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Mangiare pesce rende i bambini più socievoli e generosi: la scoperta in un nuovo studio

Uno studio dell’Università di Bristol rivela che il consumo di pesce nei bambini non solo favorisce la memoria, ma anche lo sviluppo di empatia e comportamenti prosociali come la tolleranza e la generosità verso il prossimo. L’autrice dello studio: “Occorrono linee guida chiare per spiegare ai genitori l’importanza di includere questo alimento nella dieta dei più piccoli”
A cura di Niccolò De Rosa
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Un tempo si raccomandava ai bambini di mangiare più pesce perché considerato un toccasana per la memoria. Oggi, però, la scienza suggerisce che il pesce potrebbe favorire non solo la mente, ma anche i rapporti sociali dei più piccoli, rendendoli più generosi, amichevoli ed empatici verso il prossimo. A dirlo è un recente studio condotto da un team dell'Università di Bristol che ha analizzato l’associazione tra l’assunzione di pesce nei bambini di sette anni e il loro comportamento sociale fino ai nove anni, con risultati che aprono nuove riflessioni sulle abitudini alimentari e sul benessere infantile.

Secondo i risultati ottenuti, infatti, i bambini che seguono una dieta ricca di prodotti ittici hanno quasi il doppio delle probabilità in più di mostrare "comportamenti prosociali" – ossia azioni volte ad accrescere il benessere altrui, come condividere i propri giocattoli o aiutare gli amici in difficoltà – rispetto ai coetanei con consumi ridotti o nulli di simili alimenti.

Il ruolo del pesce nell’alimentazione infantile

Il pesce è una fonte preziosa di nutrienti fondamentali per la crescita, tra cui gli acidi grassi omega-3, il selenio e lo iodio. Questi elementi sono essenziali per lo sviluppo cerebrale (la famosa "memoria" tirata sempre in ballo dai nostri nonni) e per il benessere generale. Le linee guida sanitarie raccomandano almeno due porzioni di pesce alla settimana, di cui una di pesce grasso come il salmone o lo sgombro. Tuttavia, la maggior parte dei bambini non raggiunge questi livelli di consumo, persino nei Paesi come l'Italia dove è molto diffusa la dieta mediterranea che predilige il pesce rispetto alla carne.

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Lo studio e i suoi risultati

La ricerca, condotta su 5.969 partecipanti del progetto "Children of the 90s", ha invece analizzato un aspetto finora poco esplorato, ossia la relazione tra il consumo di pesce all’età di sette anni e il comportamento prosociale all’età di sette e nove anni. I dati, raccolti attraverso questionari rivolti ai genitori, sono stati poi aggiustati per considerare i vari fattori socio-demografici. Ebbene, al termine dell'osservazione e della raccolta dati, i bambini che consumavano meno pesce avevano il 43 percento di possibilità in meno di mostrare un comportamento prosociale.

Secondo gli autori dello studio, questa scoperta suggerisce che anche l’alimentazione potrebbe giocare un ruolo nello sviluppo di determinati atteggiamenti – come la condivisione, la collaborazione e l’empatia verso gli altri – che nei bambini iniziano a comparire tra il primo e il secondo anno di vita per poi consolidarsi nel tempo.

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Oltre al comportamento sociale, lo studio ha anche indagato la possibile correlazione tra il consumo di pesce e il quoziente intellettivo (QI) dei bambini, ma non è emersa alcuna associazione significativa. Ciò sembra sottolineare che l’impatto del pesce potrebbe essere addirittura più rilevante per gli aspetti comportamentali che per quelli cognitivi.

Un quadro complesso tra benefici e preoccupazioni

L'indagine s'incastra in un quadro più ampio dove gli esperti denunciano da tempo la scarsa presenza di pesce nei regimi alimentari seguiti dai più piccoli. Questa tendenza, spiegabile con l'elevato costo di tali prodotti alimentari e le diffuse preoccupazioni legate alla contaminazione da mercurio, potrebbe però privare i bambini di preziosi nutrienti per la loro crescita.

La professoressa Caroline Taylor, tra i principali autori dello studio, ha pertanto sottolineato come le indicazioni contrastanti possano rendere difficile per i genitori prendere decisioni informate sull’alimentazione dei figli. "Quando ci sono consigli contrastanti, può essere difficile sapere qual è la miglior scelta da compiere" ha dichiarato la ricercatrice. "La nostra evidenza che collega il consumo di pesce nei bambini con il miglior sviluppo comportamentale è però chiara e raccomandiamo vivamente ai genitori di fornire almeno due porzioni di pesce a settimana, in conformità con le linee guida".

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