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“Mai dire ai bambini di smettere di piangere”: l’appello social della psichiatra infantile

Secondo l’esperta americana Willough Jenkin, uno degli errori più comuni dei genitori è quello di cercare di smorzare l’emotività dei bambini invitandoli a non piangere: “Il pianto fa bene a tutte le età e aiuta i bambini a imparare a gestire le emozioni”.
A cura di Niccolò De Rosa
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Mai dire ai bambini di smettere di piangere: ecco perché

Il pianto è una delle espressioni più naturali delle emozioni, ma spesso i genitori commettono un errore nel tentare di bloccarlo. La dottoressa Willough Jenkins, psichiatra specializzata in infanzia, ha rivelato che dire ai bambini di smettere di piangere è uno degli sbagli più comuni che riscontra nei genitori.

Nel suo video di agosto, Jenkins ha spiegato che dire a un bambino di non piangere trasmette il messaggio che i suoi sentimenti non sono validi. Invece, è fondamentale che i piccoli si sentano al sicuro nell’esprimere ciò che provano.

Il pianto come meccanismo naturale

Ashley Pagenkopf, specialista nella gestione emotiva dei bambini, ha spiegato al New York Post come il pianto sia effettivamente una reazione appropriata a qualsiasi età ed è un meccanismo di coping naturale, ossia una strategia inconscia che l'essere umano adotta per cercare di mantenere sotto controllo una situazione. Pagenkopf ha infatti sottolineato che piangere rilasci ossitocina ed endorfine, ormoni che favoriscono la calma e il benessere.

Per Jenkins, rispondere con empatia alle lacrime di un bambino e validare il suo stato d'animo facendogli capire che si sta comprendendo ciò che prova può quindi rafforzare il legame tra genitore e figlio e contribuire a migliorare la capacità di regolazione emotiva del bambino.

Secondo gli studi, infatti, la reazione del genitore alle lacrime incide in modo rilevante sul modo in cui il bambino impara a gestire le proprie emozioni. Se la risposta è costantemente negativa, con frasi che redarguiscono il piccolo o ne ridicolizzano il comportamento, i bambini sviluppano infatti una scarsa capacità di autoregolazione emotiva nel tempo.

Cosa dire ai bambini quando piangono

Supportando la tesi di Jenkins, Pagenkopf consiglia di accogliere il pianto con frasi come: "È ok piangere. Proviamo a fare un respiro profondo", oppure "So che è davvero difficile e mi dispiace che tu debba affrontarlo. Sono qui con te". Mostrare empatia e vicinanza, infatti, aiuta i bambini a sentirsi compresi e supportati.

Un’altra tecnica può essere è quella di aiutare i bambini a identificare i fattori scatenanti del loro pianto, facendoli riflettere su cosa sia successo prima che le lacrime iniziassero e insegnando loro a riconoscere i segni fisici del malessere, come il rossore del viso. Successivamente, i genitori possono insegnare strategie di coping, come contare fino a dieci o fare respiri profondi.

Le critiche e la risposta della dottoressa Jenkins

Non tutti, però, hanno accolto con favore i consigli di Jenkins. Alcuni hanno suggerito che le lacrime dei bambini possano essere una forma di manipolazione. Un utente ha commentato che, a volte, le persone di tutte le età usano il pianto per ottenere ciò che vogliono. Jenkins ha risposto spiegando che anche il "pianto finto" comunica comunque un bisogno che merita di essere esplorato.

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