anzi, in diversi hanno apprezzato la possibilità di vivere una serata diversa senza figli al seguito. Una mia cara amica non se l’è sentita di partecipare a tutta la serata senza i bimbi piccoli, ma è venuta lo stesso alla cerimonia e se ne è andata dopo l’aperitivo. Ho molto apprezzato, perché ha significato che voleva comunque essere presente ad un momento così speciale per noi.
Qualcuno si è arrabbiato?
Soltanto un paio di parenti si sono risentiti, ma si trattava dei classici inviti “dovuti” per questioni familiari e probabilmente quella dei figli è stata una scusa per non venire ad un matrimonio ai quali avrebbero partecipato senza molto entusiasmo. Peraltro i figli in questione erano adolescenti, quindi non penso che lasciarli a casa sarebbe stato un grosso problema.
Non avete preso in considerazione una soluzione alternativa?
La location e l’allestimento della sala non si prestava alla disposizione di tavoli separate per i più piccoli, né a postazioni d’animazione. Se avessimo desiderato una festa più conviviale, con tanti bambini e spazi aperti avremmo optato un semplice catering e un locale con un prato dove correre e giocare, ma l’idea era appunto un'altra.
I vostri invitati si sono divertiti?
Alla consegna della bomboniera in tanti ci hanno fatto i complimenti per la formula e la festa ben riuscita. L’intento era quello di regalare un momento anche agli altri e penso proprio che ci siamo riusciti.
Per quale motivo molte persone non gradiscono la scelta di escludere i bimbi?
Secondo me il problema è che molti genitori non sanno a chi affidare i bambini. Altrimenti non si spiega: possibile che per un giorno non si possa rispettare la volontà dell’amico che si sposa? O dovrebbe essere chi si sposa ad adattarsi alle esigenze di tutti gli altri?
C’è chi però ha difficoltà a pagare una babysitter o non ha parenti a cui lasciare i figli
Senz’altro, però non penso sia la regola. Quasi tutti abbiamo almeno una volta all’anno la cena di lavoro, l’aperitivo o l’evento in cui non ci si può portare dietro i figli e in quelle occasioni una soluzione si trova.