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“L’uso della tecnologia senza limiti renderà i bambini incapaci ad affrontare il mondo reale”: lo sfogo dell’ex-insegnante

Mike Bonitatibus, ex-docente con un’esperienza decennale nelle scuole americane, ha recentemente condiviso sui social una riflessione sull’impatto di social e tecnologia sulla crescita delle nuove generazioni: “Il grande divario del futuro sarà tra i bambini cresciuti con un accesso illimitato a Internet e quelli il cui tempo trascorso davanti allo schermo è stato moderato dai loro genitori”. Gli esperti però invitano a non demonizzare il progresso.
A cura di Niccolò De Rosa
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Nel mondo di domani, il divario più significativo tra i compagni di scuola non sarà più di natura economica o sociale, ma riguarderà il rapporto con la tecnologia: da un lato, i bambini cresciuti in famiglie attente a gestirne l'uso, dall'altro, quelli provenienti da contesti privi di limiti o precauzioni.

A dirlo è l'ex-insegnante Mike Bonitatibus, oggi professionista nel settore delle vendite in Pennsylvania, il quale ha condiviso sui social un avvertimento riguardo a una possibile divisione sociale creata dall’uso massiccio di dispositivi digitali. Dopo 14 anni passati nelle aule scolastiche come docente di educazione fisica e sanitaria, Bonitatibus si è infatti accorto di come l'accesso indiscriminato a internet stia tracciando un solco tra i bambini cresciuti con un utilizzo moderato della tecnologia e quelli esposti senza filtri ai contenuti online. Una differenza che, secondo Bonitatibus, potrebbe avere conseguenze significative sullo sviluppo sociale e comportamentale delle nuove generazioni.

I rischi di un accesso illimitato

Durante la sua esperienza nel mondo scolastico, Bonitatibus ha riscontrato un notevole cambiamento nei comportamenti degli studenti, spesso distratti dai dispositivi. "Non mi sentivo più un insegnante – ha raccontato al sito di Newsweek – I ragazzi erano più interessati ai loro dispositivi che all’apprendimento o al dialogo". Bonitatibus ha osservato una vera e propria dipendenza, che non solo comprometteva la capacità di concentrazione degli studenti — sempre meno in grado di mantenere l'attenzione su una spiegazione o un testo scritto per più di qualche minuto — ma alimentava anche atteggiamenti di sfida e mancanza di rispetto verso l’autorità.

@betterwithb

We’re about to see a splitting of society… The need for Emotional Intelligence #emotionalintelligence #awareness #emotionalregulation #technology #fyp

♬ original sound – Mike Bonitatibus

Solo i bambini abituati a un utilizzo moderato della tecnologia, ha puntualizzato l'insegnante, mostravano sufficienti abilità di autodisciplina e migliori competenze sociali, sia nel rapporto con i professori che con i pari età. Ragazzi e ragazze che invece a casa potevano accedere senza restrizioni a device e contenuti online, di solito faticavano a interagire con gli altri e tendevano a manifestare un senso di superiorità e, elemento ancor più preoccupante, una scarsa capacità di affrontare situazioni reali.

Secondo gli esperti (e lo stesso Bonitatibus), l'avvento della pandemia è stato l'innesco che ha accelerato un processo già in atto. La velocità con la quale l’uso precoce della tecnologia si è diffuso tra i bambini ha però colto di sorpresa una società che, tra genitori, insegnanti e istituzione, non aveva ancora maturato la giusta consapevolezza del problema. Il risultato è stato che milioni di bimbi e bimbe in tutto il mondo sono stati abbandonati davanti agli schermi in nome di un progresso che appariva inevitabile. Le conseguenze di ciò però potrebbero essere molto pesanti.

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I più recenti studi scientifici indicano infatti che un maggiore tempo davanti allo schermo a 24 mesi di età è correlato a risultati peggiori nei test di sviluppo a 36 mesi, mentre un uso elevato a 36 mesi è associato a punteggi più bassi intorno ai 60 mesi. Insomma, usare troppo presto e senza limiti smartphone o tablet potrebbe far crescere una generazione di figli meno pronta ad affrontare le sfide più basilari della vita reale, dalla comprensione di un testo alla capacità di relazionarsi correttamente con gli altri.

Quali sfide per il futuro?

Alla luce della propria esperienza Bonitatibus, è convinto che entrambe le categorie di bambini – quelli con accesso controllato e quelli con accesso illimitato – avranno qualche ostacolo in più da superare, tuttavia i bimbi abituati a un uso indiscriminato della tecnologia potrebbero trovarsi in difficoltà ancora maggiori. "Questi bambini rischiano di faticare a navigare situazioni reali, sviluppando un senso di diritto sproporzionato dovuto all’assenza di limiti" ha spiegato.

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Per affrontare questa situazione, l’ex insegnante ha però una proposta: puntare sull’intelligenza emotiva e invitare i genitori a diventare più consapevoli dei pericoli di un accesso incontrollato alla rete, magari facendo ricorso a percorsi di coaching e terapie per aiutare le famiglie a gestire meglio l’impatto della tecnologia.

Un approccio equilibrato alla tecnologia

Nonostante i rischi paventati, però, alcuni esperti sottolineano come demonizzare tout court la tecnologia non sia la soluzione migliore. Intervistata da Newsweek, l'autrice e coach genitoriale Liat Hughes Joshi, ha infatti evidenziato come l’uso responsabile della rete possa offrire opportunità educative e di supporto emotivo.

"Non dobbiamo solo parlare della quantità di utilizzo, ma anche della qualità" ha detto Joshi, aggiungendo che attività come imparare a programmare  (il cosiddetto coding, sempre più presente anche nei programmi scolastici delle scuole primarie più attrezzate) o praticare una lingua straniera possono essere estremamente utili.

Secondo Joshi, instaurare un dialogo equilibrato con i bambini può favorire un uso più consapevole e sicuro della rete. "Se riconosciamo che la tecnologia non è tutta negativa, i ragazzi saranno più propensi ad ascoltare i nostri consigli" ha concluso.

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