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L’uso precoce degli smartphone abbassa i voti e riduce la capacità di concentrarsi: lo rivela una ricerca italiana

Uno studio condotto dall’Università di Brescia e di Milano Bicocca ha evidenziato come l’uso precoce di smartphone e social influisca negativamente sul rendimento scolastico e sulla concentrazione di bambini e ragazzi. L’indagine ha anche confermato l’emergere di una nuova forma di disuguaglianza digitale, poiché il fenomeno riguarda soprattutto i giovani provenienti da famiglie con minori livelli d’istruzione e di benessere socioeconomico.
A cura di Niccolò De Rosa
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Mettere uno smartphone o un tablet in mano a un bambino troppo piccolo, non solo non favorisce il suo apprendimento, potrebbe comportare un significativo impatto sul rendimento scolastico. A dirlo è un recente studio condotto dall'Università Bicocca di Milano in collaborazione con l'Università di Brescia, l'associazione Sloworking e il Centro Studi Socialis.

La ricerca "Eyes Up" (Early exposure to screens and unequal performance), presentata il 28 febbraio all'Università Bicocca di Milano, ha infatti offerto per la prima volta evidenze statistiche sugli effetti che l'accesso precoce ai dispositivi digitali può comportare sulle performance scolastiche di bambini e ragazzi, rilevando una tendenza che, oltre a minacciare la capacità d'apprendimento delle nuove generazioni, rischia di ampliare ulteriormente le disuguaglianze educative, visto che il fenomeno sembra interessare soprattutto le famiglie socialmente ed economicamente svantaggiate.

Il progetto

Lo studio è stato finanziato dalla Fondazione Cariplo nell'ambito del bando "Inequalities Research 2022" e ha coinvolto un campione di 6.609 studenti di scuole secondarie di secondo grado in Lombardia.

I ragazzi, tutti appartenenti a classi di seconda e di terza superiore, sono stati sottoposti ad alcune domande riguardo le loro abitudini online. Le risposte sono poi state incrociate con i loro risultati nei test INVALSI e i ricercatori hanno utilizzato questi dati longitudinali per comprendere non solo le correlazioni tra esposizione ai media digitali e determinati esiti comportamentali o psicologici, ma anche l'impatto specifico dell'età di apertura di un account social sul rendimento scolastico.

Precocità fa rima con difficoltà

Secondo il resoconto finale presentato dai ricercatori, i ragazzi che iniziano a utilizzare i social prima dei 12 anni registrano un calo delle prestazioni scolastiche rispetto a chi inizia a 14 anni (o dopo). L'uso precoce sembra poi incidere negativamente soprattutto sulle competenze linguistiche e matematiche, con un impatto trasversale ma che vede i maschi più esposti rispetto alle femmine, con effetti negativi sulla concentrazione e sulla capacità di mantenere buoni risultati in italiano e matematica.

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Le disuguaglianze da iperconnessione

I risultati ottenuti hanno poi evidenziato una stretta correlazione tra l'uso precoce dei media digitali e le condizioni socio-economiche degli studenti. I ragazzi provenienti da famiglie meno privilegiate e con un livello di istruzione inferiore tendono infatti ad avere un accesso meno controllato alla tecnologia e, di conseguenza, un'esposizione più elevata ai social e agli smartphone.

Secondo i dati raccolti, il 45% dei genitori ha dichiarato di aver applicato almeno una volta il parental control sui dispositivi dei figli. Tuttavia, questa pratica appare più diffusa tra le famiglie con almeno un genitore laureato (54%), mentre scende al 46% in quelle con almeno un diploma e al 43% in quelle senza un genitore diplomato. Inoltre, la percentuale di utilizzo del parental control è risultata più alta tra i genitori di origine italiana (47%) rispetto a quelli di origine straniera.

L'importanza di un uso consapevole

I dati emersi hanno ribadito la necessità di un'educazione digitale più efficace e di una maggiore consapevolezza da parte delle famiglie. Secondo il Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, i risultati della ricerca hanno confermato la bontà del provvedimento preso lo scorso luglio per vietare l'uso dei telefonini in classe, anche per fini educativi, fino alle scuole medie.

"Ribadiamo il nostro impegno nel promuovere un uso responsabile delle tecnologie digitali, con l'obiettivo di migliorare la qualità dell'insegnamento e garantire un ambiente educativo che favorisca l'apprendimento e il benessere degli studenti" ha commentato Valditara in una dichiarazione riportata dal Tgcom 24.

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