Mamma di quattro figli racconta il dolore dei suoi sette aborti spontanei: “Ho scritto una lettera ai bimbi mai nati”

Carmen Grover è un'infermiera di 33 anni del'Ontario, diventata mamma quattro volte, a dicembre 2017 quando è venuto al mondo il suo primo figlio Case, nel 2019, quando, invece, è nata Maile, la sua seconda bambina, nel 2021 quando ha visto la luce Ayda e pochi giorni fa quando è nata Charlotte.
Quattro eventi meravigliosi, che lei e il marito hanno a lungo atteso, ma che la donna ha rivelato essere stati intervallati da dolori profondissimi, quelli per 7 aborti spontanei che la coppia ha dovuto vivere e metabolizzare durante la ricerca dei loro 4 figli.
Lettere ai suoi bambini mai nati
Carmen Grover e suo marito Phillip hanno deciso di smettere di nascondere il dolore profondo che si celava dietro ai sorrisi stampati sul volto per celebrare la nascita di ognuno dei loro 4 figli e di raccontare ciò che dal 2016 ad oggi hanno vissuto.
Di aborto spontaneo si parla sempre troppo poco, perché nonostante il dolore che questo comporta sia fortissimo, essendo a tutti gli effetti un lutto, come ha spiegato in un'intervista a Fanpage.it Ivana Ester Marra, una mamma che sta attraversando questa sofferenza, viene spesso sminuito con un semplice: "Dai, tieni duro, nascerà un altro bambino".
Grover ha deciso però di raccontarsi e di pubblicare le lettere che negli anni aveva scritto nel tentativo di curare il suo dolore, indirizzate ai suoi 7 bambini mai nati. "Sapevo che saremmo diventati genitori, e questa speranza non mi ha abbandonata anche tutte le volte che ci siamo trovati a vivere un aborto spontaneo, ma ho dedicato delle parole ai miei figli mai nati, perché sapessero che prima o poi ci saremmo rivisti".
La condivisione per supportare chi vive lo stesso dolore
Dal suo profilo Instagram prima, dove Grover ha condiviso un bellissimo post con una fotografia nella quale sono raffigurati anche i suoi bambini mai nati, mano nella mano con i fratellini, nel suo libro A Diary to My Babies: Journeying through Pregnancy Loss, poi, la donna ha raccontato l'esperienza dei suoi aborti spontanei, in modo da rendere universale questo dolore.
"So che è difficile empatizzare con il tema se non lo si ha mai vissuto, io spero che leggendo le mie parole la gente comprenda e si senta compresa" ha scritto in un post.
Nel raccontarsi in una lunga intervista all'Independent, ha spiegato che i suoi ultimi tre figli devono la vita al fratello maggiore. Dopo aver vissuto già diversi aborti spontanei, infatti, se il piccolo non fosse nato, forse lei e il compagno avrebbero smesso di provarci: "Grazie a Case non ci siamo privati della gioia di avere 4 pargoli che scorrazzano per casa e riempiono le nostre vite". Il bimbo, come ha ricordato la mamma in alcuni scatti, è il primo di una serie di figli arcobaleno, nati dopo la tempesta che porta in una famiglia un aborto spontaneo.
"Case è stato il sole che ha permesso a me e mio marito di smettere di chiederci perché tutto quel dolore toccasse proprio a noi, risposta che neanche i medici sono mai riusciti a darci" ha concluso la donna, spiegando che decidere di raccontare la sua storia è stato un regalo che ha fatto a se stessa, ai suoi bimbi mai nati e ai loro fratelli che oggi sono piccoli ma onoreranno per sempre la vita e la storia dei loro 7 fratellini, mai conosciuti.