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Mamme single che crescono i figli insieme alle amiche: i social rilanciamo il fenomeno delle Mummones

Sempre più mamme single scelgono di crescere i figli insieme alle loro migliori amiche, condividendo casa, spese e responsabilità. Sono le cosidette “mummones”, un nuovo modello di maternità in comune – spesso raccontato sui social – che unisce indipendenza, sostegno reciproco e solidarietà quotidiana.
A cura di Niccolò De Rosa
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In un mondo in cui crescere figli da soli può sembrare una scalata impossibile, alcune madri single stanno provando a sperimentare una nuova forma di gestione della quotidianità, sostituendo gli ex-partner con le proprie migliori amiche. Negli ultimi anni, infatti, sui social si sono moltiplicate le storie di donne che, dopo la fine della loro relazione, sono andate a vivere insieme ai propri figli con un'amica, anch'essa madre, così da poter costruire una nuova rete di supporto quotidiano e alleggerire il peso delle responsabilità di tutti i giorni.

La formula innovativa è stata subito ribattezzata dal popolo del web come "mommunes", una fusione dei termini mom ("mamma") e commune ("comunità" o "comune"). Questa scelta di vita condivisa che unisce indipendenza e solidarietà e stata recentemente raccontata dal New York Post attraverso tre storie che hanno dimostrato come come l’amicizia possa trasformarsi nella migliore alleata per affrontare la vita da genitori soli.

Una scelta fuori dagli schemi

Shannon, madre di quattro figli divorziata e residente in Nevada, ha trovato una soluzione originale alle difficoltà della vita da single: condividere casa, spese e cura dei figli con l'amica Cheyanne, anche lei divorziata e mamma di due bambini. "Due mamme che hanno capito che co-genitoriare tra di loro era più semplice che con gli ex-mariti," ha raccontato Shannon in un video su TikTok, che ha superato i 7,6 milioni di visualizzazioni. Con una nota di ironia, ha aggiunto: "Amiamo ancora gli uomini, ma dividere casa, figli e faccende domestiche tra donne si è rivelato molto più facile."

Un fenomeno in crescita

Lo schema si è ripetuto anche in Nuova Zelanda, dove Lauren Robinson e Samantha Best hanno deciso di unire le forze dopo la separazione di Samantha nel 2021. "Vivere con Lauren è stato un enorme sollievo," ha dichiarato Best, sottolineando come la condivisione delle spese e della gestione dei figli abbia reso la loro vita molto più semplice. "Se una di noi è occupata, l'altra può prendersi cura di entrambi i bambini. È fantastico."

Negli Stati Uniti, invece, Kristin Batykefer e Tessa Gilder, entrambe divorziate di Jacksonville, in Florida, hanno deciso di vivere insieme dopo la fine dei rispettivi matrimoni per fuggire dal timore di finire sommerse dalla montagna di problemi che un genitore lavoratore può trovarsi ad affrontare.

@beachykefer

Shoulda moved into a Mommune a long time ago. Support system like no other. 🥰 #mommune #fyp #singlemom #singlemomlife #foryou #divorcetok

♬ out of the question – Maya Wagner

"All’inizio ero terrorizzata all’idea di dover affrontare tutto da sola: comprare una casa, pagare le bollette, crescere un figlio," ha raccontato Batykefer al New York Times. "Poi ci siamo trovate e tutto è cambiato. Ora mi chiedo perché non sia più comune unirsi e affrontare la vita insieme."

Dura realtà economica

Come spiegato anche dalle stesse protagoniste di queste tre storie, dietro la scelta di adottare una genitorialità condivisa insiema a un'amic si nasconde molto spesso anche una dura realtà economica. Shannon e Cheyanne, ad esempio non ricevono né alimenti né assegni di mantenimento dai loro ex coniugi e anzi, entrambe sono obbligate a versare ingenti somme agli ex-mariti: "Nessuna di noi prende un dollaro," ha spiegato Shannon, lamentando come sia difficile "lavorare tanto per poi dover dare tutto via." Cheyanne ha aggiunto che, oltre ai 200.000 dollari da versare, ha dovuto cedere altri 40.000 dollari in beni materiali.

Nonostante le difficoltà, queste donne hanno però trovato nell'amicizia e nella collaborazione, una nuova forme di famiglia. E anche se i padri dovranno rimanere comunque protagonisti della crescita e dell'educazione dei figli – qualsiasi forma di co-geniotrialità non può sfuggire a questo principio per non ledere i diritti degli stessi bambini – la presenza di un'altra figura di riferimento tra le rassicuranti mura domestiche non solo può offrire una maggiore stabilità economica a mamme e figli, ma anche garantire un'ulteriore fonte di affetto e sostegno per i piccoli di casa.

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