video suggerito
video suggerito

Mamma racconta le sfide della genitorialità adottiva sui social: “Anche i bimbi adottati alla nascita vivono un trauma”

La terapista occupazionale Lora Rose Buth è recentemente diventata virale grazie ad alcuni video in cui rivelava alcuni aspetti nascosti (e spesso sottovalutati) della vita di una madre adottiva: “Che piaccia o no, i bimbi nati in altre famiglie hanno delle esigenze particolari da conoscere e rispettar”.
A cura di Niccolò De Rosa
0 CONDIVISIONI
Immagine

Le adozioni non sono soltanto un atto d'amore, ma un percorso complesso che richiede consapevolezza e sensibilità verso le esigenze dei bambini adottati. Ne è fermamente convinta Lora Rose Buth, terapista occupazionale del Kentucky che da qualche tempo è un volto noto su Instagram grazie ai suoi contenuti sulla genitorialità adottiva.

Grazie ad alcuni contenuti diventati virali, Buth sta aprendo gli occhi dei suoi follower sull’importanza di affrontare con consapevolezza le esigenze dei bambini adottati, non esitando a sfatare alcuni miti ricorrenti sull'argomento, come la convinzione che la strada dell'adozione sia sempre un piano B per le coppie che non riescono ad avere figli in modo naturale.

Ad occupare gran parte dell'attività di divulgazione social della donna è però l'argomento relativo alla gestione dei traumi dei bimbi nati in un contesto familiare differente da quello in cui cresceranno: secondo Burth, infatti, anche i neonati adottati alla nascita possono portare con sé esperienze traumatiche che troppo spesso vengono sottovalutate.

Il trauma silenzioso dell’adozione alla nascita

Benché molte persone associno il concetto di trauma a esperienze evidenti di abuso o negligenza, per Buth è necessario sottolineare come le radici di simili situazioni possono essere molto più profonde e nascoste.

"I bebè si legano alla madre biologica già nel grembo, riconoscendo la sua voce, il suo odore e il battito del cuore. Separarli da lei può influenzare i livelli di cortisolo, causando un impatto sullo sviluppo emotivo" ha spiegato la donna in uno dei suoi video più virali. Gli studi dimostrano infatti che i neonati instaurano un legame significativo con la madre biologica già nel grembo materno, riconoscendo la sua voce, il suo odore e il battito cardiaco. Quando questo legame viene interrotto, anche per motivi validi come l’adozione, l’impatto sul neonato può essere significativo.

"I bambini sono influenzati anche dall’ambiente vissuto dalla madre durante la gravidanza" ha proseguito Buth, ricordando abuso di sostanze, stress estremo o carenze nutrizionali – tutti elementi che risultano statisticamente ricorrenti nei contesti che portano all'adozione alla nascita di un bebè – possono lasciare un'impronta duratura sullo sviluppo del bambino. Pertanto, anche se non tutti i bambini adottati manifestano difficoltà significative, questi primi vissuti possono aumentare il rischio di condizioni come ADHD, disturbi di elaborazione sensoriale o disordini dello spettro alcolico fetale (FASD).

"L'esposizione a traumi non significa che un bimbo adottato svilupperà necessariamente comportamenti problematici o aggressivi – ha puntualizzato Buth in un altro video – Tuttavia i traumi possono manifestarsi in molti modi diversi". Per questo, ha asserito la terapista, è necessario prestare molta attenzione a ogni segnale di disagio.

L'importanza di un approccio consapevole

Contattata dai cronisti del sito di Newsweek, la specialista in traumi e psicoterapeuta Charlotte Bailey ha appoggiato le parole della Buth, confermando  quanto sia cruciale considerare l'impatto del trauma prenatale. "Il sistema nervoso dei neonati registra la separazione dalla madre come una minaccia alla sicurezza" ha spiegato l'esperta. Questa attivazione prolungata, anche definita "trauma preverbale", può ostacolare lo sviluppo emotivo e fisiologico, rendendo difficile per il bambino autoregolarsi.

Bailey si è detta però convinta che la ricerca neuroscientifica stia contribuendo a offrire buone speranze per una crescita sana e armoniosa dei piccoli nati in situazioni potenzialmente traumatiche. Cure costanti, risposte empatiche e co-regolazione possono aiutare a calmare la risposta allo stress dei neonati, favorendo uno sviluppo sano e sicuro. Grazie alla plasticità del cervello, relazioni stabili e affettuose come quelle costruite tra i bimbi e i genitori adottivi possono rappresentare una via d'uscita pratica e scorrevole per un'infanzia serena.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views