L’uso di cannabis in gravidanza aumenta l’aggressività dei bimbi e ne riduce l’apprendimento: l’allarme in uno studio
Se il fumo in gravidanza comporta un serio rischio per la salute e lo sviluppo dei bambini, il consumo di cannabis durante la gestazione aggiunge anche rischi concreti per il comportamento e le facoltà cognitive dei bambini. Un recente studio condotto dal Nationwide Children’s Hospital – uno dei più grandi sistemi sanitari pediatrici indipendenti senza scopo di lucro degli Stati Uniti – e pubblicato su JAMA Pediatrics ha infatti confermato e approfondito i rischi già noti, evidenziando come l’esposizione prenatale alla cannabis possa influenzare negativamente lo sviluppo comportamentale e cognitivo dei bambini in età prescolare.
Impatto su apprendimento e relazioni
Analizzando i dati riguardanti i casi di gravidanza registrati dall'Ohio State University Wexner Medical Center, i ricercatori hanno riscontrato come i bambini esposti alla cannabis prima della nascita mostrino una maggiore difficoltà nel controllare gli impulsi, cosa che non solo li rende più esposti a scatti di rabbia ed episodi di violenza.
Durante le osservazioni in laboratorio, i ricercatori hanno riscontrato come questi bambini tendessero a manifestare reazioni più aggressive rispetto ai coetanei non esposti alle sostanze psicoattive. Secondo la dottoressa Sarah Keim, ricercatrice principale dello studio, questi risultati confermano i dati già noti, ma mostrano anche un aggravarsi della situazione a causa della maggiore potenza della cannabis attuale rispetto al passato.
Difficoltà nell’attenzione e nella pianificazione
Tra i principali effetti riscontrati nello studio vi è anche un aumento delle difficoltà di attenzione e pianificazione. Le valutazioni condotte dagli esperti hanno evidenziato come i bambini nati da madri che hanno fatto uso di cannabis durante la gravidanza abbiano maggiori difficoltà a concentrarsi, con conseguente compromissione della loro capacità di pianificazione e di risoluzione dei problemi. Proprio queste abilità, fondamentali per l’apprendimento e lo sviluppo socio-emotivo, risultano compromesse a causa del contatto con cannabinoidi durante il periodo prenatale.
Tale aspetto però non influisce solo sul rendimento scolastico dei piccoli, ma anche sulle loro interazioni sociali. I risultati emersi mostrano infatti come la regolazione degli impulsi nei bambini esposti a questa sostanza sia meno efficace rispetto ai coetanei non esposti, influenzando così anche le loro capacità di adattamento in contesti collettivi.
Le raccomandazioni degli esperti
La dottoressa Keim ha sottolineato che, nonostante la cannabis sia una sostanza di origine naturale, assumerla durante la gravidanza rimane una pratica tutt’altro che priva di rischi.
"Alcune donne potrebbero ricorrere alla cannabis per gestire alcuni problemi comuni della gravidanza, tra cui nausea, problemi di sonno e stress. Questo non è raccomandato", ha spiegato Keim, ricordando come sia sempre consultare un medico per trovare opzioni più sicure per aiutare con simili problemi durante la gravidanza.
Anche l'American Academy of Pediatrics e l'American College of Obstetricians and Gynecologists, due delle istituzioni più rilevanti in campo medico e pediatrico, sconsigliano del tutto l'uso della cannabis durante la gravidanza, evidenziando i possibili rischi sia per la madre che per il bambino.