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L’osteoporosi gravidica: la malattia alle ossa che può impedire alle mamme di tenere in braccio il loro bimbo

L’osteoporosi gravidica è una malattia degenerativa dello scheletro che rende le ossa porose e fragili nelle donne durante la gestazione o l’allattamento. Spesso viene confusa per semplice mal di schiena, la dottoressa Floriana Carbone ci ha spiegato come intervenire per prevenirla e affrontarla.
Intervista a Dott.ssa Floriana Carbone
Specialista in Ostetricia e Ginecologia alla Clinica Mangiagalli dell'Ospedale Policlinico di Milano
A cura di Sophia Crotti
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dolore alla schiena

Dolori lancinanti alla schiena, cedimenti di braccia e gambe, cadute, fitte dell'intensità di scosse elettriche nella spina dorsale sono questi i sintomi che Aimee Lucido, una mamma americana, ha provato dopo la nascita del suo bimbo e ha racontato alle pagine del Washington Post.

Prima di scoprire che dietro a quei dolori non c'era nulla di normale, come in tanti le avevano detto, e ricevere una diagnosi di osteoporosi gravidica, c'è voluto del tempo.

La dottoressa Floriana Carbone, Specialista in Ostetricia e Ginecologia alla Clinica Mangiagalli dell'Ospedale Policlinico di Milano, ha spiegato a Fanpage.it cos'è questa patologia degenerativa, molto sotto diagnosticata, perché spesso confusa per semplice affaticamento legato ai cambiamenti del corpo durante la maternità, indicandoci come prevenirla e curarla.

floriana carbone
dott.ssa Floriana Carbone (Specialista in Ostetricia e Ginecologia alla Clinica Mangiagalli dell'Ospedale Policlinico di Milano)

Che cos'è l'osteoporosi gravidica?

L’osteoporosi gravidica chiamata anche Pregnancy and Lactation Associated Osteoporosis è una sindrome degenerativa che comporta una costante perdita di massa ossea, con degenerazione della micro architettura dell’apparato scheletrico. Si contraddistingue per la perdita della densità minerale ossea, preceduta da osteopenia, con cui la perdita può infierire.

Dunque è una malattia degenerativa dello scheletro che rende le ossa porose e fragili, esposte dunque al rischio di frattura anche in assenza di traumi. La diminuzione della densità minerale ossea è dovuta a uno squilibrio tra attività degli osteoblasti, cellule che favoriscono la formazione del tessuto osseo, e quella degli osteoclasti, cellule responsabili della formazione dello scheletro.

Ma perché questa condizione può colpire le donne proprio in gravidanza?

Perché in gravidanza una lieve perdita di massa ossea è fisiologica, perché parte del calcio materno viene destinato, soprattutto nel terzo trimestre alla formazione dell’apparato scheletro – fetale, tramite il supporto placentare e per questo motivo, durante la gravidanza, aumenta il fabbisogno di sali minerali.

Sulle condizioni dello scheletro influisce anche l’equilibrio ormonale, che proprio durante la gestazione subisce delle modifiche, per esempio c’è un aumento della produzione materna del paratormone (PTH) che attiva gli osteoclasti, per far fronte a eventuali carenze di calcio materno, mentre il calo degli estrogeni che si verifica dopo il parto, riduce l’attività degli osteoblasti.

Secondo alcuni studi ci sarebbe quindi una maggiore richiesta di calcio da parte dell’organismo, che prosegue anche nel corso dell’allattamento e che favorisce l’osteoporosi gravidica.

Quali sono i sintomi?

In realtà il vero problema di questa malattia è che spesso è silente, non provoca di per sé dolori quando compare, ce ne si accorge quando già è a uno stadio avanzato e si verifica un cedimento vertebrale che quindi causa dolore alla schiena per esempio. Il fatto che i sintomi tardino a comparire o spesso vengano associati ad altre patologie è anche uno dei motivi per cui la diagnosi spesso arriva in ritardo.

La neomamma se ne accorge generalmente quando ha tanto dolore alla schiena e agli arti da non riuscire neanche a tenere in braccio il suo bimbo per allattarlo o quando avviene una vera e propria frattura.

E in che modo la patologia è legata invece all’allattamento?

Durante l’allattamento si stima che la donna, per garantire il nutrimento al proprio bambino perda dal 3 al 5% della massa ossea.

allattamento

Ciò non significa però che in caso di diagnosi di osteoporosi gravidica si debba per forza smettere di allattare, basta integrare vitamina D e calcio e per migliorare il dolore si può fare una stimolazione biofisica con osteospine che favorisce il riassorbimento dell’edema e l'accelerazione della riparazione dell’osso.

Ci sono dei fattori di rischio che espongono alcune mamme più di altre a questa patologia?

Sì, tra i fattori di rischio ci sono l’ipertensione gravidica, l’uso dell’eparina a basso peso molecolare, la presenza di alterazioni della tiroide, uno stile di vita sedentario e un’insufficiente assunzione di calcio con la dieta.

Si può prevenire o curare?

Per prevenire e curare l’osteoporosi gravidica possono essere utili integrazioni e supplementazioni di calcio e vitamina D, acido folico, licopene (una sostanza antiossidante che riduce il riassorbimento osseo e favorisce la rigenerazione, che si trova in alimenti come pomodoro, arancia rossa, cavolo rosso.

Quindi in ottica preventiva è utile integrare in una dieta equilibrata latte, latticini, formaggi stagionati, pesce azzurro, frutta secca, broccoli, cavoli e biete. Anche l’acqua bicarbonato-calcica è fonte di calcio le mamme possono berla per prevenire l’osteoporosi. Ovviamente è da evitare il fumo, l’alcol, farmaci cortisonici se non strettamente necessari ed è invece molto importante fare attività fisica.

Perché se ne parla ancora così poco?

Innanzitutto perché come per tutte le patologie bisogna fare cultura a riguardo, in secondo luogo perché è fortemente sotto diagnosticata. Quando una paziente lamenta il mal di schiena dopo una gravidanza, si pensa siano i soliti dolori legati ai cambiamenti della cifosi e della lordosi della colonna causate dall’incremento del peso e dell'utero, si pensa alla pubalgia, ma il dolore alla schiena può essere causato proprio da questa forma di osteoporosi.

Un altro problema è che l’osteoporosi si diagnostica con la moc, esame che in gravidanza, a causa dei raggi X, non si può fare, tuttavia alcune ricerche hanno visto che c’è la possibilità di fare l’ecografia con una tecnologia che si chiama rems e consente di valutare la densità ossea.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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