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Madre spiega perché spenderà tutto senza lasciare nulla ai figli: “È il dono più grande per loro”

La giornalista Raj Gill ha recentemente spiegato perché spendere tutto in viaggi e piaceri, senza preoccuparsi di lasciare una corposa eredità ai figli sia, in realtà, un modo per trasmettere loro il valore del denaro e del duro lavoro: “Non lasciando nulla ai loro figli, in realtà, stiano dando loro tutto quello di cui hanno bisogno”.
A cura di Niccolò De Rosa
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Mangiare bene, viaggiare spesso e godersi la vita per insegnare ai figli il valore dei soldi e del duro lavoro. È questa la scelta compiuta da Raj Gill, giornalista e speaker britannica, che insieme al proprio compagno ha deciso di non voler lasciare ai propri ragazzi alcuna eredità. Tale idea, condivisa da sempre più genitori (la stampa anglosassone li ha ribattezzati Skier, acronimo di Spending the Kids’ InhERitance", ossia coloro che "spendono l'eredità dei figli"), non vuole essere però un mero capriccio dettato da egoismo o da una mancata attenzione nei confronti dei bisogni dei figli, ma anzi si prefigge un obiettivo educativo decisamente ambizioso: insegnare ai giovani a cavarsela da soli senza contare troppo sull'aiuto di mamme e papà.

In un editoriale recentemente comparso sul quotidiano britannico Metro, Gill ha dunque approfondito le motivazioni dietro questa scelta, che – tra ironia e pragmatismo – dice più di quanto sembri sulla genitorialità contemporanea.

Il valore di ciò che si conquista

Nel suo racconto, Raj Gill parte da molto lontano, ricordando i sacrifici dei suoi genitori, immigrati arrivati nel Regno Unito negli anni ’70. Dopo un lungo periodo di sacrifici e turni massacranti – suo padre lavorava su turni notturni, mentre sua madre sgobbava di giorno – i due genitori riuscirono ad aprire un’attività in Scozia, dove Raj e i suoi tre fratelli impararono presto il significato del duro lavoro per guadagnarsi da vivere. Sia Raj che i fratelli però non avevano mai vissuto la necessità di collaborare nell’impresa di famiglia come una condanna, ma anzi l'avevano sempre considerata un privilegio: dare una mano significava contribuire davvero al benessere di tutti.

Raj Gill. Credits: Instagram/@rajgilljourno
Raj Gill. Credits: Instagram/@rajgilljourno

Proprio per questo, da genitore, Gill ha scelto di trasmettere ai figli lo stesso spirito. Per lei il denaro non è mai stato un regalo fine a sé stesso, ma qualcosa da guadagnare, risparmiare, comprendere. E lo stesso sarebbe stato per i suoi ragazzi.

Educare all’autonomia (finanziaria e non solo)

Come molti Vip che hanno dichiarato di volere trasmettere ai figli il proprio senso del lavoro – da Bill Gates a Mark Zuckerberg, passando per lo chef Gordon Ramsay – anche Gill ha abituato i suoi bambini, fin da piccoli, a svolgere piccole mansioni in casa. Col tempo, le responsabilità sono cresciute: lavare le lenzuola, svuotare la lavastoviglie, tenere in ordine i propri spazi. A differenza di altri, però, in casa Gill nessuno è mai stato ricompensato economicamente per fare la propria parte. Il principio è semplice: “il lavoro di squadra fa funzionare tutto".

Questo approccio, diametralmente opposta a quella genitorialità spazzaneve che tanto sembra di moda in questi tempi, ha contribuito a creare una famiglia coesa e indipendente: oggi, i figli – ormai adulti – lavorano, studiano con profitto e contribuiscono in modo attivo alla vita domestica. E, soprattutto, gestiscono i propri soldi con intelligenza, senza farsi mancare nulla ma anche senza scialacquare con spese inutili.

soldi figli
Immagine di repertorio

Il risparmio come stile di vita

Gill ha anche spiegato come questo approccio oculato nei confronti del denaro sia frutto di un'educazione impartita fin dall'infanzia, quando i figli ricevevano soldi per il compleanno. La regola era infatti molto chiara: delle 20 sterline ricevute, cinque si potevano spendere subito, mentre le restanti dovevano essere messe da parte. Questa piccola lezione si è trasformata in una solida abitudine. Ora, racconta la giornalista, i suoi figli risparmiano regolarmente parte dello stipendio, concedendosi qualche sfizio solo dopo aver messo al sicuro il necessario. Niente debiti, niente prestiti, ma soprattutto niente ansia: sanno cavarsela da soli.

È proprio grazie alla consapevolezza di aver cresciuto figli finanziariamente responsabili che Gill può vivere la sua scelta con serenità, senza alcun bisogno di continuare a fare economie e accumulare denaro da lasciare in eredità. Anzi, considera un grande successo poter vivere il presente senza preoccuparsi del futuro dei ragazzi.

Non credo che spetti a me lasciare loro centinaia o migliaia di sterline perché hanno già dimostrato di prepararsi responsabilmente al loro futuro.

Un’eredità di valori, non di cose

Nel suo editoriale, Gill si è anche mostrata ben consapevole del fatto che qualcuno potrebbe considerare la sua decisione di non lasciare nulla ai figli come un comportamento egoista o irresponsabile. La donna però, la vede, in modo diametralmente opposto."Chi non è d’accordo, può tenersi la propria opinione", ha scritto.

Per Gill infatti, decidere di non trasmettere un patrimonio economico è un modo per trasmettere qualcosa di molto più prezioso: la consapevolezza e la capacità di costruirsi da sé la propria sicurezza. Un’eredità che dura più a lungo del denaro, e che – secondo la giornalista – difficilmente si disperderà.

Naturalmente, ha specificato la giornalista, qualora i figli dovessero mai trovarsi in difficoltà, lei sarebbe la prima ad aiutarli. Per Gill e il compagno, però, il punto è vivere il presente con leggerezza e senza sensi di colpa, concedendosi vacanze, cene raffinate, esperienze da ricordare. Non per egoismo, ma perché i figli stessi desiderano vedere i genitori felici, esattamente come lei augura lo stesso ai propri. E se i figli non solo l’accettano, ma la sostengono, allora per Gill non c’è davvero nulla da giustificare.

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